Avete presente le streghe del Macbeth?
Ma si, dai. Quelle tre che stanno nella brughiera a far non si sa cosa ma sicuramente hanno messo la maglia di lana.
Quelle che ti profetizzano cose arcane che tanto tu o non capisci o male interpreti.
Ma si dai.
Ecco. Loro sono come le streghe di Macbeth se le streghe di Macbeth indossassero fuseaux salsiccioformi dalle fantasie improbabili.
Si annunciano con lo strombazzare furente di un cagnetto bianco e marrone privo del concetto di territorialità.
Nulla che non gli si possa insegnare facendogli la pipì in testa. Non necessariamente solo al cane.
Sono nel campo a Lessolo. Quattro giorni di pioggia hanno reso il terreno della stessa consistenza della plastilina dopo che l’hai pasticciata per mezza giornata vicino al caminetto.
Tecnicamente: un terreno assolutamente non in tempra.
Devo comunque mettere a dimora le 250 piantine recuperate dalla forestale per le siepi e, tutto sommato, il prato drena a sufficienza.
In una scheggia di sole tra una nuvola e l’altra, loro compaiono dal fondo del campo. (Questo è il bello di avere un campo in “quasi piano” molto lungo: vedi chi arriva con un buon anticipo)
La prima mi apostrofa con un volume di voce che deve, necessariamente, superare il latrare del cagnetto. “Ma cos’è che fate qui?”
Per una volta rispondo in maniera adeguata. Spiego che ci stiamo trasferendo e che in attesa dei lavori sulla casa sto preparando il campo per le coltivazioni, l’orto…
“Ah. Vabbè! Ma ci sono persone apposta per fare queste cose…”
Il preparatore di campi era una professione che mi ero perso. Devo dire che dal “chi è che hai sepolto lì” riferito all’orto di quattro anni fa c’è stato comunque un certo sviluppo.
Spiego che ci stiamo informando il più possibile per poter operare nella maniera migliore possibile.
Le tre sembrano soddisfatte e si scambiano occhiate di complice assenso. Una, abbozza anche un link con un suo parente che… Mi raccontano che quel posto era noto come cascina “Serra”. Essendo più o meno la dodicesima nomenclatura appioppata a quel posto, inizio a pensare di aver acquistato un’ex-multiproprietà. Si dilungano in descrizioni amene della vita rurale che si dipanava in quel luogo inserendolo d’ufficio nella melensa routine agreste del nord Italia degli ultimi 80 anni e mi salutano con il migliore degli auguri. “Ah, è sempre stato uno dei migliori prati della zona. Anni fa, una ragazza che abitava qui ha affogato il figlioletto nel pozzo… o era la figlioletta?”
La casa è disabitata da prima che loro nascessero.
Avete presente le streghe di Macbeth?
Insopportabili stronze.
Sto facendo nuovamente delle cose catalogabili come strane.
Sto anche raccogliendo il materiale per cercare di raccontarlo in maniera quasi adeguata.
Nel frattempo mi ripasso Odum e compagnia bella nella speranza di sopravvivere alla lezione con le 4° e 5° dell’Istituto Tecnico di Agraria di Biella martedì prossimo.
Io, l’amico G. ed Enzo siamo stati invitati a parlare di Agricoltura Sinergica e compagnia bella ma, già che ci siamo, segretamente complottiamo per alzare un pelo il tiro ampliando l’introduzione.
Bisogna prenderli da piccoli. Sennò ti diventano vecchi.
Chiacchere al bancone