29
Set
08

diario di campagna n°175

Stiamo per partire.
Ancora pochi giorni e saremo nuovamente a Tuerra, da Monica

Sto sistemando il giardino e gli animali in modo che gli House-sitter abbiano vita vagamente semplice.
I vecchietti della zona hanno già organizzato autonomamente una rete di Neighborhood-watch, passeranno a turno da casa a vedere che tutto vada bene. In pratica faranno quello che già fanno tutti i giorni ma questa volta in veste “ufficiale”, licenza di ficcanasare.

Fortunatamente per gli house-sitter, l’orto si sta auto semplificando come conseguenza dei primi freddi. Dalla selva sono emersi i cavoli, le zucche, un monte di carote che mi ero dimenticato di aver seminato…

Le carote… sono d’accordo con Devis del progetto Pecora Nera: le carote sono una rottura di palle (scusate il francesismo).
Ci impiegano un sacco per germogliare e, da buon cialtrone, io finisco sempre per dimenticarmi dove le ho messe e piantarci qualcosa nel mezzo.
I semi hanno bisogno di luce per attivarsi quindi non li si può interrare con sommo ludibrio di predatori vari.
Ma soprattutto… bisogna diradarle… un lavoro che trovo noiosissimo.

Ho deciso che cercherò di “clonare” il raccolto di quest’anno. Se dovesse funzionare sarebbe la soluzione ottimale: spaziatura esatta, preservazione delle radici migliori, niente da diradare ed è un sistema molto più semplice per fare del seedsaving.

Il procedimento così come me l’hanno raccontato:
.


22 Risposte to “diario di campagna n°175”


  1. 1 Gianluca
    settembre 30, 2008 alle 1:48 PM

    mi sembra un ottimo sistema per avere un raccolto di esemplari “scelti”
    Domandine:
    Ma la talea (mi sebra che questo sia il caso) a parità di condizioni (nutrienti, acqua e luce) fornisce un esemplare identico o uno “ridotto”?
    In quanto tempo si può considerare conclusa la formazione del nuovo esempolare (6 mesi, 1 anno, 2 anni)?
    Per quante volte è possibile ripetere la duplicazione dallo stesso materiale prima di avere una riduzione di efficacia?
    Si possono utilizzare anche le mega carote comprate al supermercato (purchè abbiano un pò di ciuffetto verde)?
    Quali sono le condizioni di “attecchimento” (temperatura, umidità e luce) ?
    Quanto mi costa questa consulenza ? 😉
    Grazie e ci-AUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU

  2. 2 Cristiano
    settembre 30, 2008 alle 3:45 PM

    Mollison dice che uno straccio bagnato va bene uguale… quando un giorno le mie carote dovessero mai decidersi a germogliare e poi magari, addirittura, a diventare carote, proverò. Per l’attivazione dei semi pare funzioni lasciarli in acqua per una notte, poi su un panno umido alla luce intensa per una giornata, poi semina a spaglio ricoperti da un velo sottilissimo di terreno leggero…bah?

  3. settembre 30, 2008 alle 10:37 PM

    Il già citato Mollison parla di un tipo che ha coltivato la stessa identica carota per vent’anni
    Io proverò a tenerle in stasi per l’inverno a 10° quindi conto di rimetterle a dimora per marzo e lo sviluppo dovrebbe essere lo stesso dei semi.
    Perchè dovresti avere una riduzione di efficacia?
    Sulle mega carote… credo di si ma almeno prendi quelle bio…

    Faccio il tifo per le carote transizionali di Cristiano!!!

  4. 4 Gianluca
    ottobre 1, 2008 alle 8:34 am

    vedi, la povera Dolly bis è durata un pò meno della Dolly prima serie, se capita la stessa cosa con le carote ……. 😉
    E che cavolo!!!!! Ma quelle bio spesso son più piccole delle mie (almeno dell’esponente maggiorata delle uniche tre che mi si son presentate quest’anno), son carote pacco, vebbè se sono extra dolci, ma piccole e pure un pò legnose ….. no grazie evviva il trans-genico 🙂
    Ma tieni in stasi tutta la carota o solo la parte tagliata? E se tieni solo la parte tagliata, come eviti che vena attaccata da antipatiche muffettine? Ma secondo te, e ci spennello un pò di ormoni della crescita (come si fa sulle radici dei bonsai dopo la loro riduzione) dici che mi viene fuori una carota pluri puntuta (lo so, dovrei usare delle sostanze tossiche per l’uomo, ma prima o poi c’è sempre qualcuno di non gradio che si auto invita a cena …. he he he) 🙂
    Vabbè ora semino nel mini tunnel un pò di carotonzole, e già che ci sono pure un gambicello o due per vedere come si comportano, poi vi faccio sapere

  5. ottobre 1, 2008 alle 10:08 am

    Puoi evitare gli ormoni di sintesi usando un pestato di corteccia di salice (il principio attivo è quello dell’aspirina), le carote vengono biforcute per un’eccesso di azoto, dove compri le carote bio? Che sfigati! Per ora le terrò in stasi nella sabbia vagamente umida a 10° circa…
    Saluti!

  6. 6 Gianluca
    ottobre 1, 2008 alle 10:53 am

    allora ti copierò, sabbia e umidità, ma dentro al mini tunnel.
    L’attuale spacciatore delle carote bio è …… l’ipermercato :o(

  7. ottobre 1, 2008 alle 2:54 PM

    Nessun problema di replica, grazie ai meristemi :-). Puoi andare avanti ad libitum, nelle piante la clonazione è un evento totalmente naturale e previsto dalla logica delle cose, niente effetto Dolly e niente effetto Dormiglione. Le carote la fanno semplice e non a caso sono la prima scelta quando si vuole fare un laboratorio didattico di propagazione vegetativa o di fisiologia vegetale.

  8. 8 Gianluca
    ottobre 1, 2008 alle 3:14 PM

    peccato che non capiti anche con il cinghiale, sarebbe molto più comodo e molto meno faticoso 😦
    Grazie mille Meris dei temi 🙂

  9. ottobre 1, 2008 alle 4:50 PM

    Quando semino carote,prezzemolo, insalate da taglio… dopo aver sparso il seme misto a sabbia batto con la pala strusciando all’indietro e avanti poi copro con vecchi sacchi di iuta o carta tipo tessuto non tessuto e tengo coperto fino a quando germinano(bagnaando regolarmrnte). Funziona anche nei periodi di molto caldo…:-)

  10. ottobre 2, 2008 alle 10:25 PM

    grazie Meristemi! Come sempre un valido appoggio nei momenti di difficoltà! E a Renato per le dritte sulla semina!!
    Ora sono collegato anche se a carbone e tiene finchè tengono i pannelli solari! se piove… saluti a tutti! 🙂

  11. 11 Gianluca
    ottobre 3, 2008 alle 10:36 am

    Non nominate invano i pannelli solari, sono immerso nel ginepraio legislativo che regola la loro incentivazione e son sempre più convinto che le leggi che vengono promulgate favoriscono il consumismo al posto del rispetto ambientale !!!!
    Spiegatemi com’è possibile che io sia avantaggiato nell’installazione dei pannelli solari se sono uno sciupone con utenze a scarso rendimento (che consumano di più) piuttosto che uno oculato con utenze ad alto rendimento (che consumano meno tipo elettrodomestici a tripla classe A, luci a led al posto di quelle ad incandescenza, ecc)
    Trovo non corretto che con la tipologia “scambio sul posto” posso vendere all’ente gestore solo il quiantitativo di corrente che consumo e non quello che posso “produrre” per cui se decido di installare i pannelli foto voltaici per poterne vendere di più dovrò aumentarne i miei consumi, che dal punto di vista ecologico (da cui dovrebbero nascere questi benedetti incentivi) ……. Sta cosa, a me, me pare nà strunzata!!!!
    Ma come si dice, fatta la legge trovato l’inghippo, “obbedisco” se per lucrare di più dovrò consumare di più …… il prossimo anno già mi ci vedo, mega resistenza elettrica per scadare l’acqua del Puffer al posto di usare tanta bella biomassa pellettosa!!!!!
    Ciao Nico, consiglia al tuo ospite di intsllare anche qualche pannellino a film sottile a tripla giunzione che capta anche l’IR, a cui le nuvole fan nà pipp…
    Ci-Auuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu

  12. ottobre 3, 2008 alle 2:32 PM

    HELP!!!

    La gallina perde le piume!!!Tante!

    E’ rimasta sola da una settimana dopo che ha fato fuori Highlander – l’ultimo pulcino.
    Non capisco cos’abbia ma sono proccupato, non esce praticamente mai dal pollaio (oggi poi tira un vento incredibile che ci ha fatto dire addio alla tanto sudata serra).

    Non sappiamo proprio cosa possa essere: cibo? solitudine?
    Oggi Daria lavora e io non so che pesci pigliare.

    Un sugerimento?

  13. 13 sb
    ottobre 3, 2008 alle 8:22 PM

    secondo me è stato il vento, o magari ha sbagliato a manovrare lo spadone.
    ciau ne

  14. ottobre 3, 2008 alle 10:33 PM

    non sono un’espertone… viaggio sull’empirico… lo spennarsi potrebbero essere parassiti o stress, dov’è più spennata? Sul killeraggio, non so, ma credo capiti, soprattutto se non riconoscono il pulcino come proprio…

  15. ottobre 4, 2008 alle 1:43 am

    Il suggerimento è di chiedere ad Andrea (Oryctes) che invece di polli è esperto, e non in senso metaforico (sta lassù nella colonnina di destra).

  16. ottobre 4, 2008 alle 2:13 PM

    che dritta sulla carota!!! se mai me ne verrà una carina proverò a clonarla!!! 😉 le nostre carote sono sempre piccole piccole … non crescono bene… sob.
    la gallina è andata in vacanza, l’abbiamo riportata dove è cresciuta… qui si sentiva sola. Però sta bene. Adesso ci riproveremo con 3-4 galline insieme che magari si fanno più compagnia!

  17. 17 sb
    ottobre 4, 2008 alle 7:35 PM

    ho visto i turni del lavoro di ottobre e, aimè, non posso fare la zingarata. sarà per la prossima volta.
    vi racconto una roba; venti anni fa ho preso in affitto una baita da un margaro. per me era come una caverna, l’ho lasciata come l’ho trovata; con la volta nera di fuliggine, il pavimento di pietra, il tetto di pietra, i muri ed il camino rigorosamente di pietra. piena di topi e ghiri, con le vacche di fuori e talvolta di dentro (quando un amico dimenticava la porta aperta prima di ritirarsi). fuori una quantità di prati boschi fiori bestie funghi erba fango pietre e di tanto in tanto un pastore che non rifiutava mai un goccio o una fetta di qualcosa. a volte son passati pure dei turisti; mi ricordo una volta che mio fratello di sangue e io decidemmo di passare una estate a giocare agli indiani (quelli con le piume, non quelli che han fame). eravamo sul tetto di pietra tutti pittati e con le pellicce e l’acqua di fuoco, in silenzio. passarono padre e figlio vestiti da treking, con la boraccia e le scarpine e zainino e bastone di nocciolo fresco fresco e quando ci videro noi ci tirammo in piedi sul tetto e ci limitammo al guardarli nelle palle degli occhi. sti due, va a sapere cosa pensarono, cominciarono a scarpinare giù per la riva senza ritegno, cadendo e rotolando e sempre in silenzio si dileguarono in un frusciar di frasche e rovi e foglie di castagno. penso che ogni tanto sti due si chiedano chi c’era su quel tetto.

  18. 18 sb
    ottobre 4, 2008 alle 7:58 PM

    ebbene, oggi il margaro che comprò la baita al margaro di prima mi ha detto che la baita era ormai di proprietà di un gelataio. proprio uno che vende i gelati. per caso oggi sono andato a funghi, non ne ho trovati, son passato da guido(al marghè), e poco prima di pranzare (funghi) mi ha dato la lieta novella (ma perchè qui dentro non bestemmia mai nessuno)?xxxxx xxx!
    dopo mangiato siamo andati con il trattore a prendere della roba mia che non intendo lasciare al gelataio; la stufa, il falcetto, la mazza, il trapano……certe pietre che ho collezionato negli anni (ne ho prese solo tre se no ci andava sette trattori) ed altre vaccate del genere.
    riempito il rimorchio, raccolto le mele, visto i danni dei cinghiali, bevuto mezza boccia di courvoisier, il margaro al volante ed io seduto sul cumulo culminante con un materasso di lana. ero proprio comodo, con la bocca piena di mela e lo sguardo puntato a terra in cerca di funghi. ad un certo punto guido mi fa “guarda li un fungo”; stava guidando un trattorino pericolosissimo, su di una mulattiera piena di pietroni e fango e tronchi di traverso, all’ombra. ubriaco e con la bocca piena di toscano. ed il fumaccio del motore che impestava l’aere ed io che gli sparavo cazzate a raffica negli orecchi e lui, con il casino del motore, capiva e rispondeva. ed ha visto il fungo; minuscolo. me lo ha regalato. la mia bella proverà per l’ennesima volta a piantare i funghi. bulè.
    probabilmente ero un poco scosso. o magari non li vedo proprio, a meno che non ce ne siano parecchi.
    ciau ne

  19. ottobre 5, 2008 alle 11:00 am

    @Gianluca:

    Il mecanismo dello “scambio sul posto” in teoria è così, ma per come la vedo io non bisogna lasciarsi ingannare dall’apparenza e guardare un po’ alla sostanza. Ed ai numeri.

    Ne ho scritto anche sul mio blog: http://voglioilfotovoltaico.blogspot.com/2008/09/dimensionamento-dellimpianto.html

    In pratica:
    – da un punto di vista strettamente economico, un impianto FV surdimensionato (ovvero: che produce più energia di quella che consumi) è comunque conveniente, perchè il contributo lo prendi per ogni KWH prodotto ed immesso in rete, indipendentemente dal fatto che lo consumi o no
    – se produci più di quello che consumi, non ottieni il risparmio del relativo costo… insomma, un discorso un po’ arzigogolato, da risparmiatore parossistico e nevrotico tipo Paperon de’ Paperoni… ma non certo un discorso di buon senso
    – nel futuro, il consumo di energia elettrica a scapito di altre fonti energetiche non potrà che aumentare (immagina, tra dieci anni, di avere una macchina elettrica… il tuo consumo di energia elettrica aumenterà di diversi kwh al giorno solo per questo)
    – nel futuro assisteremo a fortissimi aumenti dell’energia, compresa quella elettrica; se quindi avremo energia elettrica “d’avanzo”, non è peregrina l’ipotesi ce il vicino venga da noi ad usare la saldatrice per il cancello della porcilaia. Ovviamente poi ricambierà con un numero adeguato di salsicce… 🙂

  20. ottobre 5, 2008 alle 9:58 PM

    Grazie mille Archimede!
    Non so se Gianluca si riterrà soddisfatto, ma la partecipazione degli esperti è sempre gradita!

  21. 21 Gianluca
    ottobre 6, 2008 alle 9:53 am

    Grazie Archimede, ma ormai Nicola ha imparato a conoscermi 😉
    Siccome appartengo alla razza dei “San Tommaso” (ma di quelli tosti e cocciuti, ossia quelli che non ci credono fino in fondo se prima non ci si spaccano il naso) sabato, non contento di quanto mi avevano detto presso la ditta produtrice, ho ancora chiesto ad una azienda che vende sistemi fotovoltaici “chiavi in mano” se effettivamente avevo capito bene per le leggi che regolano lo scambio sul posto e se non c’era altro modo per avere un ritorno di invstimento. Mi è stato risposto che per lo scambio sul posto è effettivamente così (vendi e quindi lucri sulla quantità che consumi e se hai l’impianto sovradimensionato il resto lo regali “a babbo morto” ossia se non lo consumi entro tre anni), mentre mi è stato detto che c’è un altra opzione che è quella di vendere tutta (e mi par di aver capito “solo”) l’energia non utilizzata. Siccome era tardi, c’erano altri clienti che aspettavano e non aveva materiale “cartaceo” da darmi a supporto di quello che diceva (San Tommaso insegna, se non sta scritto da qualche parte, è difficile che sia proprio così, se invece è scritto ….. scopri da dove è tratto e controlla che non si tratti di una libera interpretazione) per cui siamo rimasti d’accordo che mi invierà per posta elettronica del materiale per capirci qualcosa.
    Che colpa ne ho io se non ho più un soldo in banca e tante idee per la testa!!!!!
    Ora vorrei, alzare il tetto ed aumentare casa di una settantina di metri quadri, avere un tetto fotovoltaico sulla falda a Sud che si auto paga (e che mi paghi buona parte delle spese ri rifacimento del tetto), e un tetto verde su quella nord, scavare i 50 metri cubi che mi toccano di diritto per realizzare la cantina ed un locale tecnico in ui ficcare la caldaia a biomassa, ampliare la tettoia dietro casa (giusto pr creare una stanza/cucina per le conviviali mangiate) e verandarla con moduli a triplo vetro camera ombreggiati con pellicola a triplo film fotovoltaico su tutto il lato sud (sempre per quella questione del ricevere soldi dalla banca senza poi dovermi prostituire per renderli) e magari già che ci sono preparo una struttura che possa sorreggere un bel tetto strutturato a verde intensivo che così non mi perdo spazio di giardino per l’ampliamento.
    Semplice no 😉

  22. 22 Gianluca
    ottobre 6, 2008 alle 11:30 am

    dimenticavo.
    Grazie Archimede per l’interessamento, se riuscirai a sopportarmi appena mi mandano il materiale vorrei discuterne un pò con te, magari assaltandoti direttamente su “voglioilfotovoltaico”.
    Invece per quanto riguarda la casetta ci sarebbero anche le cisterne per il recupero dell’acqua piovana ed adeguamento dell’impianto idraulico dei baqgni e del giardino per l’utilizzo dell’acqua di recupero, l’ampliamento della zona adibita ad orto con innalzamento del declivio per mezzo di un bel terrazzamento a copertoni di auto (santo Nicola che mi mostri la Via, nonchè benedetto gommista che lavori sotto l’ufficio) e suo stabile ancoraggio per mezzo di piantine di vetiver (grazie Marco di tutti gli sforzi che stai facendo per farci conoscere questa fantastica piantina) e già che ci sono trattamento fitodepurativo delle acque di scarico della IMOF (convogliate in tre o quattro tubi per acque bianche bucati a mo di gocciolatoio sul lato basso e chiusi in testa con tappo a vite per consentirne la periodica pulizia e scovolinatura) che funzioni per mezzo di un sistema similare a quello di Folke Gunter (ma interrato), ossia con una bella guaina impermeabile su cui posare una serie di copertoni riempiti di pietre e ghiaione, in modo che venga creato un capiente bacino a V profondo una ottantina di cm e che, per mezzo di uno scarico ad U, l’aqua trattata dalle vetiver venga convogliata in una capiente tanica tumulata (es cubo ingabbiato da 1000 litri, che non dovrebbe aver bisogno di particolari accorgimenti per rendere calpestabile il terreno cirostante), dotata di un tubo di sfiato che funzioni anche da indicatore del livello del riempimento (sfiato realizzato con un tubo per acque bianche poggiato verticalmente sul fondo della vasca e che per la parte emergente dal terreno presenti un taglio lungo l’asse verticale protetto con una rete anti zanzare, e con alloggiato all’interno un galleggiante sormontato da una astina metallica un pò più alta della tanica stessa dotata a sua volta di una sfera colorata che funzioni da indicatore del livello raggiunto all’interno della tanica), il tutto corredato da una pompa ad immersione per il riutilizzo delle acque così trattate (es. per irrigare le vetiver che funzionano da stabilizzatrici del terreno).
    Detto così è tutto semplice, ma con un budget inesistente è un lavoro ….. ciclopico 😦
    IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO !!!


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