Posts Tagged ‘pirolisi

16
Mar
09

tutta l’eleganza del nero

tutta-leleganza-del-nero
Biochar.
E’ divertente come gli anglosassoni siano in grado, all’orecchio italiano, di parlare una lingua fatta di marchi, loghi e slogan.
Biochar.
Cioè, dai, è bello. C’ha ‘sto bio davanti che fa subito “tecnologia appropriata”. Ti catapulta subito in un mondo di tecnici dal volto umano. Chimici sensibili ed ingegneri con le Birkenstock… è bello.
E se n’è accorta anche la stampa italiana… con un po’ di ritardo… ma se n’è accorta.
Il ché, di per sé, è un bene. Sono convinto che il biochar abbia delle grandi possibilità se applicato ed utilizzato nella maniera adeguata, anche se nella mia visione ci vorrebbe prima una profonda riforma agraria e culturale… ma mica si può volere tutto.

Il biochar ha tutte le caratteristiche per essere un buon “pezzo” per i media: archeologia alla “Indiana Jones” lungo le sponde del Rio delle Amazzoni, Deep Ecology, paroloni come pirolisi e biomasse… insomma, si vende facile! E qui, mi casca l’asino…
Il passo dalla comunicazione alla produzione massiccia, industriale, può essere estremamente breve. Se una cosa si comunica facilmente, se ha delle caratteristiche di fascinazione, metà del lavoro di marketing è già fatto e qualcuno abboccherà…

Non ho nessuna intenzione di ricominciare con i pipponi sul biochar, per quelli vi rimando alla traduzione che avevo fatto qui ed al sito originale (che viene costantemente aggiornato a differenza della mia traduzione!).
Ma… questo l’ho fatto io in giardino… nessuno si è fatto male (neanche il bimbo di 3 anni che mi gravita costantemente tra le ginocchia), il tutto è costato veramente poco, io non sono un ingegnere ne il più sopraffino degli artigiani e c’ho messo poco più di un paio di giorni ma, cosa più importante, su scala “casalinga” è assolutamente sostenibile!

BIOCHAR CASALINGO
Uno step by step (o quasi) raffazzonato alla bene meglio… se non si capisce, sono disponibile per chiarimenti
bidone

In primis ho dovuto “riciclare” la buona vecchia Teiera per il Compost Tea.
Per l’occasione è stata leggermente modificata. E’ stata tolta la pompa e chiusi i buchi da cui si diramavano tubi e tubetti ed è stata sostituita con un areatore da acquario (la bellezza di 9€), quest’ultimo ha l’indubbio vantaggio di non intasarsi tutte le volte e richiedere meno manutenzione…
compostbubbler

Messo il saccone (in questo caso ho utilizzato uno dei sacchi per alimenti usati per il mangime per polli… ma volendo essere più naturali si possono usare quelli di juta…) ho aggiunto due cucchiaiate di zucchero di canna. Qualcuno uso il miele ma, essendo un’antibiotico naturale c’è chi dice possa creare dei problemi allo sviluppo dei microrganismi
mielezucchero1

Dopo 48 ore, alla comparsa della schiumetta superficiale, ho messo in immersione il carbone, recuperato un po’ da Carlo (che si è costruito un Adam retort in giardino!), un po’ dai miei esperimenti casalinghi…
carbone

Altre 24 ore et voilà! Biochar!
inoculo

Cercando di inserire il più possibile il biochar nelle pratiche di agricoltura sinergica ho deciso di non lavorarlo nel terreno ma provare ad utilizzarlo come pacciamatura.
pacciamatura

In questo modo dovrei ottenere una serie di vantaggi.
Primo vantaggio: il carbone è meno deperibile (si parla di centinaia di anni…) della paglia riducendo la necessità di materiale vegetale per le coperture permanenti… e ci penseranno i lombrichi a lavorarlo nel terreno… Se funzionasse potrei ridurre la necessità di “importare” paglia non sempre di provenienza certa (hai voglia fare il fighetto cercando di pacciamare con paglia bio!!)
Secondo vantaggio: Secondo Folke Gunther la pacciamatura a carbone serve come deterrente per le lumache… cosa non disprezzabile visto che si stanno svegliando e hanno una fame maledetta!!

Ok… ho fatto il mio bel post per cavalcare l’onda dei media italiani sul biochar
Adesso posso tornare ad occuparmi delle api… vera ossessione del momento.
Tra un anno si sveglieranno sull’apicoltura naturale e non voglio farmi trovare a “brache calate” 😉

Qui tutte le cose che ho scritto con tag biochar (grazie equipaje!)
Qui il ripescaggio di un ripescaggio sul Compost tea

08
Gen
09

Lo spazio del collaboratore errante

Perchè non si perdano nei meandri dei commenti e delle comunicazioni “dietro le quinte”:

Salvatore (il mio esperto di acquacultura sardo di riferimento) segnala quest’ottima pubblicazione sulla permacultura urbana in catalano scaricabile gratuitamente (avete presente “introduzione alla permacultura” Ed. AMM TerraNuova? Ecco, questo è a gratis…) a cura della Fondacion Terra.

Weissbach mi manda, come dono per il nuovo anno, il podcast di Radio3 con un bell’intervento sul biochar, chiaro e puntuale (ricordatevi comunque e sempre che è una tecnologia “bassa”, chiunque è in grado di riprodursela in giardino…)

… è bello avere dei lettori che fanno i compiti!
Grazie!

10
Dic
08

il falò delle vanità

DIARIO DI CAMPAGNA N°220

E’ dura ammetterlo.
Spesso si fallisce. Ed i segni di quel fallimento, con buona probabilità, ci seguiranno nel tempo, come marchio indelebile della vergogna.
Mentre scrivo questo la mia dolce metà si sta sbellicando dalle risate indicando a tutti una vistosa ustione sul mio braccio sinistro.

In questi giorni si è perpetrato uno scontro tra titani al Mulino. (E ancora non è finito…)
Da una parte il compulsivo cialtronismo, la fiera dell’improvvisazione e del bric à brac, dall’altra il teutonico pragmatismo progettuale, la strutturata strategia costruttiva.
Sono ancora sconvolto.
La fornace s’è fusa!
Le critiche della mia sempre meno dolce (soprattutto se continua a ridere) controparte femminile sono ovvie e scontate:
dovevi fissare meglio le parti
facile… è lei che sa saldare in famiglia, mica io!
il tubo da stufa che hai usato era troppo vecchio, pieno di buchi
ma te guarda se adesso devo anche ad andare a comprarmi i tubi fighetti per fare gli esperimenti
il tappo non era a tenuta, tutti gas sono usciti di lì invece che dal tubo
O bella! Questa poi! Mica ce l’aveva il tappo quel fusto! Gliel’ho ritagliato io…
La struttura di sostegno era troppo debole
…questo è vero… quando la fiamma ha preso il via, i ferri che sorreggevano il fusto si sono letteralmente fusi facendo precipitare tutto…

Ed è a questo punto che l’istinto mi ha rapito per un secondo.
Mentre vedevo la mia ultima creazione sprofondare tra le spire infuocate dell’averno non sono stato in grado di resistere…
Ho cercato di prendere al volo un fusto da 100l di metallo rovente pieno di legna… la scienza e la sperimentazione pratica richiedono anche questi sacrifici… (e lei ride… và che la gente può essere veramente noiosa…)
Ok. Lo ammetto. Questa volta il cialtronismo non ha dati i risultati sperati. Ma si impara dall’esperienza: la ZABO 2.0, come fenice splendente nella sua livrea forgiata tra le fiamme eterne, risorgerà! (Lei si sta ormai rotolando per terra in preda alle convulsioni)
In ogni caso per modelli più semplici o diversi vi consiglio di sfogliare la FAQ di Philip o di andare qui.

Il problema è che Lei doveva realizzare una serra modulare per l’orto.
Le direttive erano:
deve essere circolare perchè segua la forma dei “letti” e sfrutti al massimo il passaggio del sole.
deve essere leggera.
non deve costare quasi nulla.
Il problema è che Lei è un “architetto” che sa saldare.
Il problema è che lei è terribilmente competitiva.
Il problema è che lei se ne esce con questo…

CAD! Ha progettato una serra in CAD! E mi sta costringendo a costruirla seguendo le sue misure al millimetro!! (e intanto sfotte…)
E’ circolare – la struttura è una sorta di geode
E’ leggera – i portanti sono tondini da calcestruzzo da 6mm fissati tra loro in modo da distribuire uniformemente il peso
E’ multifunzionale – nella bella stagione, tolto il telo in pvc, la struttura serve per i rampicanti o per “legare” i pomodori…
E’ costata 50€!!

(questo è un post in progress… ho recuperato una macchina digitale che sembra uscita da un film anni ’70 se fossero esistite le macchine digitali… appena scopro con quale perverso software antelucano io possa scaricare le foto ci sono sia quelle del rogo che quelle della serra… e appena Noemi corregge due quote ci saranno anche i disegni tecnici…)

10
Giu
08

diario di campagna n°107

LA TRADUZIONE DELLA FAQ sul biochar è stata finalmente ultimata. Abbiate pietà per la pessima traduzione, il mio inglese è decisamente maccheronico e non essendo un tecnico un sacco di dati sono tradotti in maniera quasi letterale. Comunque meglio di Babelfish!
La FAQ è un work in progress che Philip Small porta avanti da diverso tempo raccogliendo le informazioni man mano che arrivano (il biochar è attualmente terreno d’indagine e le certezze sono ben poche).
In ogni caso:
Qui la traduzione
Qui l’originale (altamente consigliato per tenersi aggiornati.)

Per finire vorrei ringraziare lo stesso Philip Small per il lavoro che sta facendo e per avermi permesso di compierne uno scempio traducendolo!

I’ve just finished the “Gardening with biochar FAQ” translation. Please be charitable, my English knowledge is awful and I’m not a technician, that’s mean that some terms may be literally translated in Italian. Anyway, better than Babelfish!
The FAQ is a work in progress by Philip Small; he works on it since quite time collecting information as they arrive. (Interest in biochar study is pretty new and there are few certainties).
Anyway:
Here the translation
Here the original pages

In the end I would like to thanks Philip Small’s work and for letting me mess it around with this translation! Thank Mr. Small!




L’ orto di carta

Diario di bordo ad aggiornamento casuale e saltuario di un cialtrone nell'orto... giocando con il fango, la permacultura, l'agricoltura sinergica in compagnia di William Cobbett, John Seymour, Fukuoka e Kropotkin.

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