05
Mar
09

L’Arnia del Popolo

ortodicartatbh

Mi sto organizzando… questa notte si parte per Roma dove ci sarà un incontro di Agricoltura Sinergica.
Non so quanto sarò presente sul blog, vi lascio con le immagini dell’arnia che abbiamo realizzato da queste parti io e l’Orto di Carta Senior (mio padre).
Saluti.

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81 Risposte to “L’Arnia del Popolo”


  1. marzo 5, 2009 alle 11:32 am

    Complimenti! Con il saldatore non sarai gran che, ma come “marangon” te la cavi benino!

    Una domanda ed un consiglio:
    Domanda: quale legno è e come lo hai trattato?

    Consiglio: io ci metterei dei traversi inclinati, sulle gambe (come si usa, ad esempio, sui cavalletti per tagliare la legna), altrimenti dopo una stagione all’aperto mi sa tanto che il tutto diventerà parecchio ballerino…

  2. marzo 5, 2009 alle 11:48 am

    Le gambe se non erro son messe con viti passanti, difficile che svirgoli… soprattutto non sono soggette alle vibrazioni di un cavalletto su cui seghi la legna…
    Comunque alla faccia del proletario…
    Proprio professional.
    Hai fatto la versione da 90 o da 120?
    Io volevo provare quella da 120, ma ho ripiegato sui 90 cm perchè ho trovato una buona offerta per delle tavole da 30x100x1,8 di pino… il grande problema sarà ricavare le barre senza ausilio di sega circolare…
    Questo fine settimana vado in Puglia dalla donna, altrimenti vi venivo a trovare volentieri a Roma, mi risulterebbe relativamente vicino. Dovrei essere nella capitale martedì, per un incontro organizzato dall’ARP sull’uso delle energie rinnovabili nelle fattorie educative (più o meno).

    Andrea scripsit.

  3. marzo 5, 2009 alle 12:36 PM

    Svirgola, svirgola… soprattutto se parliamo di pino!!!!

    Le viti passanti (rectius: “bandelle”) nel pino si mettono a ballare il cha-cha-cha… 😦

    Ecco, per cominciare io dalla parte del dado ci avrei messo delle rondelle belle larghe (minimo 20 mm).

    Per quanto riguarda poi le tavole di pino che hai comprato… le misure così “pulite” mi fanno pensare che tu le abbia comprate in un brico, o simili… e che quindi le abbia pagate un rene (nonostante la “buona offerta”).
    Il trucco per acquistare il pino è andare nei fondi edili e comprare le tavole da edilizia grezze (lunghezza 4 m, spessore 2 e qualcosa, larghezza quello che capita).
    Te le vendono al metro cubo, ed il prezzo (per singola tavola lunga 4 metri) è di 2-4 euro.

    Unico neo: sono grezze e piene di umidità. Quindi devi lasciarle ad asciugare almeno qualche settimana prima di lavorarle, e se vuoi fare lavori di fino dovresti anche piallarle…. ma per un’arnia “nature” andrebbero benissimo anche non piallate (tanto, dopo sei mesi non si vedrà nessuna differenza).

  4. marzo 5, 2009 alle 1:30 PM

    Il legno è prevalentemente abete, tranne alcuni pezzi di incerta provenienza (le gambe, il tetto…) che sono recuperati da mobili in “smantellamento”.
    Le gambe, per ora sono, ben fissate rondelle e tutto… poi vedremo. Mal che vada, il prossimo anno le rifaccio… o appoggio il tutto su blocchi di legno.

    Il trattamento è stato fatto con olio di lino e cera d’api in proporzione di 20:1

    E’ la versione da 90cm… direi che per ora mi può bastare e, probabilmente, è più facile da gestire almeno all’inizio.

    E, sì, questa volta si sono fatte le cose “per benino”, complice il babbo che se sapesse usare autocad sarebbe un uomo felice e smanetterebbe tutto il giorno con Noemi, da notarsi le finiture dello sportello di ispezione che mai e poi mai mi sarei sognato di fare! 🙂
    Ma ne ho viste fatte con assi di recupero neanche levigate… non credo che le api notino la differenza… non credo abbiano i miei stessi valori estetici!

    Per Roma… mi spiace (ti avrei incontrato volentieri) ma faccio una “toccata e fuga”, lunedì mattina al più tardi riparto… sto già perdendo troppo tempo in giro per i miei gusti 😛

  5. marzo 5, 2009 alle 2:24 PM

    1. E’ bellissima 🙂
    2. sono in trepidante trepidazione per l’arrivo delle api
    3. ad api arrivate, devi as-so-lu-ta-men-te imbastire una rubrica/tutorial step-by-step per il blog, senza dare *nulla* per scontato
    4. ergo, ti serve una digitale a tempo pieno
    5. non essere spocchioso e fa’ felice il babbo, insegnagli ad usare autocad! 😉

    Feliz viaje a Roma

  6. marzo 5, 2009 alle 3:41 PM

    1 Grazie!
    2 Anch’io!
    3 Come al solito… non è che io sia un granchè sugli step by step ma sto cercando di farmi dare l’autorizzazione per tradurre un bel po’ di tutorial
    4 La digitale l’ho recuperata e rimmarrà in casa per lungo tempo
    5 Per quello ci deve pensare Noemi… io manco so lanciare il programma! 😉

    …spero di tornare presto… c’ho da fare a casa…

  7. 7 Chiara
    marzo 5, 2009 alle 3:48 PM

    Ma che belle! Complimenti! E in bocca al lupo con le apette… Bzzzz 😛

  8. marzo 5, 2009 alle 3:54 PM

    Infatti, da buzzurroso profano in materia, la cosa che mi incuriosisce di più è: come si fa a convincere delle api ad eleggere quella a propria dimora? E dove si trovano delle api in cerca di casa? Con un annuncio economico? 🙂

    Chiarirò che la mia unica esperienza in tema di api è la curiosa, sistematica ed affascinante osservazione di un favo di api (credo selvatiche – come si fa a distinguere le api selvatiche da quelle domestiche?), insediatesi ormai cinque anni fa in un albero cavo nel vialetto dietro casa…

  9. 9 iano
    marzo 5, 2009 alle 3:57 PM

    che lavorone, capo… bene, ci siamo quasi… nel 2012 si partecipa alle olimpiadi di londra…

  10. marzo 5, 2009 alle 4:45 PM

    Avevo pensato alle sottomisure, ma in questo periodo di piogge avrei dovuto attendere almeno un paio di mesi che fossero veramente asciutte… e mi voglio sbrigare per avere qualche possibilità di acchiappare qualche sciame vagante… vorrei provare la tattica del propoli in ammoniaca.
    Ho pagato ogni tavola (300*1000*18) circa 5 euro. Sono assiduo frequentatore dei brico, e di solito una tavola del genere non te la porti via per meno di 8-10 euro. E questo era pure un negozio abbastanza caro, ero entrato solo per darmi una regolata…
    Vorrei usare le sottomisure per ricavare le barre, ma sono afflitto da grave carenza di sega circolare…
    So che non è molto cialtrone da parte mia, ma sono almeno tre anni che ho deciso di comprare la troncatrice e la piallatrice, per cominciare a risparmiare sul legname, ma non ho il coraggio di metter mano al portafogli…

    Andrea scripsit.

  11. marzo 5, 2009 alle 7:20 PM

    Sei veramente bravo!

    Non sarei stato capace di costruire l’arnia prima di avere le api;)

  12. 12 sb
    marzo 5, 2009 alle 7:34 PM

    le gambe basta mettere un po di colla bianca prima di avvitare. io invece mi chiedevo quando le api sciamano, nel senso di stagione.( non ho testa ne voglia di vagare per l’interneuts che poi mi monta l’aceto e sono stanco e stanco e su e giu avanti e indietro e destra e snistra dricia mansinna e voglio fare l’arnia che son stato contagiato; ma cazzo vuoi fare che ciài ancora il catarrone e vai in giro con le scarpette et arrivi avec le piè moulliè! ma sono anni che mi si dice di fare il miele e adesso che son nuovamente preso da stu fattu mi si fa notare
    non so neanche io cosa. a, si; c’è gia che devi far l’orto da solo che io sono gravida. sì, ciài il culo che sembra un bombardino. e poi fai sempre da mangiare e accendi la stufa e porti su la legna e poti e fai fascine e innesti e vai a lavorare e vuoi fare il pollaio e chiami gente a cena e stai attaccato alla stufa una giornata per fare il cinghiale polenta polenta cunscia costine cavoli rollata e ragù stai via due giorni e torni a casa che sembri un orso e dove cazzo eri. ma a far baldoria, te l’avevo detto no.
    e vuoi pure fare l’arnia.
    e certo, per la mia bella e per quell’altra che cià dentro).
    dunque, qualcuno di voi mi redarguisca gentilmente su quando sciamano le api come periodo e non come sovrappopolazione. grazie. grrrrrr.
    ciau ne

  13. 13 Salvatore
    marzo 5, 2009 alle 7:55 PM

    @ sb
    sempre grande :D:D

    @ Nicola
    bella e artistica 😉

  14. marzo 5, 2009 alle 8:41 PM

    @ Harlock – per questo devo ringraziare il mì babbo! Tu pensa il casino a doverla costruire dopo l’arrivo delle ronzanti signore 🙂

    @sb – azzardo… fine primavera, inizio estate… ma non so se vale per quelle “selvatiche”… e le bimbe quando sciamano?

  15. 15 Luigi
    marzo 5, 2009 alle 9:51 PM

    uh beh convincere le api a stare dentro l’arnia e’ facile , le chiudi dentro blindate con un bel po’ di miele e lo straccio magico.. dopo un po’ capiscono piu nulla e ti amano alla follia….piu difficile,quando installi un nuovo alveare, e’ fare si che le api degli alveari vicini (fino a 2 km in linea d’aria) non vengano a fare un saccheggio del nuovo mcdonald’s.
    Se non avete mai assistito alla guerra fra due alveari consideratevi fortunati..e’ uno spettacolo angosciante (soprattutto se quello sotto attacco e che perde e’ il tuo)..
    Apicultore..ficca una webcam nell’arnia cosi ci fai vedere le api.
    Ho un progetto in ballo..ti interessa parlarne? magari ci scappa pure qualche soldo..

  16. 16 sb
    marzo 6, 2009 alle 7:43 am

    la bimba i primi di luglio.
    per il periodo volevo saperlo per farmi un’idea di quando andare in cerca di qualcuno che mi venda la regina.
    ciau ne

  17. 17 Gianluca
    marzo 6, 2009 alle 12:59 PM

    ciao Nicola

    come al solito non finisci mai di stupire, ti sei impegnato ed hai costruito un alveare a 7 stelle, Rondissone = Dubai delle api 🙂

    domandine tecniche

    Mi pare che non ci sia il fondo dell’alveare che hai fotografato, perchè è ancora work in progress o perchè non ci va? (mi pareva che le api preferissero una apertura piccola, come quella dei fori frontali sotto la pubblicità poco occulta ;-), così per loro è più facile proteggere casa da indesiderate intusioni)

    La finestrella serve anche per ottenere la propoli??? (anche quì, mi pare che sia una elaborazione di resine di piante utilizzata per tappare buchi o “tumulare” gli indesiderati in modo che non si appesti l’alveare)

    Buon viaggio e se riesci vai a guardare dall’alto come i nostri politici son bravi a far finta di essere tante api (anche se, secondo me, son + delle mosche)

    ciao ciao XD

  18. 18 sb
    marzo 6, 2009 alle 6:25 PM

    ciau gianlupo, hai ragione; son mosconi della merda. e ci trattano come quest’ultima.

  19. marzo 7, 2009 alle 1:53 PM

    Complimenti! E’… bellissima!
    Sto meditando anch’io di fare qualcosa del genere. Ma prima ho due pollai da fare, e già quelli saranno abbastanza complessi, visto che non vivo più a diretto contatto con la campagna. Sigh!
    Comunque sia, tornando alle api, non hai idea di come volentieri avrei trasformato una piccola parte di campagna in coltivazione di lavanda, con una siepe di ligustro a fare da tendina – separè per un’arnia di api. Diamine!
    Ora, però, perdonami la stupida curiosità… ed ignoranza: ma come si fa a imprimere sul legno loghi e scritte come sei riuscito a fare tu?
    grazie e ciao!

  20. 20 sb
    marzo 8, 2009 alle 7:27 PM

    da quando fui stanco di cercare imparai a trovare.
    da quando un vento si levò a me contrario veleggio con tutti i venti.
    questa non è mia ma aiuta. perlomeno, a me aiuta. non centra un cazzo ma mi è venuta in mente.
    ciau ne

  21. 21 Gianluca
    marzo 9, 2009 alle 12:43 PM

    @sb
    ciao fratello di sangue, mi sa che su molte cose la vediamo uguale.
    Speriamo che almeno sti mosconi una cosa buona la facciano, pare che voglian rendere “non abuso edilizio” l’aumento del 20% della superficie di casa, magari è la volta buona che mi ci scappa la serra solare da 40 mq in cui ficcarci una cucina come piace a me 🙂

  22. marzo 10, 2009 alle 3:24 PM

    Sono tornato.
    Sta notte tardissimo e mi devo ancora riprendere dal “frullatone” Roma-Torino con tappa a Grosseto e Coricelli… mi scuserete se rispondo succintamente…
    @sb- evviva la bimba di sb!
    @ Luigi – volentieri si parla della qualsiasi 😉 (respiro un’attimo e ci sentiamo in maniera “seria”)
    @Andrea – se sei una persona seria stampando delle mascherine per realizzare gli stencil e utilizzando aniline colorate… se sei un cialtrone come me: utilizzando un programma di grafica e modificando l’immagine 😉
    Lo stesso giochetto che avevo fatto con la moleskine 🙂

  23. 23 Lorenzo
    marzo 10, 2009 alle 8:36 PM

    Complimenti Nicola per tutti i contenuti del tuo blog.
    Tu continui a definirti cialtrone ma sei sempre all’avanguardia.
    Hai visto sul sito del Corriere Della Sera che sono arrivati solo oggi al biochar e terra preta?
    Ciao.
    Lorenzo

  24. marzo 10, 2009 alle 9:42 PM

    Sono tralmente all’avanguardia che dell’articolo me ne ha parlato Arjuna che legge questo blog… io mica me n’ero accorto! 😉

  25. 25 Salvatore
    marzo 10, 2009 alle 9:50 PM

    grazie Lorenzo, ecco il collegamento:
    http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/09_marzo_10/terra_nera_indios_c41c920e-0d64-11de-82af-00144f02aabc.shtml
    Vederlo nel corriere ispira ottimismo.
    Ma ci pensate? ho già sequestrato la bellezza di 0,003 tonellate di CO2 😀

  26. 26 Mattia
    marzo 23, 2009 alle 9:47 am

    ciao
    molto bella l’arnia complimenti
    mi fa molto piacere vedere il tuo piacere per queste ricerche, dalla profonda conoscenza della materia alla realizzazione con legno.. mi affascina questa tua abilita’, nonostante ti definisci cialtrone.. e che al tutto unisci il senso estetico..
    che dire, se fossi qua a venezia in questo momento porbabilmente monteremmo una rivoluzione..
    ma credo altrettanto che sia bene che “coltivi” menti e animi anche da quelle parti di mondo.
    ciao e buon lavoro

  27. marzo 23, 2009 alle 10:57 am

    La rivoluzione non conosce confini!! 🙂
    Grazie Mattia, detto da te è veramente un complimentone!

  28. 28 paolo
    marzo 24, 2009 alle 12:16 am

    bella bellissima, niente da dire, maaaaaa… dove lo trovo uno schemino per farmene una io da me medesimo? che poi non so nemmeno che miele possa venir fuori, forse millefiori puro, being in terra sarda e con “solo” macchia mediterranea intorno (meglio così) ma tanto l’obiettivo vero è ospitare gli alacri insettucci. se poi mi vogliono proprio pagare l’affitto…
    grazie, p.

  29. marzo 24, 2009 alle 12:19 am

    Ciao Paolo,
    trovi degli schemi gratis su http://www.biobees.com , devi frugare tra i link… tra gli stessi trovi anche “the barefoot beekeeper” ottimo e veloce manuale sull’uso delle TBH.
    saluti

  30. marzo 24, 2009 alle 8:25 PM

    Siamo in piena fioritura di fruttiferi. Ancora non ho visto un’ape tra i miei fiori.
    Aspettiamo che parta il tiglio prima di piangere.

    Andrea scripsit.

  31. 31 paolo
    marzo 26, 2009 alle 6:22 PM

    isto e scaricato, grazie! adesso vediamo che e sopratutto quando riesco a fare.. per andrea: dove sono io non mi risultano arnie costruite dall’uomo nel raggio di almeno 5 km, MA incontro delle api, ogni tanto. aspettiamo..

  32. marzo 26, 2009 alle 8:04 PM

    Io, ripeto, coltivo in un giardino nel centro storico di una cittadina sulla riviera laziale (Tarquinia), da un lato confino con un dirupo coperto di macchia. Arnie costruite intorno non ne ho, non so se per 5 km ma comunque per svariato. Ma da piccolo ricordo in primavera nugoli di api a suggere nettare in giro… e bombi…
    Da un paio d’anni non mi pare di scorgere più nulla. Quest’anno cercherò di fare più attenzione se questa mia impressione sia poi fondata. Mia nonna tende a darmi ragione. Lei ha più tempo a disposizione per cogliere questi dettagli…

    Andrea scripsit.

  33. 33 sb
    marzo 26, 2009 alle 8:29 PM

    l’estate passata trovavo le api morte sulle foglie delle ortensie, pensavo fosse qualche cosa nei miei fiori ma purtroppo mi sbagliavo. bombi qui ne ho già visti, anche api solitarie di quelle che fanno i nidi tra le pietre dei muri, ma api api no, neanche intorno al pruno che è già fiorito. poi è un paio d’anni che vedo dei calabroni neri che non avevo mai visto. pure degli insettoni che fanno surplace davanti ai fiori, un po come i colibrì, e srotolano un lungo becco per ciucciare. e vi assicuro che sono almeno quindici anni che non prendo il lisergico.
    poi ho rivisto i pista pistùn, le libellule, che era da parecchio che erano sparite, solo che sono di un solo colore; l’altro anno tutte blu mentre l’anno prima gialle. quando ero bambino erano anche rosse e gialle e c’erano tutte assieme e parecchie. e le lucciole se ne vedo una mi commuovo quasi.
    e poi secondo me se alle api gli si toglie tutto il miele per forza poi si ammalano.
    ciau ne

  34. marzo 27, 2009 alle 10:26 am

    Gli insettoni in surplace potrebbero essere le farfalle colibrì (Macroglossum stellatarum). Per le lucciole, è presto!

  35. 35 sb
    marzo 27, 2009 alle 8:15 PM

    si, proprio quella. per le lucciole è presto ma l’estate scorsa è ormai tardi; qui sono anni che non le vedo.
    ciau ne

  36. 36 lalica
    marzo 27, 2009 alle 9:22 PM

    siete un tantino (tanto tantino) preoccupanti….
    ad oggi ho visto solo un bombo morente dentro l’ufficio (prima cintura di torino) ma da me non ci sono altri fiori che quelli della sterlizia….
    ci avete messo il dubbio ed ora avete la responsabilità di avvertirci non appena le api tornano (se tornano ma il cielo voglia che tornino).

    p.s. ma se una, non dico quest’anno, costruiresse una o più arnie del popolo e le disseminasse in giringiro dove capita, nel castagneto, sulla collina qui vicino etc etc etc, farebbe una cosa buona o una cosa dissennata?

    p.p.s. cosa dovrebbe fare una che non intende allevare api per migliorare la situazione? (ovviamente oltre a non usare veleni etc etc etc)

  37. 37 sb
    marzo 28, 2009 alle 7:49 am

    dovrebbe convincere chi spiaccica tutto quello che vola che sarebbe meglio si spiaccicasse i coglioni.

  38. marzo 28, 2009 alle 3:23 PM

    Lalica: a parte il programma a lunga scadenza suggerito da sb, c’è sempre la possibilità -praticabile da chiunque- di mettersi in giardino una serie di piantine gradite alle api, e di non trattarle chimicamente. Se qualche ape ancora c’è (e qualcuna ancora c’è, dai!) arriverà 🙂
    Qui un link con un elenco di colture adatte:
    http://www.forumdiagraria.org/api-f53/piante-adatte-apicoltura-t1476.html

    (se nicola non si decide a ricomparire, questo spazio verrà dichiarato in autogestione) 😉

  39. 39 lalica
    marzo 28, 2009 alle 3:36 PM

    ok, nicola non è comparso e dunque siamo in autogestione!
    rispetto al forum d’agraria sono a buon punto: albicocco (potato da cani con pochi fiori che si iniziano a vedere) 2 peschi 2 peri 3 prugni ed un susino (forse sono la stess aroba ma i frutti sono diversi) + un melo, a 300 metri inizia il bosco coi castagni e intorno gran quantità di noccioli selvatici… (megarosmarino morto per il freddo porcaccia la miseriaccia)

    però sono preoccupata lo stesso.
    sono anni che si sentono ste cose, prima le rondini, poi le lucciole (le ultime viste due anni fa) poi le api…
    non capisco: o la gente vive tutta in città e non si accorge di niente, o non gliene frega niente e si è troppo assefuatta all’effetto sciacquone e pensa che prima o poi tutto tornerà pulito.
    ma che ha la gente nella testa? eppure se ci parli, uno alla volta tutti sanno che non va tanto bene!

  40. marzo 28, 2009 alle 5:48 PM

    Ciao, complimenti per il lavoro che stai svolgendo, ma sulle ape mi chiedo una cosa, come fai a metterle dentro? se a quanto ho capito ti danno uno sciame sarà gia dentro a una casetta portasciami e là ci sarà sicuramente della covata e delle scorte di miele e polline, mi piacerebbe capire come vuoi fare, anche perchè girando per il web da quanto ho capito la soluzione migliore sarebbe quella di inserire dentro uno sciame che è appena sciamato da un’arnia in tal modo ti eviti tutte le problematiche e dovrebbe essere semplice accasarle.
    Mi chiedo se hai informazioni su come si tengono sotto controllo le malattie sull’arnia che hai costruito?
    Oppure hai optato per una specie di quelle più resistenti?

  41. marzo 28, 2009 alle 7:44 PM

    …ci sono… non sono in grado di collegarmi in maniera “reale” ma ci sono… nel frattempo… grazie per “abitare” questo spazio in mia assenza… finisco quest’orto e arrivo! 😉

    @Mauri- scusami… appena torno farò un post ad hoc sull’argomento… per ora (sono in trasferta in luoghi a bassa o assente tecnologia… evviva)non son oin grado di rispondere in maniera efficace ad una domanda così complessa ed articolata… ma appena torno!! 🙂

    Grazie di nuovo a tutti, qui siamo a buon punto e ci divertiamo un sacco a spaccare argilla!! 😉

  42. 42 sb
    marzo 28, 2009 alle 8:09 PM

    lo spiaccicare era un doppio senso; io intendevo che sarebbe meglio irrorassero i propri zebedei ed affini, sia a loro stessi sia ai propri diretti discendenti, tutti quei contadini che inzuppano il mondo di schifezze chimiche. poi con loro ce l’ho a morte che quando c’era il fascio qui da me i suddetti contadini erano tutti filodittatoriali mentre in montagna c’era chi faceva il mercato del bestiame autogestito.
    poi; le montanare andavano a vercelli e dintorni con venti chili di castagne, a piedi, e tornavano con mezzo chilo di riso. se riuscivano a passare i posti di blocco.
    ora, i figli e i nipoti di quella gente che aveva il riso allora, adesso impesta le campagne di merda chimica e su di qui non ci sono più le lucciole, i pistappistùn e le api sono zoppe.
    si; son rancoroso, retorico, e magari anche un po troppo violento e vendicativo ma adesso o sei e fai così oppure ti fai sbranare dai rampanti stronzetti leccaculi ottimisti che ti assediano. oppure ti fai terrorizzare da questa ondata di maltempo protezioncivilista.
    ciau ne

  43. 43 iano
    marzo 28, 2009 alle 9:32 PM

    Sb, stavolta dissentisco.

    I contadini hanno riversato veleni sui campi perchè spesso costretti essendo anello debole nella catena distributiva. Sono i veleni che si sono riversati sui contadini.
    I produttori agricoli non fanno il prezzo ma lo subiscono: prendono o lasciano.
    Se per prendere bisogna medicalizzare l’agricoltura, si medicalizza.

    Vedere Rai Report “Il piatto è servito” per credere. Sta sul sito di Report è credo anche su YouTube: http://www.rai.tv/mpplaymedia/0,,RaiTre-Report%5E17%5E157117,00.html

    Mio padre è agricoltore e si è potuto permettere di lasciare o di rinunciare ai prodotti chimici, non tanto per amore dell’ambiente quanto perchè gli faceva schifo spremersi limoni trattati per poi venderli a prezzi stracciati ai grossisti. Ma non tutti hanno tali margini di manovra soprattutto se si tratta degli unici ingressi di una famiglia. In più, purtroppo ma inevitabilemnte, non tutti possono essere sufficientemente informati e/o sensibili per opporsi. E non tutti aspirano all’autoconsumo.

    Il problema sta altrove: se si consente la produzione e l’uso dei veleni si introduce un elemento di concorrenza sleale. Quindi o ti adatti o lasci la terra a qualcun altro che si adatterà. Colpevoli sono i governanti collusi con le industrie chimiche.

    Ripeto: consiglio quella puntata di Report, che tra l’altro comincia con le parole: “io appartengo alla famiglia delle api e sono qui per informarvi sulla nostra estinzione”

  44. 44 lalica
    marzo 28, 2009 alle 10:53 PM

    ho letto quella puntata di report (sul sito c’è la trascrizione che credo sia utilizzabile anche da chi non ha la linea adsl, nel caso fatemi un fischio) ed è impressionante.

    però ragazzi (iano e sb) la verità secondo me sta nel mezzo ovvero, ci sono si contadini strozzati da chi fa il prezzo ma ci sono anche quelli che dice sb, che immondano tutto con ogni sorta di porcata perchè è moderno e perchè se è permesso non farà di certo male (sono tornata a scuola, non è detto che finisca l’anno perchè non reggo i ritmi di lavoro scuola casa e tempi personali di cazzeggio o informazione alternativa chiamateli come vi pare. l’altro giorno leggevo dei futuristi… ecco molti contadini mi ricordano i futuristi, molta fiducia nel futuro e nel “progresso”).

    in sintesi è un pò come per tutti e tutto: loro, i potenti o come vogliamo chiamarli, ci provano, non tutti sono in grado di resistere o sottrarsi alle sirene. Non credo che sia colpa di qualcuno, qualcuno esce dal giro e qualcuno no.
    c’è poi la terza specie: quelli che stanno nel giro sperando di diventare prima o poi potenti…
    sono la specie peggiore, per quelli effettivamente non provo pena…

    capisco bene sb e ammiro il padre di iano
    però la trovo una faccenda complicata senza una soluzione chiara ed univoca…
    …non so…

  45. 45 sb
    marzo 30, 2009 alle 6:32 am

    i produttori di riso e mais etc della pianura padana non si fanno scrupoli ad avvelenare la terra pur di continuare a riempirsi le tasche

  46. 46 Luigi
    marzo 31, 2009 alle 3:29 PM

    a proposito di api, da me sui ciliegi fioriti ronzano tanto da dare il mal di testa…
    non so se e’ perche’ l’anno scorso ho piantato circa mille piante da frutta, o se e’ perche i noccioli son fioriti bene st’anno. Ma qua gli insetti con pungiglione filano a squadroni.
    Tanto che per la prima volta quest’anno ho deciso di tenere in casa tre fiale di cortisone e tre siringhe.
    P.S. ho visto che amano anche parecchio una pianta di edera fiorita e i ramasin fioriti.
    Sto meditando di piazzare un bel po’ di alveari nel frutteto…

  47. 47 Luigi
    marzo 31, 2009 alle 3:46 PM

    per quanto riguarda i fitofarmaci.. secondo me e’ questione di disinformazione. Infatti quasi tutti quelli che li usavano a botta negli anni scorsi ora son gia morti o hanno tutti dei brutti mali.
    Per fare un esempio, l’altro giorno ero in un centro garden, davanti a me una coppia fighetta, leggermente blase’ con bambino. Insomma si rivolgono al gestore dicendo che vorrebbero fare l’orto , siccome si tratterebbe della prima volta vorrebbero consigli per attrezzarsi.
    Il gestore socchiude un occhio, e infila nel carrello una dozzina tra pale, setacci,rastrelli e attrezzini da bambola. Poi acchiappa una trentina di bustine di semi dispensando consigli su come zappare , seminare , innaffiare….. alla fine il colpo di scena:
    Assume l’aria da guru e sbotta… ” ma soprattutto se volete avere un BUON raccolto.dovete prima di tutto DISINFETTARE il terreno. Usate questo e vedrete che crescera’ tutto benissimo.”
    e gli rifila una bombola con spruzzatore e due flaconi zeppi di Glifosate.
    Questi felici hanno pagato una cifra con cui avrebbero potuto comprare tranquillamente il contenuto di meta dei mercati ortofrutticoli e se ne sono andati sognando le loro insalatine al diserbante.
    E’ ovvio che se presenti ROUNDUP come un disinfettante la gente comune lo considerera’ un trattamento salutare che MIGLIORA il prodotto finale e mangera’ i SUOI ortaggi decantandone la bonta’ 🙂
    Tra l’altro mi chiedo come avranno fatto a calcolare i dosaggi…che di solito con il disinfettante si abbonda che cosi viene tutto piu sterilizzato no?

  48. 48 Luigi
    marzo 31, 2009 alle 3:54 PM

    ah.. scusate i tre post di fila…
    per diserbare in previsione di un orto, in genere basterebbe usare la farina di glutine di mais che è un efficace erbicida di pre-emergenza .
    La si trova nei negozi di animali come alimento per erbivori, e tra l’altro arricchisce il terreno di azoto.

  49. marzo 31, 2009 alle 8:03 PM

    Giuro. Ci sono. Ma la discussione la state mandando avanti talmente bene voi che non mi viene niente da dire… leggo e basta…

  50. aprile 1, 2009 alle 11:18 PM

    Di arnie quante ne hai fatte, spero almeno due!
    Mi chiedevo come fai a nutrirle se sfiga vuole che una volta arrivate a casa le api comincia a fare brutto tempo per un pò di giorni?(a me è capitato una volta)
    Io le ho tenute per 7/8 anni poi per motivi tecnici ho dovuto cedere le mie arnie tradizionali (ma non troppo), ora sono 4 anni che continuo a guardare uno sciame che si è piazzato dentro a un muro, e ho deciso di riprendere due alveari, uno lo sistemerò in un’arnia (quasi) tradizionale, l’altro invece sarà in un’arnia tradizionale ma con un sistema di allevamento naturale senza il prelievo del miele.
    A giorni dovrebbero arrivare e allora farò qualche post con delle foto visibili andando là http://terraedintorni.blogspot.com/
    Poi vedi se riesci a trovare qualcosa da postare su quella specie di arnia grattacielo che che mi sembra interessante…

  51. aprile 2, 2009 alle 12:25 PM

    Oltre alla top bar dell foto qui sopra sto lavorando ad un paio di arnie Warrè (una per me una per Bejo che me l’ha chiesta). Ovvio che se butta male, come in questi giorni… se le scorte non sono state ben calcolate va somministrato del nutrimento (è già è brutta proprio come frase… “somministrare”…) questo è il motivo per cui bisogna fare molta attenzione ai prelievi di miele in modo da garantire alle api scorte sufficienti.
    Poi, alla sfiga non c’è mai limite e nel caso si dovranno aiutare 😉
    Finisco una serie di lavori e poi ricomincio con i post su api ecc… coming soon…

  52. 52 mauri
    aprile 7, 2009 alle 10:30 PM

    Alla fine ho deciso che costruiro anch’io stà top-bar, perchè a forza di girare per questi siti americani, australiani, canadesi, inglesi e vedere tutto questo materiale ho fatto indigestione di notizie, fin troppe cose ho letto, e allora voglio provare.
    Così forse saremo in tre, e vai…….

  53. aprile 7, 2009 alle 11:49 PM

    Ottimo! Possiamo quasi costruire una rete di “scambio” dei nuclei. Con Bejo ci si stava giusto pensando…

  54. 54 FUCO
    agosto 6, 2009 alle 11:56 am

    MA PER LA VARROA COME TRATTI LE TUE API?

  55. agosto 6, 2009 alle 9:00 PM

    bhè… il discorso è abbastanza lungo e complesso e vorrei trattarlo con un post ad hoc quando mi riprendo dalla caldazza che mi soverchia…
    Mettiamola così: si è notato come in natura le api siano più resistenti alla varroa che non negli apiari. Questo pare dovuto ad una serie di motivi tra i quali:
    – dimensione delle celle (nelle arnie tipo TBH o Warrè non si usano nè fogli cerei prestampati nè telaini) che in natura sono generalmente più piccole permettendo alle api di contrastare più efficacemente il bastardissimo parassita.
    – mantenimento dell’atmosfera interna nell’arnia (con questo tipo di arnie non si scoperchia mai tutto il nucleo e, conseguentemente non si disperde l’aria altamente propolizzata, e quindi fondamentalmente antibiotica presente nell’arnia)
    – alcuni utilizzano zucchero al velo soffiato sull api, questo dovrebbe dare fastidio all varroa facendola cadere e dovrebbe promuovere l’istinto al social grooming (le mie lo fanno senza bisogno dello zucchero al velo, sembrano tante scimmiette intente a pulirsi a vicenda, basta non disturbarle)
    Lo scopo non è debellare la varroa (resa resistente dai trattamenti attuati per eliminarla…) quanto arrivare ad un punto di coesistenza controllata… io, per ora non ne ho… altri, stanno avendo buoni risultati con il sistema “naturale”

    Dopo tutto questo… come le tratto?… non le tratto…

  56. 56 Salvatore
    agosto 7, 2009 alle 8:08 am

    Ciao Nicola.
    Una domanda “venale”. Con l’apicoltura naturale è ipotizzabile avviare una piccola attività imprenditoriale? non ho idea delle produzioni in questo tipo di allevamento, ma suppongo che siano inferiori a quelle dell’apicoltura convenzionale. E già questa non è che navighi in buone acque.
    un saluto
    salvatore

  57. agosto 7, 2009 alle 10:46 am

    In francia lo fanno già da qualche anno e forse anche in germania, in inghilterra stanno iniziando a fare delle sperimentazioni, così come negli states…
    I Guillame sono quelli che lo fanno da più tempo (almeno che io sappia) http://ruche-warre.levillage.org/La%20ruche%20%E9cologique.htm
    Vale la regola dell’agricoltura naturale: con il sistema tradizionale investi 100 di “energie” ed ottieni 50, con il sistema “naturale” investi 50 per ottenere 30 (le stime sono fatte a casaccio… solo per dare un’idea)
    Questa non naviga in buone acque perchè stanno morendo le api non perchè l’economia non la supporti…
    Come te la sei cavata con i fuochi?

  58. 58 FUCO
    agosto 8, 2009 alle 5:53 PM

    Io sono apicoltore da 4 anni. utilizzo arnie dadant-blat standart da 10 telaini con foglio cereo.
    Tratto il meno possibile le mie api infatti eseguo due trattamenti all’anno (uno in luglio con l’apiguard a base di timolo e uno in ottobre con acido ossalico spruzzato) entambi i prodotti da me utilizzati sono ammessi nel disciplinare dell’apicoltura biologica. Quest’anno come l’anno scorso noto che la varroa che muore in seguito ai trattamenti è molto poca( anche i miei amici apicoltori lo hanno riscontrato). nonostante tutto le api in autunno sono molto belle mentre durante l’ inverno muoiono. riflettendo mi sono domandato il perchè noi apicotori di oggi invece che diventare matti per produrre di più non utillizziamo energie per capire a fondo le esigenze che le api hanno ai nostri giorni. ad esempio: il numero di favi presente nelle arnie oggi è proporzionato a quello delle api in natura? e la posizione dei favi delle api all’interno dell’arnia? le apiin natura non costruiscono forse i favi a caldo? la rete antivarroa non crea troppa aria che disturaba la vita delle nostre amiche api?

  59. 59 Salvatore
    agosto 8, 2009 alle 7:20 PM

    capito grazie.
    i fuochi stavano lontano quindi nessun danno. A parte la rabbia quando vedi tutta quella desolazione.

  60. agosto 8, 2009 alle 8:39 PM

    @ Salvatore… capisco, Marco mi ha descritto un po’ lo scenario che si poteva vedere dagli aerei…

    @ Fuco – grande! sarebbe interessante sapere in che zona sei. Questo è il mio primo anno con le api e, confesso, non ne so assolutamente nulla… ma sto studiando molto!
    Non sapendone niente ho applicato lo stesso ragionamento che ho applicato per la coltivazione: creo un’ambiente il più simile al naturale possibile e poi osservo e studio.
    Da quello che ho trovato in giro pare che lo spazio interno delle dadant-blat sia leggermente troppo grande e le pareti troppo sottili perchè la temperatura interna possa essere stabile sui 35°. La critica maggiore che viene portata alle arnie classiche (per intenderci tutte quelle nate intorno all’ 800 con lo sviluppo dell’apicultura “industriale” e quindi con telaini mobili e fogli cerei) e che in nessun modo riproducono l’ambiente naturale delle api mettendole, conseguentemente sotto stress e, quindi, indebolendole… cosa che non fatico a credere… se dovessi abitare in una casa tipo “edilizia popolare truffaldina anni ’80” credo che mi indebolirei anch’io 🙂
    Come te la cavi con l’inglese? Ho parecchi documenti che potrei passarti a riguardo… così mi potresti dire quali sono le perplessità di un’apicultore “ufficiale” rispetto al metodo “naturale” che sto provando a sperimentare!
    un saluto

  61. 61 FUCO
    agosto 9, 2009 alle 3:19 PM

    per nicola:

    non per scoraggiarti ma il sistema dello zuccheo a velo ha un’efficacia molto limitata (10-15%) perchè lo zucchero in polvere fa cadere solo le api presenti sulle api e non quelle nella covata che rappresentano la maggior parte di varroa di un alveare. Una domanda per nicola: Ma perchè invece che utilizare le top bar non utilizzi delle arnie standart o costruite ma che ti permettano di ricavare un po’ di miele? Puoi sempre apportare delle modifiche per seguire il comportamento naturale delle api. Ad esempio far costruire i favi alle api ( apicoltura biodinamica), cambiare direzione ai telaini ( favo caldo), diminuire numero di telai pur mantenendo le misure standart (questo è ovvio).in attesa di una tua risposta un saluto fuco.

  62. agosto 9, 2009 alle 8:43 PM

    Oilà! Ma sia dalle Warrè che dalle TopBar si ricava il miele… meno che quanto se ne ricaverebbe dalle Dadant (forse) ma prevalentemente perchè ne lasci i lpiù possibile alle api per evitare di nutrirle a zucchero.

    per la varroa… non è che mi scoraggi e che prima vorrei verificare la naturale resistenza delle famiglie.
    Ci sono due fattori fondamentali nel processo di riproduzione della varro che sono totalmente ignorati nelle arnie “ufficiali”:
    la varroa non è in grado di riprodursi sopra i 33°, la temperatura standard all’interno di un nucleo è di 35°. Una struttura dove non si scoperchia l’arnia per le operazioni (tipo Warrè) permette più facilmente di garantire il mantenimento della temperatura interna.
    Le Warrè hanno un tetto ventilato con uno strato “filtro” e le pareti spesse il doppio di una dadant.
    La varroa tende a infilarsi nelle celle grandi. In un’arnia senza fogli cerei e telaini (oltre a costare meno in termini di soldi e lavoro) tenderanno a creare celle più piccole e meno attaccabili.
    C’è anche una teoria (tutta da comprovare) secondo la quale la struttura esagonale delle celle di un favo senza fogli cerei tenderebbe a “ribaltarsi”… questa è difficile da spiegare…
    In un telaino classico l’esagono della cella ha i vertici verso l’alto e verso il basso. In un favo “libero” le celle si orienteranno con i vertici dell’esagono verso destra e sinistra lasciando meno spazio per intrufolarsi alla varroa…
    E un po’ complesso… forse dovrei farne un post completo… 🙂

  63. agosto 9, 2009 alle 8:45 PM

    PS.- perchè invece di utilizzare le dadant-blat non usi le topbar? 😀

  64. 64 FUCO
    agosto 10, 2009 alle 11:51 am

    Non uso le top bar perchè non sono razionali, costano molto lavoro, non permettono di produrre molto. Ma le top bar quanti favi hanno? pensavo che le warrè avessero telaini da nido ma non telai da melario. è vero?

  65. agosto 10, 2009 alle 1:28 PM

    Potrei obbiettare che le topbar sono razionali per le api non per gli apicultori.
    Il lavoro principale è costruirsele (anche se per quelle orizzontali ci vuole veramente poco) dopo il lavoro e veramente minimo. Warrè aveva fatto un piano di fattibilità di impresa calcolando due visite l’anno all’apiario per un totale di pochi giorni di lavoro.

    Quanti favi hanno le topbar? Dipende… se parliamo delle orizzontali (quella nelle foto) possono essere variabili, la mia ha 32 barre e quindi la possibilità di portare 32 favi.
    Quelle che sto utilizzando adesso (le Warre visibili qui: https://ortodicarta.wordpress.com/2009/05/08/aggiornamenti-al-volo/ ) hanno 8 barre a cassetta.

    le Warrè hanno telaini da nido e non da melario? Nessuno dei due. Non hanno telaini. Hanno solo le otto barre su cui viene applicata una striscia di cera come “invito” per la costruzione dei favi. Le regine sono meno disordinate di quanto non si pensi… non è che vanno a deporre a caso in giro per l’arnia ma tendono a seguire uno schema di deposizione preferendo i favi nuovi (meno passibili di contaminazioni) rispetto a quelli vecchi che vengono utilizzati come “magazzino”. La colonia si sviluppa verso il basso rendendo possibile il prelievo del miele dalle cassette in alto assolutamente prive di covata evitando anche l’uso di escludiregina o altre complicazioni.
    Esiste un piano di fattibilità di una ditta francese che produce miele con le warrè… ma non mi ricordo dove diavolo l’avevo trovato… dovrò cercare…
    saluti

  66. 66 FUCO
    agosto 10, 2009 alle 8:22 PM

    guarda questo sito sulle arnie warrè :ruche-warre.com/ventederuches.htm
    Questo apicoltore ha 600 alveari warrè!!

    è come avevo detto io i telaini da nido ma non quelli da melario e sono 8.

  67. agosto 10, 2009 alle 11:52 PM

    Allora, da buon apprendista ignorante, non ho capito cosa intendi per telaini da nido o da melario… il sito che hai citato è uno dei primi in cui mi sono imbattuto durante la ricerca di informazioni. Lui utilizza delle mezze cornici (solo il lato superiore e metà dei laterali senza fogli cerei e senza filo zincato), ha modificato i tetti ventilati per facilitarne il trasporto ed aumentato l’apertura di ingresso.
    Se vuoi dare un’occhiata più approfondita al sistema Warrè puoi leggere il libro di warrè stesso lo trovi, assieme a 1000 altre informazioni dal più prolifico produttore di informazioni a riguardo che esista sul web: David Heaf, un’apicultore e studioso gallese nonchè, nominato in absentia senza che lui lo sapesse, mio mentore e nume tutelare!
    http://www.mygarden.ws/ModifiedAbbeWarreHive.htm
    http://www.dheaf.plus.com/warrebeekeeping/beeindex.htm

  68. 68 FUCO
    agosto 11, 2009 alle 10:19 am

    Per telaino intendo una cornice fatta da 4 listelli di legno ( il listello superiore è più lungo perchè deve appoggiare). Quindi la warrè del sito ruche-warre.com/ventederuches.htm ce li ha i telaini nel nido.

  69. 70 FUCO
    agosto 12, 2009 alle 9:28 am

    LE TUE WARRè CE LI HANNO I TELAINI?

  70. agosto 12, 2009 alle 4:05 PM

    No.
    Le mie Warré rispondo esattamente agli schemi esposti da Warrè stesso in “L’apiculture pour Tous”. Unica modifica: gli sportelli di osservazione sulle cassette, chiudibili per evitare dispersioni di calore.
    “L’apiculture pour tous”- link http://www.apiculture-warre.fr/
    “Warrè modificata”- link http://www.mygarden.ws/ModifiedAbbeWarreHive.htm

  71. 72 antonio
    Maggio 5, 2011 alle 11:16 PM

    vorrei cortesemente sapere se qualcuno di voi costruisce arnie top bar. sarei interessato all’ acquisto oppure se potete darmi le misure.
    grazie a tutti saluti
    ANTONIO

    • Maggio 5, 2011 alle 11:42 PM

      Ciao Antonio,
      io me le costruisco e posso costruirle anche per altri (anche se in questo momento ho sospeso la costruzione delle warré – le top bar verticali e mi sto limitando alle orizzontali – come quella nella foto)
      Se ti interessa puoi contattarmi direttamete alla mia mail iosononicola@gmail.com (io sono il tenutario di questo blog) oppure, se decidi di fartela da solo (ed è abbastanza semplice) puoi scaricarti il manualetto con le dimensioni (in pollici) qui:
      http://is.gd/59fA7K

      Saluti

      • Maggio 5, 2011 alle 11:59 PM

        Il “tenutario”!

        Dal Dizionario Sabatini-Coletti:

        TENUTARIO [te-nu-tà-rio] s.m. (f. -ria; pl.m. -ri)
        • Proprietario o gestore di qlco., spec. di locali equivoci: tenutaria di una casa di appuntamenti

        NICOLAAAAAAA Aahahha ahha

      • Maggio 6, 2011 alle 7:31 PM

        Eh! Vedi che allora c’ho preso con la definizione?! 😉

  72. 76 luigi
    marzo 11, 2014 alle 6:43 PM

    il favo lo fanno le api senza bisogno di attaccarci qualcosa sulla barra di legno?

    • marzo 11, 2014 alle 8:08 PM

      Tecnicamente si. il risultato migliora decisamente nel momento in cui, sulla barra, si dispone una striscia di cera anche solo di un 5mm

      • 78 luigi
        marzo 12, 2014 alle 6:39 PM

        all’ora ci metto una striscia di legno fina voglio farla senza spendere un euro ho fatto il tetto lasciando un
        vuoto tra le stecche di circa 10cm pensavo di mettere in inverno un foglio di polistirolo mentre in estate
        volevo lasciare l’apertura sotto aperta solo con la rete e pensavo di forare un diaframma in modo che
        mi diventa un escludi regina e lasciare il posto per 3-4 favi così da prendermi un po’ si miele per te potrebbe avere senso?
        mi sto avvicinando adesso all’apicoltura

  73. 79 massimo
    marzo 28, 2014 alle 3:01 PM

    salve ma c’e qualcuno con cui parlare di top bar

  74. giugno 10, 2020 alle 10:06 am

    5Sanchez smirking as he wathces on from the bench at Liverpool on SaturdaySanchez is almost certain .


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