Disclaimer : di vecchi, di quelli veri, di quelli nati in tempo per avere un’esperienza della II Guerra Mondiale ne sono rimasti molto pochi. Gli altri sono quelli del boom economico e, ormai, del ’68. Non vi fate fregare: sono un’altra generazione.
Ciao Mamma, ciao Babbo… 😀
Ho appena finito con uno dei miei sproloqui sul gusto che si può provare a costruirsi aggeggi assurdi con pezzi di scarto per la resilienza alimentare urbana.
E’ sconvolgente il grado di pazienza che la gente riesce a mostrare nei miei confronti: fino ad oggi nessuno mi ha ancora mandato a quel paese… ci provano, ma io sguscio velocemente.
Una delle immagini ricorrenti con cui ci si confronta è quella del classico orto urbano, un fazzoletto di terra ritagliato in qualche incolto cittadino.
A Chivasso questo accadeva tra il canale Cavour e la mega-centrale Enel.
Sono sempre in “bei” posti gli orti urbani…
Qui, come da quasi qualsiasi altra parte, questi orti erano il ricettacolo di qualsiasi materiale tossico immaginabile. Dall’eternit ai tubi di PVC, dai fusti di gasolio alle mille varianti di “acqua” possibili più, ovviamente, i già presenti inquinanti.
(l’ortolano “esperto” piemontese, quello con un’età per cui dovrebbe essere fonte di ispirazione ed esperienza a cui affidarsi, non da mai niente alle sue piantine… solo “l’acqua”: un qualsiasi preparato chimico mescolato con qualcosa che potrebbe assomigliare ad un miscuglio di idrogeno ed ossigeno)
Questa situazione non è ovviamente compatibile con un “vivere civile” secondo la maggior parte delle amministrazioni comunali. Quella di Chivasso compresa.
Quindi, come in mille altre città, arrivano le ruspe e spazzano via tutto.
E uno può pensare: “che stronzi…”, ma no perché le amministrazioni ricostruiscono tutto con delle belle casettine in legno alla Heidi e delle alte e lunghe recinzioni, poi vanno dal popolo e gli dicono:
Oh popolo: Guardate che begli orti vi abbiamo fatto
Come dite?… ve li eravate già fatti voi e più grandi?
Vabbè, ma adesso sono più ordinati!
E qui nasce il primo problema: se sfratti qualcuno per mettere tutto in ordine, non come interessa a lui, ma come interessa a te ovviamente quello che c’era prima cercherà di riportare tutto alla situazione “ante”. Entropia Sociale. Fate ciao alle casette di Heidi e welcome to eternit again! Soprattutto se dopo questa bella operazione di maquillage tu sparisci dalla circolazione… mai sentito parlare di “progettazione partecipata”?
Ma non finisce qui.
Oh popolo: poiché chiunque merita il diritto all’autodeterminazione alimentare. Noi, dalla nostra onniscenza, permetteremo a chiunque di possedere un orto (lascia fare che è inquinato, il terreno è ridotto ad uno schifo ed il tuo vicino ti odierà in eterno perché quel pezzetto prima era suo… stai a badare a ‘ste cose!)
Poi vai a vedere il bando di concorso:
C. Età compiuta del richiedente alla data di pubblicazione del bando
Punti 6 oltre i 70 anni
Punti 4 da 66 a 70 anni
Punti 2 da 61 a 65 anni
Punti 1 da 50 a 60 anni
(cit. direttamente dal bando)
E’ una partita persa.
L’orto è per i pensionati.
La fabbrica, l’ufficio, il call center per tutti gli altri… che le pensioni, da qualche parte, bisogna pur prenderle…
sì hai ragione, con le amministrazioni comunali la battaglia è persa in partenza. i politici e ancor più i burocrati sono anni indietro rispetto alla società, forse anche lustri o decenni.
poi sui vecchi hai ragione, non son più quelli di una volta. i vecchi di oggi sono corrotti dal consumismo, son messi peggio di noi per questo. pensa che mia madre con 2 ettari (2 ettari!!!! 20.000 mq) di terra compra le verdure e i polli al supermercato perché costano meno. boh.
beh si, e’ logico. Costano meno e son piu controllati.
Del resto.. curare le galline costa parecchia fatica.
ma tu Barbara, non potresti coltivare i due ettari di tua madre?.
Se non sono lontani, se vuoi te li coltivo io volentieri.. 🙂
@Luigi – vorrei evitare il nascere di una polemica quindi faccio io la domanda prima che ne venga fuori un botto… più controllate da chi? E fatica a fare cosa? Dimmi che la faccina sorridente prende tutto il commento e non l’ultima riga 🙂
@Barbara – Organizziamo un movimento di 20-35 enni (quindi io già sarei escluso ma mi faccio comunque promotore)che, stando seduti sulle panchine, guardano i vecchietti scuotendo la testa sconsolati e mormorando “…non ci sono più i vecchi di una volta” 😀 😀
http://umarells.splinder.com/
daniele dice di andarti a guardare questo sito!
pensiero laterale:
non per augurare la morte altrui ma, vista l’età dei vecchietti ce n’è sempre uno in fase di “stand-by”, diciamo che, o è quasi di là o ci è proprio e il suo rapporto con la terra è ormai simbiotico, è del resto il destino naturale di ognuno di noi, non sono cinico ma “naturalistico”. Beh, conoscendo i regolamenti comunali c’è sempre una fase di interregno, chiamiamolo anche purgatorio, fra la cessione della terra e la nuova assegnazione, è lì miei cari che le famiglie devono inserirsi e non mollare, dappertutto nei paesi civili gli orti sono familiari, collettivi o chiamateli come li volete, basta con la lobby degli ottuagenari, avete creato il debito pubblico quando eravate giovani, adesso ne riscuotete gli interessi che noi paghiamo. A lavurà…
seriamente, avrebbe senso sensibilizzare gli assessorati al Patrimonio dei vari comuni italiani a considerare l’idea di destinare le aree dismesse agli orti-giardini collettivi e smetterla con la solfa degli anziani (soliti privilegiati dato che sono la maggioranza nel nostro Paese). Altro elemento importante, prima di intervenire i comuni si dovrebbero dotare anche degli strumenti minimi per una progettazione partecipata, ma forse è meglio che ci trasferiamo tutti in Danimarca.
Potrei raccontarvi la storia dell’Isola dei Laghi nella laguna di Venezia per fare un’affresco di tutti gli errori possibili nella gestione e riconversione di uno spazio bellissimo.
un abbraccio a nicola e a tutti gli altri
Fai clic per accedere a 4353451415poster_beni_1.pdf
Michele dixit 🙂
…e lui di politiche comunali… 🙂
Nicola,
mi sono dimenticato una cosa fondamentale, il nostro progetto S. Giobbe per la riconversione di uno spazio pubblico sta andando avanti, a gennaio abbiamo un incontro con un’agguerrita rappresentanza di donne del quartiere
qui la nostra bozza di progetto
http://docs.google.com/fileview?id=0B4uaXp0_tI4BZjhhNWMwNDgtZThhMS00ZDE3LTg2MGItYTAwMzZjNmRmZTE2&hl=it
e qui le foto dello spazio attualmente
http://picasaweb.google.com/spiazziverdi/SGiobbe#
saluti
A gennaio un saltino dalle tue parti sà veramente da fare! 🙂
@Luigi: i 2ha dei miei sono coltivati, però è difficile infrangere il (loro) mito della Coop sei tu chi può darti di più ;).
@Nicola: ok per il movimento non_ci_sono_+_i_vecchi_etc, però se il discorso è riservato agli under35, ahimé son tagliata fuori anch’io.
Povero Michele alle prese con delle tipiche signore del movimento spontaneo BANANA, ovvero Build Absolutely Nothing Anywhere Near Anything. Tempo fa assistevo ad una presentazione dei nuovi progetti urbani per umanizzare Toronto, Canada, (guidati dal guru locale del design urbano Robert Friedman , http://www.thestar.com/comment/columnists/article/269814 ) e questo movimento “irrazionale” dei B.A.N.A.N.A. ha battuto tutti i record del movimento N.I.M.B.Y… C’era più gente ad opporsi a progetti che non riguardavano il loro quartiere, invece era sbalorditivo che la gente volesse invece i progetti sostenibili vicino casa propria o addirittura che la propria casa fosse abbattuta in cambio di un qualcosa di ecologico e sostenibile!
Una corretta comunicazione e la Santa Pazienza, possono risolvere tutto.
E’ permesso un ‘fuori-traccia’?
Auguri, Nicola… buon natale.
a.o.
Grazie mille A.O.
altrettanto all’aiuola odorosa! 🙂
@nicola @3..
ovviamente era ironico..
“FUORI I VECCHI DAI COGLIONI…<" mi pare un po nazista come ideologia no?! ;).
io preferirei un piu sano "FUORI DAI COGLIONI TUTTI, NESSUNO ESCLUSO" 🙂
BUONE FESTE A TUTTI 🙂
però non ci sono più i vecchi etc. etc. mi sembra una bella vendetta :-), ops! sono anch’io fuori età massima, anzi fra un po mi tocca di passare dall’altra parte (almeno secondo il pargolo)
bello il movimento BANANA, sono membro onorario! infatti in parte alle patate e altre bazzeccole non ho ancora combinato granche….. però il tutto è vicino casa, anzi è la casa.
buone feste a tutti
elena
abbraccierrimi a nicola e co.
Eccolo qua, il post Natalizio più politicamente scorretto che abbia mai letto.
Inutile dire che condivido in pieno.
Non credo nella saggezza contadina e nella scienza infusa dei vecchi. Per lo più tendono a confondere l’abitudine con l’esperienza. Ferme restando alcune piacevolissime eccezioni.
Buon Natale a tutti.
Andrea scripsit.
l’orto urbano, abusivo, di mio zio (un sardo immigrato degli anno ’60, operaio alla Pirelli) era a Sesto S.Giovanni a Milano. Era pacciamato con poristirolo sbricciolato!! inarrivabile poi la barraca fatta con i cartelloni publicitari!! vabè… erano i primi anni 80 😀
L’augurio che vi faccio e di passare queste feste forzate in allegria. A tutti!
@ Luigi – Sono d’accordo… ma i finti vecchi ed i ggiovani più degli altri 😉
@ Mafalda aka Elena – Si… considero già i 40enni dati per persi 🙂
@ Andrea – m’è scappato… ma Babbo Natale pare non essersene accorto 🙂
@ Salvatore – in realtà alcuni orti urbani sono puri esempi di permacultura involontaria, manca solo il livello di coscienza ambientale ma sulla ciclicità ed intercettazione delle energie ci stanno tutti.