L’irrigazione a goccia è relamente sostenibile? E’ realmente il modo migliore per utilizzare l’acqua senza sprechi?
Secondo qualcuno no… ma dipende…
Maggiori info le trovate dai ragazzi di “Terranauta“.
Saluti!
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Il dilemma della goccia
diario di campagna n°72
IL MISTICO NELL’ORTO
LA MATTINATA SI è aperta con un’abbondante dose di caffeina sorseggiata davanti alla finestra, contemplando quella che, a tutti gli effetti, si sarebbe rivelata una giornata perfetta dal punto di vista di una pecora del Devonshire.
Il ché, d’altro canto, la decretava anche come un’ottima giornata per trapiantare un po’ di roba liberando spazio nella micro-serra.
Dopo circa 2 ore che strisciavo a carponi posizionando lattughine, fagioli, tagete e cipollotti sono stato colto da una visione mistica rivelatrice. Dalla pacciamatura permanente dell’orto è emersa una figura magra, asciutta, coperta solo da un lungo scamiciato grigio. Ai piedi un grosso paio di stivali di gomma.
Ruth Stout si è guardata intorno, ha abbozzato un sorrisino. Dopo un lungo silenzio le sue parole hanno risuonato chiare e limpide nell’aria umida dell’orto:
“MA SEI SCEMO?! LA PROSSIMA VOLTA BUTTA I SEMI PER TERRA E TORNATENE A CASA A BERE CAFFE’ CALDO E A LEGGERE LIBRI!”
IL VICINO DI CAMPO, un contadino che da almeno 40 anni alterna pioppi a mais e mais a pioppi tranne una breve escursione sui noci per prendere le sovvenzioni, ha però finalmente potuto godere di una perfetta quinconce. Continua a non spiegarsi il perché dei letti rialzati, della paglia, dell’impianto di irrigazione (appena terminato!) in stile Zambesi e del perché io mi ostini a mischiare le piantine facendo confusione (sue parole, ma anche mie), ma la quinconce gli ha dato una speranza… un po’ meno a me sapere che sta meditando di passare tra i pioppi con il disseccante…
Vale la pena fare un piccolo inciso sull’impianto di irrigazione.
Per la realizzazione si è utilizzato:
50 metri di tubo in pvc da ½ pollice
4 secchielli per prodotti alimentari (nella fattispecie ananas e macedonia a cubetti per la ristorazione collettiva)
4 raccordi a 90°
4 attacchi da ½ pollice
20 cm di camera d’aria da bicicletta (per le guarnizioni)
2 vecchi pallet di legno (per le torrette da 70 cm per sostenere i secchielli sopra i bancali)
Costo per l’impianto di ogni singolo orto (circa 60mq) 30 – 35 €
Data la forma particolare degli orti ogni impianto è diviso in due parti autonome. Ad ogni estremità del tubo e posizionata una torretta con relativo secchio in modo da garantire un’omogeneità di pressione e di “innaffiamento”. Il tubo è stato forato ogni 30 cm.
Prendete per buone le indicazioni, la mia ignoranza in fatto di idraulica è abissale, ma d’altronde, s’è detto che ero un cialtrone… vedremo se reggerà all’estate.
Le foto fanno schifo e non perché sono un cialtrone. E che mi difettano i mezzi per cui si dovrà attendere fintanto che riesca a farmi prestare una macchina digitale.
Diario di campagna n°70
UN NUOVO EROE NELL’ ORTO
HA INCOMINCIATO A fare caldo nella piana alluvionale della Dora Baltea. Da qualche giorno sto lavorando intorno ad un impianto di irrigazione a goccia a basso costo (saccheggiando, come al solito, il know-how delle ONG del terzo mondo… questa volta è toccato al Nepal…).
Farei altro, ma tra un po’ il caldo riuscirà a far evaporare anche l’acqua accumulata sotto la pacciamatura. Da buon cialtrone stavo montando il tutto con pezzi di pompa di recupero, secchi di plastica per alimenti recuperati da un ristorante dove lavoravo (e dove ho ancora contatti con “talpe” interne) e vecchi pallets , costo dell’opera zero ed un inizio di tintarella. Poi Noemi ha deciso di investire in 50 metri di tubo da irrigazione e qualche gadget serio, così il costo è salito a 30 euro circa… rendendo il lavoro sicuramente più facile ed efficace ma perdendo un po’ dell’allure da suburbia boliviana…
L’INCUBATRICE PARE funzionare! Oltre ad essere, quindi, un oggetto esteticamente apprezzabile, risulta anche utile. Il mondo è pieno di sorprese.
Abbiamo fatto la “speratura” (dicesi speratura il far attraversare l’uovo da una luce molto intensa sì da mostrarne il contenuto), su tre uova due sono sicuramente in fase “embrionale”.
Di primo acchito non si capiva un granché ma dopo pochi istanti, facendo ruotare l’uovo, si è distinta chiaramente la forma bacelliforme di un “coso” non ben definito. Non è vero, in realtà è andata così:
Nicola – guarda ho fatto la lampada per la speratura
Noemi – la cosa?
Nicola – si, quella cosa con la luce per guardare le uova
Noemi – ….
Nicola – così vediamo se si sviluppano, sai per avere altre galline per le uova
Noemi – ….
Nicola – (mettendo l’uovo davanti ad un tubo di cartone incastrato sul faretto della cucina) mmmh.
Noemi – Si vede qualcosa?
Nicola – boh?! Non saprei… secondo te è normale che ci sia una roba che si muove?
Noemi – Dovrebbe essere il pulcino
Nicola – Ah! Che schifo!
Noemi – …. Sei un’idiota…
Ho sempre avuto un pessimo rapporto anche con le ecografie… deve essere un effetto collaterale delle troppe visioni di Alien a notte fonda.
IN COMPENSO OGGI ho trovato un articoletto sulla mia nuova eroina da orticultura Ruth Stout. Famosa per aver scritto numerosi libri sul giardinaggio per chi non ama i lavori pesanti e guru per i primi teorici dell’agricoltura naturale (Emilia Hazelip la cita spesso come suo primo approccio per la strutturazione del sistema sinergico). Un donnino eccezionale.
Sorella di Rex Stout, autore di Nero Wolfe, e giacobina della lotta contro l’alcool, se ne scorrazzò per un po’ di anni con Carrie A. Nation, famosa per utilizzare un sistema di dissuasione antialcoolica chiamato vandalismo, distruzione e saccheggio (come ex-barman non posso condividerne l’obbiettivo, ma i modi avevano il loro fascino…).
Ruth Stout fu una brillante ed eccentrica signora di origine quacchera, si dice che lavorasse nel suo orto nuda e una delle citazioni attribuitele suona più o meno così: “ Un orto senza pacciamatura mi da l’impressione di qualcosa di nudo che per un motivo o per l’altro starebbe meglio con qualcosa addosso”. Rex Stout, anche lui amante del giardinaggio, definiva l’orto della sorella “una discarica”, ma avete presente la paranoia per le orchidee che istillò nel personaggio di Nero Wolf?!
Comunque questo è il link ad un bell’articoletto sulla mia nuova eroina, da sottolineare nell’articolo anche il divertente scontro tra il sistema “Stout” (non-lavoro) e quello “Biodinamico” di Steiner (mai-abbastanza-lavoro). Scontato, aderisco al primo.
Chiacchere al bancone