02
Feb
09

dio è morto, marx è morto e anche io non mi sento troppo bene…

Dopo pochi e rapidi giorni di sole, che hanno permesso di finire la realizzazione di alcuni bancali per il mio “Orto Sinergico Eretico”, ha ripreso a nevicare.

Le giornate si trascinano tra il preparare brodini alla dolce metà ed al perfido frutto del nostro amore, sdraiati dall’influenza, ed il dare una risposta pratica all’eterno esempio di progettazione in permacultura del pollaio abbinato alla serra.
Pare che alcuni permacultori vadano in giro raccontandolo ma che raramente si siano trovati a costruirne uno… forse erano troppo impegnati a costruire case in balle di paglia…

Se notate un tono vagamente sarcastico in ciò che scrivo, lasciate perdere, non aggiungete del vostro per favore… è che ultimamente mi sto scontrando con alcuni “integralismi sinergici”.
E qui, già ci si dovrebbe chiedere e cosa c’entra la permacultura(*)… niente, non c’entra niente ma mi girano e basta…
D’altro canto, me l’ero presa con i contadini tradizionali… tra un po’ me la prenderò con quelli “famolo strano”…

Ma non dovevo scrivere di questo.
Volevo solo segnalare a tutti quelli che si apprestano alla “Crisi”, ai fanatici da “fine del mondo” e ai bricoleur “demoniaci” che qualcuno, da qualche parte sta creando un database dei “Vecchi Saperi”.
No, niente a che fare con le competenze della nonna a meno che non fosse un ingegnere del 1800…
Tra i titoli:

A complete treatise on practical land-surveying (1870).pdf
A Manual of Metallurgy, Or Practical Treatise on the Chemistry of the Metals (1852).pdf
A modern and practical treatise on the diseases of horses, horned cattle and sheep (1838).pdf
A popular and practical treatise on masonry and stone-cutting (1828).pdf
A Practical treatise on diseases of children (1873).pdf
A Practical Treatise on Dyeing and Calico-printing Including the Latest (1846).pdf
A Practical Treatise on Dying Woolen, Cotton, and Silk Including Recipes (1834).pdf
A practical treatise on foundations, explaining fully the principles involved(1907).pdf
A Practical Treatise on Friction, Lubrication, Fats and Oils (1906).pdf
A Practical Treatise on Grasses and Forage Plants Comprising Their Natural History, Comparative (1857).pdf
A Practical Treatise on Making and Repairing Roads (1844).pdf
A practical treatise on mechanical engineering (1881).pdf
A practical treatise on mill-gearing (1877).pdf
A Practical Treatise on Roads, Streets, and Pavements (1876).pdf
A Practical Treatise on the Construction, Heating, and Ventilation of Hothouses (1881).pdf
A Practical Treatise on the Manufacture of Bricks, Tiles, Terra-cotta, Etc (1884).pdf
A Practical Treatise on the Manufacture of Soap and Candles (1888).pdf
A Practical Treatise on the Manufacture of Starch, Glucose, Starch-sugar (1881).pdf
A Practical Treatise on the Steel Square and Its Application to Everyday Use.pdf

Ma il database cresce di giorno in giorno quindi conviene andare alla fonte.

Vi segnalo solo il manuale sulla cura omeopatica dei polli, da non perdere!
The Poultry Doctor Including the Homeopathic Treatment and Care of Chickens, Turkeys, Geese, Ducks and Singing Birds, Also a Materia Medica of the Chief Remedies.pdf

(*) Per la cronaca: l’agricoltura sinergica è una tecnica di coltivazione, la permacultura una tecnica di progettazione in cui è ascrivibile, volendo, l’agricoltura sinergica. L’uno non è l’altro…


74 Risposte to “dio è morto, marx è morto e anche io non mi sento troppo bene…”


  1. 1 Cristiano
    febbraio 2, 2009 alle 9:51 am

    he he he, grande!

  2. 2 gabriele
    febbraio 2, 2009 alle 11:19 am

    Caro Nicola,gli *integralisti*,che mi ricordano da vicino la cultura dei taliban,li troverai ovunque.
    Il *bello* di questa cultura è che è impossibile ragionarci:da un lato è frustrante,ma dall’altro è un risparmio di tempo.Come suggeriva Dante:”non ti curar di lor,ma guarda e passa”.
    Continua per la tua strada,Nicola:stai facendo una cosa importante.
    Ciao.

  3. 3 sb
    febbraio 2, 2009 alle 3:52 PM

    l’articolo sulla vetiver del “la stampa” è sul sito del”la stampa”; basta chiedere vetiver. sempre se creative commons era riferito a stu fatto.
    la lapide, va da sè; se di lapide si tratta che cosa gli frega a chi c’è sotto di ciò che sta scritto sopra. una beata cifola; li è e li marcirà per il resto del tempo che ci va per marcire.
    le lapidi sono per chi sta fuori, mica per chi sta sotto.
    e la fine del mondo e principiata quando il mondo principiò.
    come dicono a casa di una mia amica berbera “sto bene come l’acqua che corre nel torrente”. finchè corre!
    ciau ne

  4. febbraio 2, 2009 alle 3:57 PM

    Ho detto basta ora , mi stavo perdendo nei meandri del vostro sito, blog, risorse varie,ecc… Tutto e’ interessannte , di piu’,moltissime le informazioni! Ma ora sento il bisogno di di presentarmi, di chiaccherare anche ; di informazioni ,di scritti ce ne sono troppi, sento il bisogno di capire cosa mi fa bene ora senno rischio veramente di scontrarmi con mille teorie . Mi sto entusiasmando di permacultura , agricoltura naturale ,biologica e di tutto cio che ne segue abito a Trieste, ma mi sto trasferendo in Chile, appunto per un progetto di agricoltura organica,non sono giovanissimo, non ho moltissima esperienza ,molto tempo che non coltivo ,anche se organizzavo un mercato importante di agricoltura e prodotti biologici.
    Ho bisogno di una mano, vorrei assimilare e scambiare conoscenze del vivere piu’ autonomamente possibile, non ho molta dimestichezza col computer ora,ma sono sicuro che sara’ uno strumento utile oltre che comunicare a quattrocchi .
    un abbraccio
    Adino

  5. 5 sb
    febbraio 2, 2009 alle 4:33 PM

    pianta da subito della mariuana; cosi poi, calmamente, a non so quantimilameter, ti destreggi. che la terra ti vuole bene quindi basta dargli tutto quello che puoi e di rigetto anch’essa imparerà ad amarti. poi lì c’è anche la coca che ti alleggerisce.
    e che a tutti girino le palle.
    bon sb

  6. 6 lalica
    febbraio 2, 2009 alle 4:43 PM

    un paio di giorni fa guardavo il mio orto sepolto da 60 cm di neve e pensavo: ora faccio una foto e la mando a nicola, giusto per fargli capire come è qui il tempo… ^_^
    quest’anno mi sa niente letti caldi almeno non tanto presto, qui si mormora che debba nevicare almeno altre 6 o 7 volte.
    poi oggi pomeriggio ho avuto il colpo di grazia, il vicino (nonchè ancora proprietario ufficiale del mio orto) ha chiamato uno a togliergli la neve ammucchiata da un mese con lo sparaneve.
    Dove è andato a finire quel bel miscuglio di neve e sale?
    braaaavi, sui miei bancali, sul mio grano, sul mio orzo.
    e naturalmente nella strada che uso per collegarmi al mondo (strana faccenda, pare che sia comunale ma in tre anni non ho visto un mezzo comunale passarci a togliere la neve, tanto Lica e Leo spalano. e infatti stamattina Leo aveva spalato, anche davanti alla casa della vicina anziana)
    ne ha aggiunta un bel pò.
    peste lo colga, quel mucchio non dava fastidio a nessuno.

    per dire cosa? che oggi girano anche a me.

    p.s. grazie per il link, forse ora a casa non mi guarderanno più come una pazza quando parlo di raccogliere vecchi libri e manuali, o vecchie ricette o vecchi saperi.

    (però è strano, la neve dovrebbe essere rilassante e invece vedo in giro un bel nervosismo 😛 sarà neve ogm)

  7. 7 sb
    febbraio 2, 2009 alle 5:09 PM

    lalica, la pala non è solo un atrezzo per spalare.
    sb

  8. febbraio 2, 2009 alle 5:15 PM

    Ciao Nicola, io sono talmente stanco degli integralisti integri e dei teoretici teorici (dove vanno a finire tutti quelli che pagano per fare corsi di permacultura e orto sinergico??) che parlo e scrivo solo di quello che faccio, che leggo e che mi interessa.
    Buon cammino…Renato

  9. 9 lalica
    febbraio 2, 2009 alle 5:24 PM

    scusatemi se intervengo di nuovo.
    ma l’elenco dei manuali sopra postato mi ha fatto ricordare che sono ancora alla ricerca di un libro del 1916 (o 17) dal titolo Orto di Guerra.
    insieme a questo (yesssss I hate english) dovrebbe esistere tutta una serie di manuali dell’autarchia editi nel periodo del fascismo, dai titoli interessanti tipo: come lavare senza sapone, come allevare galline sul balcone, e via di questo passo.
    Sarebbe, secondo me, interessante ritrovarli.

    nella convinzione che sia meglio coltivare piante autoctone (o meglio, nella convinzione che madre natura abbia fornito quanto necessario nello spazio ragionevolmente percorribile da un essere umano) ho trovato anche questo manuale di coltivazione della ginestra:

    Fai clic per accedere a ginestra_manuale.pdf

    leguminosa, apparato radicale profondo, pianta da fibra tessile…
    simpatica…
    quello che ho linkato è uno studio moderno (2006) ma forse esiste qualcosa di più datato

  10. 10 sb
    febbraio 2, 2009 alle 5:29 PM

    perchè, ci sono dei pistola che pagano per farsi insegnare a zappare la terra?
    e se pagano caro allora se la son cercata.
    a sto punto io mi vendo. e pure a caro prezzo. corsi di zappa e vanga per ducaconti annoiati. e gli scopo pure la nipote. a pagamento.
    sb

  11. 11 Luigi
    febbraio 2, 2009 alle 5:42 PM

    LALICA io se vuoi ho un po di vecchi libri e manuali.. epoca fascismo ma anche piu vecchi.
    Per intenderci, manuali e appunti del periodo dal 1700 ai primi del 900.
    Roba da cerusici.. con su annotati metodi e ricette che oggi farebbero inorridire un rospo.
    Vabbe se poi interessano e se i proprietari dell’orto mi danno il permesso magari posto qualche ricetta.

  12. 12 Salvatore
    febbraio 2, 2009 alle 6:27 PM

    @ sb
    mitico!! neanche a zelig ti meriterebero ^_^
    :):)

  13. 13 Salvatore
    febbraio 2, 2009 alle 6:28 PM

    ops, manca una b… eccola

  14. 14 sb
    febbraio 2, 2009 alle 7:03 PM

    bba! zelig fa cagare. e per le bba ci va la laurea.
    preferisco i pastori che non si genano (non si intimidiscono)? nel passare delle ore in silenzio
    guardando nel vuoto e poi sputano una verità, magari scontata, magari inaudita.
    magari sputano il tabacco di un toscano che gli girava tra i denti da un po. che se ti sbagli e ti va una bava giù per la gola ti bruci l’esofago. che tristezza nè. magari seduti davanti ad un barun da liam (una montagna d letame), con il cane azzoppato apposta perchè diventi cattivo, che guarda gli altri cani che girolano e non faticano e son buoni per le vacche ma non per la guardia.
    non sembra ma la terra è crudele; sembra l’paradis ma l’è l’infern.
    io continuo a giocare così non gambizzo i miei due tabui (cani).
    ciau ne

  15. febbraio 2, 2009 alle 9:54 PM

    Ragazzi… ma che ci sto a fare io qua? Fate tutto voi! 😀

    @Salvatore – un sardo che si perde le doppie? Tu non me la conti giusta!

    @Renato- approvo, poi, come sempre… quei due o tre buoni in giro ci sono, è che non parlano più di tanto e centellinano il web… o proprio lo saltano a piè pari. E qui ci mettiamo una bella tirata sul “mezzo”, sei tu che usi il “mezzo” o lui che usa te ecc… ecc… (quest’ultima parte è blanda e melliflua autocritica…)

    @Adino- Ben venuto! Per condividere e raccontare sentiti libero di invadere tutto lo spazio che sb e lalica lasciano libero 😀

    @Lalica e Luigi – tutto ciò che volete postare potete “buttarlo” nei commenti (ma si rischia che vada perso) o mandarmi una mail che “impacchetto” tutto in un post a vostra imperitura memoria!

    Comunque… bello l’inverno eh, proprio bello… ma dopo un po’ c’ha veramente rotto i co*****

  16. febbraio 2, 2009 alle 9:59 PM

    @ Lalica

    Si dà il caso che il sottoscritto sia in possesso di un simpatico libercolo dal titolo “L’orto d guerra”, in carta che smbrerebbe riciclata ma non credo lo sia, data l’epoca (ma durante il fascismo si inventarono si tutto per risparmiare), prima di copertina con una donna che zappa su sfondo verde, 94 pagine, edito a Bologna nel 1941.
    La data non coincide con quella indicata da te, a meno che tu non abbia invertito le cifre…
    Fammi sapere se è quello che ti interessa, potrei anche prendere in considerazione l’idea di digitalizzarlo.
    Ma non è un gran chè, qualunque manuale demetra gli dà una lunghezza…

    Andrea scripsit.

  17. febbraio 2, 2009 alle 10:01 PM

    Dimenticavo:

    Grazie Gabriele, se tu riesci a radunare un gruppetto di transizionisti a Torino vinci di diritto la medaglia ed un soggiorno gratis tra le zanzare dell’orto!

    @ Cristiano, non ridere! 😉

  18. 18 lalica
    febbraio 2, 2009 alle 11:29 PM

    non ho invertito le cifre, è che di “orto di guerra” ne han fatti un bel pò
    se non ti è di troppo disturbo (io non amo molto scannerizzare ci partono pomeriggi col macinino che va lento lento lento) lo accetto volentieri.

    per il resto ho preso una saggia decisione, un giorno di questi, impegni e pigrizia permettendo, deciderò di andare in qualche biblioteca di torino (la minuscola non è casuale 😛 è proprio abitudine ed anche un pò di rivalsa) e farò le mie belle ricerche sui libercoli di cui sopra…

    ma forse si ma forse no, vedremo!
    il fatto è che avere le cose in lingua italiana è troppo bellissimo.

    p.s. nicola, mi torna in mente un libro del ’56 (o ’53 boh, dò già i numeri e nemmeno ho provato la ricetta del vin brulè degli speleologi) dal titolo pollicoltura moderna, io non avevo polli (non li ho e non li avrò almeno fino a che il fidanzato non finirà il fiato visto che non l’ho convinto nemmeno cercando qualcuno che li prendesse a fine stagione e ne facesse quel che vuole) però mi era piaciuto soprattutto perchè era dedicato alla “gente modesta” e quindi dopo la spatafiata su proteine e non proteine c’era una bella tabella in cui erano indicati, per ogni cibo, i “rossi” e i “gialli” prodotti (o producibili) molto semplice ed
    intuitivo ed alla portata di chiunque.
    cià che quello posso recuperarlo

  19. 19 Daria
    febbraio 3, 2009 alle 11:21 am

    Evviva l’omeopatia dei polli! aggiungo che ho trovato un insegnante (il contadino mio vicino) per imparare come prendersi la responsabilità di quello che ci mangiamo (in altre parole… … … lascio alla vs immaginazione la fine della frase)Penso che stia iniziando una lunga fase di vegetarianesimo perché questa scelta è durissima. Nicola, ma come fai a sapere e a fare tutte queste cose?! 😉

  20. febbraio 3, 2009 alle 1:08 PM

    Tutta la verità nient’altro che la verità?
    Sono una casalinga frustrata e disoccupata 😀

    Io sto ancora valutando l’assoldare un killer (la vecchina che abita poco distante)ma sarebbe barare… Steve Solomon ha craeto un neologismo tempo fa per il mio tipo di dieta “vegetabletarian”, non traducibile in italiano ma il concetto è “mangio poco e pochissima carne”… per ora provo a catturare pesci… ma sono più furbi di me.

  21. 21 gabriele
    febbraio 3, 2009 alle 3:44 PM

    Mah…qualche trasiz si è scoperto.Per ora sono alla fase:raccolta dati di disponibilità,ma può darsi che
    riusciremo a passare alla fase “parliamone un po’”.
    Qual’è il numero legale per vincere il premio? 🙂
    Ciao!

  22. 22 sb
    febbraio 3, 2009 alle 5:25 PM

    io che non schiaccio i moschini anche se mi succhiano il sangue e che quando avevo appeso in garage il porchettino da fare allo spiedo volevo seppellirlo; se avessi fame per davvero penso che sarei capace di mangiarmi i mie due cani bastardi. e i gatti del vicinato. e i cani del vicinato. probabilmente anche il vicinato medesimo. buon appetito.
    ciau ne

  23. febbraio 3, 2009 alle 6:31 PM

    Quando comprai i miei primi 10 pulcini di ovaiola (ora anch’io ho la mia brava incubatrice a lampadina, compie ora 3 anni ed è madre di numerose galline di svariate razze) presi anche la decisione di non agire da vigliacco, che se volevo continuare a mangiare carne (non ne mangio molta, chè non fa neanche bene, ma un paio di porzioni a settimana, affettati compresi, di solito non me le toglie nessuno) dovevo anche assumermi la responsabilità di sopprimere il mio cibo, quando sarebbe servito.
    E con la supervisione di mia nonna (85 primavere alle spalle) provai a tirare il collo di una gallina. Risultato: mezz’ora di agonia per la povera bestia, 4 tentativi falliti, ci prova mia nonna presa dalla disperazione ma si arrende all’età e me la cede di nuovo, al quinto tentativo mi rimane la testa in mano e finalmente il volatile mi ringrazia d’essere morto.
    Ora ho abbandonato questa tecnica in favore della decapitazione con l’accetta ed il ciocco, così sono sicuro che sia una botta e via, e che soffrano il meno possibile. Ma non è mai un lavoro piacevole, lascia sempre un po’ d’agitazione, di tachicardia, e un sapore amaro in bocca…
    Non m’importa se a qualcuno interessa capire come procedere all’eutanasia di un volatile, questa è una delle attività a cui non dedicherò mai un post sul mio blog…

    Andrea scripsit.

  24. 24 iano
    febbraio 3, 2009 alle 9:37 PM

    non mi prendete per pervertito.
    digitando il nome del mio paese su youtube ho trovato il video di uno sgozzamento di una capra fatto in maniera molto simile a quella prescritta dal Corano affinchè si possa mangiare la carne dell’animale.
    in tema di autarchia e riscoperta delle radici, i nostri nonni penso abbiano almeno visto queste cose, fin da bambini, e poi le abbiano fatte di persona.
    è ovviamente crudo, soprattutto per chi come me non ha mai visto prima niente di simile, ma penso valga la pena. uno può imparare come si fa oppure diventare vegetariano.
    nel caso siate curiosi, digitate “avola marocco” su youtube.
    declino ogni responsabilità per eventuali conseguenze nefaste sulle vostre menti 🙂
    saluti

  25. febbraio 3, 2009 alle 10:02 PM

    Ueilà! Siamo finiti su un tema scottante!
    Io, di per mio, sono dell’idea che se proprio voglio mangiare carne devo assumermene direttamente le responsabilità… mangio quasi esclusivamente verdure.
    Comunque, non è facile stabilire un parametro di “buona vita” e “buona morte”…. e mi perdonino i vegani/vegetariani…

    @Iano – Non posso vederlo causa connessione a 56K ma già così mi passa la voglia 🙂

    @ Gabriele- boh? diciamo tre di minima (che se era due ci mettevi la tua compagna e non vale!) 😉

  26. febbraio 3, 2009 alle 10:25 PM

    @ Lalica
    Et voilà:
    Ferrari, Nicola
    L’orto di guerra : come si coltivano e si cucinano gli ortaggi / N. Ferrari
    Bergamo : Tip. Soc. Ed. Commerciale, 1917.
    120 p. : ill. ; 23 cm
    BN 1917 2700. CUBI 230545.

    http://opac.bncf.firenze.sbn.it/opac/controller.jsp;jsessionid=6A36F01B7906B5D0C3FAF68CA691F6AC?action=notizia_view&notizia_idn=cub0269979&query_action=search_basesearch&query_filterterm=&query_position=6&query_maxposition=12&query_orderby=&query_filterterm=&query_querystring_1=orto+di+guerra&query_fieldname_1=keywords

    Lo trovi senz’altro alla biblioteca nazionale di Firenze.
    Se non lo trovi in biblioteca a Torino, le possibilità sono due:
    – trovare un’anima pia fiorentina che lo prende in prestito, lo scannerizza e lo rende finalmente disponibile alle folle oceaniche che lo stanno cercando
    – ricorri al prestito interbibliotecario

  27. febbraio 3, 2009 alle 10:31 PM

    @ acquaramata
    Mai partecipato alla macellazione di un maiale? Quelle si che son sensazioni forti… di quelle che corri il rischio di diventare vegetariano.
    (Rischio che, personalmente, ho ormai ampiamente superato, per fortuna).
    In confronto la macellazione di una gallina non è nulla… la gallina non grida, non ti fa capire se ha paura, ha degli occhi che meno espressivi non si può… io personalmente non sono ancora convinto di poter classificare la gallina come appartenente al regno animale: per me è solo un vegetale un po’ più evoluto… 🙂

    “LA GALLINA / NON E’ UN ANIMALE / INTELLIGENTE” ecc. ecc.

  28. febbraio 3, 2009 alle 11:43 PM

    Dubito, dubito molto che un libretto del ’17 lo diano in prestito interbib.
    Quello del ’41 è dell’Ufficio propaganda del PNF, nientemeno!

    E devo anche raccontarvi come se la cavava Pollan con i polli 😦

    equipaje, contenta di non essere la vicina di casa di sb

  29. febbraio 4, 2009 alle 12:10 am

    Chapeux alla “bibliotecaria” e ad Archimede per il recupero testi persi!

    …bhè…Pollan se la cava anche peggio, poi, con il cinghiale…
    In ogni caso (anche se non è l’ora) io sto mangiando una pasta con i broccoli… possiamo rimandare che mi si sta bloccando sullo stomaco? 😉

  30. 30 amalia
    febbraio 4, 2009 alle 10:10 am

    …scusate l’ignoranza,non ho galline,se si riesce a trovare il manuale di cui parla lalica,le alleverò sul balcone… quanto vive in media una gallina?…non si può aspettare che muoia di morte naturale?…ciao

  31. febbraio 4, 2009 alle 10:36 am

    Gallina vecchia fa buon brodo, ma arrosta è immangiabile… tanto varrebbe farsi gomene arrosto.
    Inoltre, se una gallina la alimenti per tutta la sua vita aspettando che muoia di vecchiaia prima di mangiartela, mi sa tanto che il ritorno dell’investimento non è molto buono… 🙂
    Infine: tu ti fideresti a mangiare una gallina che non sai di cosa è morta?

  32. febbraio 4, 2009 alle 11:38 am

    (Nicola, ma allora lo hai letto anche tu Il Dilemma? Sul tema io sto rimandando un post da oltre sei mesi. Lascio recensire a te? Recensiamo stereofonicamente?)

  33. febbraio 4, 2009 alle 1:23 PM

    l’ho letto a Natale (me l’hanno regalato) e, ti dirò, mi sono un po’ depresso… facciamo ragionamenti molto simili ma lui scrive molto meglio e ha una villetta sulla bay californiana (oddio! questo passa già per “recensione”?!) Comunque, l’idea del post stereofonico mi garba non poco… mmmmh, possono venire fuori cosine interessanti!
    per non svelare niente ai gentili (e dotati di incredibile pazienza) lettori magari ci sentiamo via mail.

    …TAH DAH! SUSPANCE!!! 🙂

  34. 34 sb
    febbraio 4, 2009 alle 1:49 PM

    equipaje, GROARRR
    ciau neh

  35. febbraio 4, 2009 alle 2:34 PM

    Mi scuso con tutti i vegetariani e vegani, ma proprio mi scappa: OH!!! Finalmente! uno spazio in cui si può parlare di come uccidere le galline! Devo dire che qui ho trovato qualcuno che mi capisce e che mi risponde senza chiamare il sert. Non so quando farò questo passo, o se mai lo farò, … dovrò avere molta fame, anche perché non penso che siano animali stupidi, che non ti guardino e che non urlino… ma condivido quanto detto: 1.prendersi la responsabilità di quello che si mangia; 2.meglio aver visto crescere quello che si mangia (sia animale che vegetale); 3.sapere cos’ha mangiato la pianta o l’animale nell’arco della sua vita; 4.essere sicuri della salute della pianta e dell’animale prima di mangiarlo (e sapere quindi anche come sono morti)… ecco Nicola nuovi spunti per la prossima puntata: da global garden a global poultry yard (in appendice note del comitato di autoemancipazione e liberazione dei polli).

  36. 36 iano
    febbraio 4, 2009 alle 3:18 PM

    Istruzioni su come superare il rifiuto di uccidere il proprio cibo:

    1. LEZIONE SPIERITUALE. molte culture considerano l’essere umano come una via di mezzo tra l’angelo/spirito e l’animale. iniziamo a dar ascolto alla voce dell’animale in/attraverso cui viviamo nel mondo, e non solo/sempre a quella dell’angelo che pensa pensa pensa…

    2. LEZIONE PRATICA. cerca tra le dita delle mani una che sia facile da usare e non troppo ingombrante (io preferisco l’indice destro); sorridi cercando di mostrare tutti i denti, come se stessi imitando Silvio B.; appoggia il tuo dito preferito al centro della dentatura; poi, senza staccare il dito dai denti, spostalo a tua scelta verso destra o verso sinistra; molto presto incontrerai un dente piu’ lungo degli altri. A questo punto, chiediti come mai l’animale in/attraverso cui vivi nel mondo ha sviluppato questa piccola brutta zanna e fa’ sapere la risposta all’angelo di cui sopra.

    nota bene: i veg* fanno benissimo ad esserlo per svariate ragioni che possono spiegarvi meglio di me, ma credo che non ci sia niente di particolarmente crudele o gratuito nell’uccidere un animale al fine di un (moderato) consumo di carne.

    Saluti.

  37. 37 Gianluca
    febbraio 4, 2009 alle 3:43 PM

    Mi sa che son arrivato tardi per dare il mio contributo in fatto di “pratiche macabre” nei confronti degli animali da allevamento.

    Premessa, al momento non ho animali da cortile (mi fornisco la scusa che sono troppo impegnativi, e che avendo già grosse difficoltà a gestirmi la casa e le bestiole da compagnia …) ma da tempo ho voglia di piazzare un bel pollaio ed un recinto per conigli da allevare a fini “alimentari” e seppur peccando in pratica diretta mi son ritrovato più volte ad osservare come funziona nei posti in cui questa attività è paragonabile ad una catena di montaggio.

    Con il mio lavoro infatti mi son trovato a visitare stabilimenti di macellazione di bovini, suini, avicoli (polli e quaglie) ed ugulati (conigli) e devo dire che il trovarsi in un abiente dedicato alla morte …. bhè, fa molta impressione e ogni volta mette a disagio, ma consente di vedere delle tecniche che forse sono in grado di far soffrire un pò meno gli animali.

    Perquanto riguarda le usanze dei nonni ho notato che tutte quante peccano di “misericordia” nei confronti del futuro pasto, osssia o si è esperti o si rschia veramente di far soffrire inutilmente (come testimonia acquaramata) la povera bestiola.

    Andando al sodo, in tutti gli stabilimenti che ho visionato, c’è un denominatore comune, prima di uccidere l’animale lo si stordisce!!!

    Il sistema più comune (e devo dire molto efficace) è la scossa elettrica che viene impartita con sistemi diversi a seconda dell’animale, ossia con una forcella montata su un bastone per i suini (l’animale viene toccato sulla testa e cade a terra svenuto), con una vasca piena d’acqua elettrificata per polli e quaglie (una volta appesi per le zampe la testa a penzoloni veniva fatta passare nell’acqua elettrificata) o con un “taser” da muso per i conigli (la bestiol veniva appoggiatasu un tavolo alla cui estremità era posizionato un dispositivo a “v” nel quale si infilava il muso dell’animale).

    Meno comune (e sicuramente più costoso) è lo stordimento con gas(CO2) di cui conosco l’esistenza ma non ho mai vist di persona. Io per esempio ho in casa una bombola di CO2 che serviva per l’acquario, se uno riesce a trovare il modo di ficare solo la testa dell’animale in un sacchetto collegato con un tubo alla bombola credo che non serva neppure una grossa quantità di CO2 (in più la carne sarà + rossa, in quanto la CO2 ritarda l’ossidazione, infatti i prodotti in atmosfera modificata anche se vecchi restano “attraenti” alla vista per questo motivo).

    Siamo nati predatori e ci piace la carne, ma è troppo facile credere che questa nasca già confezionata nelle vaschette del supermercato.

    Ciao a tutti

  38. 38 sb
    febbraio 4, 2009 alle 5:00 PM

    gianluca, poi salta fuori il cardinale e dice che è tutta una palla e ti sparisce il coniglio tra le mani.
    l’importante,secondo me, è non far vedere agli altri polli che stai tirando il collo al loro caro cumparenipote. o ai conigli che stai sfracellando la testa alla loro sorellina.
    poi ciaf, nel vino una notte, poi la polenta.
    teoricamente.
    io compro la carne al negozio.
    ciau ne

  39. febbraio 4, 2009 alle 6:15 PM

    @Gianluca:

    I conigli non sono ungulati ma roditori.

    Se mi trovi un capriolo che sia facile da allevare come un coniglio, farai la mia felicità e la tua fortuna… 🙂

    A parte questo:
    – per il maiale, il classico chiodo sparato nel punto giusto con l’apposita pistola non richiede nessuno stordimento preliminare: il maiale cade fulminato in 0 secondi netti.
    Il problema è che se sbagli anche solo di tre cm, allora il lavoro non è più tanto “pulito”…

    – per le galline: non c’è nulla da stordire. Sono già abbastanza stordite del suo… 🙂

  40. 40 Gianluca
    febbraio 4, 2009 alle 6:26 PM

    @Archimede

    per gli ungulati mi sa che hai proprio ragione 🙂

    invece per le altre bestioleti assicuro che senza stordimento sarabbe assai + “sporco” il lavoro nelle catene di macellazione.

    Comunque se mi troverò nella condizione di dover macellare una bestiola sono certo che prima la stordirò in qualche modo, foss’anche solo con della grappa 😉

  41. febbraio 4, 2009 alle 6:31 PM

    @ archimede:

    Ho assistito attivamente alla macellazione del maiale, nel senso che ho fatto da “garzone”, porgendo attrezzi, solelvando quarti e sgrassando carne e cotenne, nella fattoria sociale dove lavoro. Devo dire che non è stato un bello spettacolo.
    Ma peggio ancora è stato dovere decapitare dei germani reali (anche lì da anatroccoli son tanto carini, poi coi maschi che ci fai? E sono di un buono…), hanno uno sguardo di una profondità tutta particolare, fa impressione.
    E mi sa che è meglio fermarci qui, povero Nicola, gli abbiamo insozzato il blog di sangue innocente…

    Andrea scripsit.

  42. febbraio 4, 2009 alle 6:35 PM

    @ Amalia – c’è una bellissima conferenza tenuta da Dennis VanEngelsdorp durante uno degli happening del TED in cui si vede una famiglia in centro a Parigi che alleva api sul balcone raccogliendo miele… meglio dei polli, ed abbiamo risolto i problemi amletici.
    LINK – http://www.ted.com/index.php/talks/dennis_vanengelsdorp_a_plea_for_bees.html

  43. febbraio 4, 2009 alle 8:04 PM

    Però adesso mi spieghi come fai a macellare le api… 🙂

    Scherzi a parte: buono il miele, ma non può certo sostituire una succulenta braciola… o uno stinco brasato.

  44. 44 sb
    febbraio 4, 2009 alle 8:51 PM

    qui i maiali li appendiamo con un gancio, infilato dietro ai garretti posteriori, ad un trave. cominciano a gridare che fa impressione, ma proprio tanto. così facendo il cuore pompa più velocemente e, quando lo si sgozza, piscia fuori il sangue più in fretta e la carne vien più buona.
    archimede, ma son garretti o che cosa?
    sb

  45. febbraio 4, 2009 alle 9:38 PM

    No, quella faccenda di appenderli a testa in giù attaccati per i tendini delle zampe posteriori da noi si fa dopo morti…
    Ma legalmente si possono allevare api in un centro abitato? io vorrei tenerne nel mio orto-giardino, ma ho paura delle rivendicazioni dei vicini… Mi son già beccato una denuncia per il pollaio…

    Andrea scripsit.

  46. febbraio 4, 2009 alle 10:52 PM

    Oh! stiamo scadendo nel gran guignol di chi schizza più sangue in giro… capisco che qui non esista l’off topic e ci si a anche il rutto libero ma io sono di quelli che a tavola non mette mai il pane a “testa in giù” perchè è mancanza di rispetto nei confronti del grano… idem con i polli e qualsiasi cosa con gli occhi o senza.
    Sarà ipoocrita, ma discutere del’assumersi la responsabilità diretta del cibarsi di carne (compreso l’aspetto sanguigno) è un po’ diverso dal “Tarantinizzare” (neologismo da Pulp Fiction)la macellazione, per quanto, lo ammetto, il confine è labile…
    Grazie.

    @acquaramata – non ho idea… credo dipenda da dove sei. In ogni caso (produzione di miele a parte) nulla ti vieta di costruire nidi per osmie e bombi tu non ne avrai un gran beneficio ma l’ambiente circostante sicuramente si. Comunque qui http://archiviostorico.corriere.it/2008/settembre/21/Alleva_api_San_Siro_Comune_co_7_080921034.shtml c’è un’articolo interessante da cui partire

  47. febbraio 5, 2009 alle 9:27 am

    @ sb

    Una tecnica del genere non l’ho mai vista nè, sinceramente, sentita; e trovo che (a parte l’ovvio ed evidente inutile sofferenza dell’animale) abbia anche alcune controindicazioni…
    1 – con quale argomento dialettico convinci il maiale a lasciarsi agganciare ed appendere per i garretti?
    2 – la vedo pericolosa. Non dimentichiamo che il maiale è solo il nipote sfigato del cinghiale; anche se sfigato, con un calcio ti spezza una gamba, e con un morso ti stacca quattro dita…

    Anche prima del diffondersi dell’apposita pistola, da queste parti il maiale veniva prima fulminato con un secco colpo di mazza in mezzo agli occhi (nota: mazza = attrezzo a due mani, dai tre kg in su…) oppure di piccone, e DOPO si cominciava a ragionare di appenderlo, dissanguarlo ecc.

    Tengo a precisare che la mia esperienza in merito è quella del “bubez” (=termine dialettale locale, che in un gruppo di lavoro indica “quello che non ha specifiche competenze e fa tutto quello che gli viene indicato di fare da chicchessia”, ovvero l’ultima ruota del carro… 🙂 ), ovvero ho partecipato ad alcune macellazioni dando una mano e facendo tante domande.

    Sappiate inoltre che la macellazione del maiale significa una intera giornata di lavoro pesante per almeno cinque persone, purchè si abbiano gli attrezzi giusti. Senza gli attrezzi giusti può essere un incubo…

    @Acquaramata
    I divieti all’apicoltura in centri urbani possono derivare eventualmente da regolamenti comunali: quindi, chiedere al tuo comune è la cosa migliore. Da quanto vede, si usa ad evitare di farlo vicino ai centri urbani, ma soprattutto per evitare contaminazione ed inquinamento.

    @ Nicola
    Dalle nostre parti il pane posato alla rovescia viene chiamato “pane del boia”; il perchè, è un mistero.

    BURP!!!!
    (Com’era quella del “rutto libero”? 🙂 )

  48. 49 sb
    febbraio 5, 2009 alle 10:29 am

    archimede, e secondo te cinque uomini non riescono a torturare un maiale. avrò avuto si e no diciottanni e mi ricordo ancora benissimo i versi di quella povera bestia.
    burp

  49. febbraio 5, 2009 alle 12:54 PM

    Non ho detto che non ci riescono: ho detto che è pericoloso, ovvero che è facile che si facciano MOLTO male nel farlo… tutto sommato un maiale pesa 150 Kg o più, ed ha una dentatura da far sembrare un giocattolo quella di un Rottweiler. Penso che sia preferibile una rissa con Mike Tyson che non affrontare un maiale impaurito ed incazzato…

    (Adesso aspetta che mi bevo un quarto di litro della mitica kaiserwasser…quella fatta di CO2 leggermente addizionata di acqua…)

    STRA-BURP!!!!!! 🙂

  50. 51 sb
    febbraio 5, 2009 alle 2:02 PM

    ho cercato sul’ interneuts e dice che una volta li dissanguavano da svegli solamente che la carne risultava meno buona per via dello stress subito dalla bestiola. sai, qui nei dintorni ci sono ancora parecchi cavernicoli.
    alla salute
    adesso basta truculenza sennò al nicola gli tocca di censurare e non penso gli faccia piacere.
    ciau ne

  51. febbraio 5, 2009 alle 4:53 PM

    Per chi volesse dedicarsi alla coltivazione… pardon, allevamento di quei cavoli un po’ più evoluti che vengono normalmente chiamati “galline”, segnalo che è appena uscito un bell’articolo al proposito su Mother Earth News (ovviamente in inglese, sorry… 🙂 )

    http://www.motherearthnews.com/Modern-Homesteading/Raising-Chicks.aspx?utm_source=iPost&utm_medium=email

  52. febbraio 5, 2009 alle 7:56 PM

    Forse non mi assumerò la responsabilità di cui sopra… chiedo venia per aver innescato il capitolo splatter! Prima di tornare a occuparci di compost toilet volevo dire che fare l’elettro shok non mi pare risolva la questione della misericordia e forse è preferibile una tirata di collo secca o una botta in testa, e non BURPo 😉

  53. febbraio 5, 2009 alle 8:11 PM

    Piccola nota: qui non si fa a gara a chi schizza più sangue in giro. Soprattutto perchè il sangue va religiosamente raccolto nell’apposito secchio per fare il sanguinaccio… 😉

  54. 56 lalica
    febbraio 5, 2009 alle 11:15 PM

    miiii ho letto fino al commento 30-35 circa (non ho più tempoooooooooo datemi del tempooooooooo, ogni tanto penso ai testimoni di Geova che credono ad una rinascita completamente materiale con tempo infinito di fronte, per imparare studiare fare disfare capire, e li invidio un pò per questa speranza ma soprattutto mi piacerebbe avere quel tempo, dove oggi o domani è lo stesso e puoi prendere il giusto tempo per l’ozio (alla HH) che necessita all’essere umano)
    voglio dire due o tre cose:
    a) mia mamma non mangia pollo nè coniglio (anni fa le ho portato due coniglie da carne razza california e le ha fatte morire di vecchiaia credo a 15 kg l’una) perchè….. boh perchè i conigli albini erano le sue bambole (non si uccidevano conigli albini) e perchè mio nonno che ha vissuto (ed allevato 9 dicesi 9 figli) di quanto sapeva prodursi o procacciarsi alla fine ha detto stop all’uccisione di galline (causa una particolarmente reticente abbastanza da convincerlo a rientrare in casa, prendere il fucile e spararle). forse è anche che non le “serve” ma…
    b) non sono vegetariana e credo che essere vegani non sia “naturale” (d’altra parte molti (alcuni? quelli che conosco io?) prendono degli integratori) però io sono una che ragiona a istinto e quindi non posso dire. Per certo non posso concepire, personalmente, una dieta che prevede aggiunte o integratori dell’altra parte del mondo, perchè anche questo NON PUO’ essere naturale. (voglio aggiungere: vi risultano resti di soia negli abbondanti villaggi neolitici locali? a me no! possibile mai che madre natura abbia creato le “cose giuste” solo per l’oriente o per il vattelapesca? nonsignore! non ci credo! o ne sappiamo troppo poco noi (io, per carità!) o qualche conto non torna!)
    c) ragazzi, sono contenta di “conoscervi”.
    d) ho fatto un errore topico e terribilmente moderno: mi sono iscritta ad una scuola serale (a che mi servirà? boh se ci prendo il diploma forse a qualcosa (intanto studio inglese e questo mi servirà molto) se non prendo il diploma… beh la varia umanità iscritta al corso merita già le tasse d’iscrizione, ragazzi, ho in classe dei veri pazzi (pazze). non nel senso figurato ed amicale del termine).
    e) beh dai ho trincato un bicchierino…… ve lo posso anche dire: sono contenta che esistiate, mi fate sentire meno fuori dal mondo e concordo con Daria al commento n. 35 ^_____________^

    sbaciozzi e buonanotte

  55. 57 lalica
    febbraio 5, 2009 alle 11:16 PM

    azz…. ok era + di un bicchierino e si vede dal punto c) ed e)

  56. febbraio 8, 2009 alle 8:06 PM

    3 giorni e nessun commento… è successo qualcosa?
    Il blog è in quarantena per una pericolosissima forma influenzale?
    Il povero Nicola è stato ostracizzato ed io non ne so nulla?
    O che? ??????

  57. febbraio 8, 2009 alle 8:24 PM

    …chiuso per il weekend…. 😀

    (il 90% degli accessi sono durante i giorni feriali ed in orario da uffico 😉 )

  58. febbraio 8, 2009 alle 10:29 PM

    … certo che l’economia sommersa, senza il contributo “in orario d’ufficio”, in Italia sarebbe morta… 🙂

  59. 61 Gianluca
    febbraio 9, 2009 alle 8:06 PM

    @nicola
    @archimede

    fregati ….. ora non è “orario d’uficio” 😉

  60. 62 Gianluca
    febbraio 9, 2009 alle 8:07 PM

    vabbè, fatto questo ….. posso anche andare a casa 🙂

  61. 63 sb
    febbraio 9, 2009 alle 8:21 PM

    il mattino ha l’oro in bocca…il mattino ha l’oro un bocca…il mattino ha l’oro in bocca
    ciau ne

  62. 64 iano
    febbraio 26, 2009 alle 2:29 PM

    Ciao capo. Stavo giusto facendo un giro alla fonte e non ho trovato altro che ponderosi manuali in inglese. Confesso, mi fanno paura.. Tu ne hai letto qualcuno?, hai qualche capitolo da segnalare?

  63. febbraio 26, 2009 alle 2:56 PM

    bhè… a parte il testo sull’omeopatia per i polli io ne ho scaricati un paio sulla coltivazione dei funghi ed uno di giardinaggio (ma solo per le figure, comfesso…)
    Per ora accumulo. Sono veramente dei tomazzi, non so quando riuscirò a leggerli! 😉

  64. 66 Barbara
    novembre 11, 2009 alle 1:35 PM

    Ciao Nicola,

    temo di essere arrivata tardi! Volevo salvare i pdf ma i link che ho aperto portano inesorabilemente ad una page che dice “The file you are trying to access is no longer available publicly”. Mi puoi aiutare a recuperarli?

    Grazie,

    Barbara

  65. 67 Barbara
    novembre 11, 2009 alle 1:38 PM

    Ciao Nicola,

    la sfortuna vuole che io abbia scoperto questo sito troppo tardi per scaricare i pdf che ormai non sono più disponibili alla fonte. Puoi aiutarmi?

    Grazie!

    Barbara

    • novembre 11, 2009 alle 1:55 PM

      Porca paletta! Hai ragione… non so… cosa cercavi esattamente? Tutto l’archivio non credo di poterlo recuperare ma alcuni documenti quasi sicuramente si.

      • 69 Barbara
        dicembre 15, 2009 alle 1:26 PM

        Scusa il ritardo, ero li che aspettavo di ricevere una comunicazione via e-mail del nuovo post… Ops! Avrei giurato di aver cliccato sull’opzione per essere avvisata…

        Cercavo, e ho nel frattempo trovato i pdf su Google Books, di “A popular and practical treatise on mansonary & stone cutting” e “A practical treatise on dyeing whool, cotton and silk” (se per caso ti servono fammi sapere)

        Mi mancano all’appello:
        A Practical Treatise on Making and Repairing Roads
        Practical Treatise on the Manufacture of Bricks, Tiles, Terra-cotta, Etc
        A Practical Treatise on Roads, Streets, and Pavements
        A Practical Treatise on the Construction, Heating, and Ventilation of Hothouses (1881).pdf

        Se per caso li hai sarebbe fantastico!

  66. dicembre 15, 2009 alle 4:09 PM

    Ciao, non so… forse hanno avuto dei problemi di copy ed effettivamente… non è che me li fossi scaricati tutti… appena ho tempo provo a cercare di contattare la “fonte”.
    Nel frattempo molti testi anche parecchio interessanti li trovi qui http://openlibrary.org/

  67. 71 Barbara
    dicembre 16, 2009 alle 1:50 PM

    Ciao Nicola,

    grazie per il link! Approfitterò delle ferie per risalire agli altri testi. In caso di successo ti farò sapere.

    A proposito! Se hai bisogno di una mano per tradurre testi da inglese, francese e spagnolo fammi sapere!

  68. 72 alaska
    giugno 5, 2011 alle 11:16 PM

    Scusa ma non riesco a scaricare i manuali, il link che hai postato come fonte non funziona, se mi puoi dare un link alternativo ti sarei grato.

  69. settembre 13, 2012 alle 10:49 PM

    Hi there, of course this article is really fastidious and I have learned lot of things from
    it about blogging. thanks.


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