24
Lug
08

diario di campagna n°133

Torniamo alla biomassa.
Il “fortuito” incontro con Marco ha innescato una serie di ragionamenti, schemi e ripescaggi negli archivi. C’è sempre nell’aria la possibilità di re-localizzare il mezzo mondo in cui gravito in una situazione dove realizzare una progettazione stabile sia possibile… e quindi si studia.

Una delle cose che mi porterò dietro è una minuscola serra, recupero di un fondo di magazzino. Attualmente usata come semenzaio e nursery per le piantine. Metà dello spazio è (era, ora è senza pannelli per fare da supporto ad un paio di zucche rampicanti) occupato da taniche di acqua nel tentativo di avere un sufficiente accumulo di calore durante i primi soli della stagione. Tecnica totalmente inefficace vista la posizione di casa: esposizione a Nord, tasso di umidità assurdo durante tutto l’anno (nel 2007 il ghiaccio in cortile ce lo siamo portato fino ad aprile/maggio) e siamo il bacino di raccolta di tutta l’aria fredda che cala dal Canavese…
Questo mi ha portato a valutare strategie alternative, oltre a desiderare una serra più grande…

Ed ecco le biomasse.
Jean Pain è famoso per il “Compost dei Templari” ed ad una serie di tecnologie legate al compostaggio degli arbusti per la produzione di energia. Energia=Calore.

Jean Pain con i suoi cumuli di compost ci scaldava la casa, le serre e ci alimentava una 2cv a metano nella proprietà che gestiva nel bel mezzo del versante francese dell’Occitania dove questa sfuma nella Provenza. (E qui metto sul piatto “Gibous, bagase e bandì” di Lou Dalfin”).
Questo è un’articolo di Peter Bane in Inglese ma con immagini sufficientemente chiare per dare un’idea del sistema.
Questo è tratto, invece, dalla libreria a libero accesso di Journey to Forever .

Il nuovo sito dove, in ipotesi, dovrei spostarmi sorge sul crinale di una collina, sul fronte della casa si stende il terreno (con una più che modesta pendenza) che termina in un fiumiciattolo ed in un bosco. Il posto si presenta alla realizzazione di una serie di swales[1] consolidati e resi “assorbenti” dal vetiver e ombreggiati da alberi.
Da entrambi e dalla pulizia del bosco sarei probabilmente in grado di recuperare sufficiente biomassa per permettermi una serra più grande e riscaldata!

Ps. – l’utilizzo del compost per l’orto sinergico è quasi irrilevante. Viene principalmente usato nei semenzai… motivo per cui a quel punto probabilmente ne avrei in eccesso. Me lo vendo?
PPs. – A proposito di biomasse vi consiglio anche questo link al mio nuovo eroe, va a pari con Ruth Stout come genialità scomposta e disordinata (Non sapete l’inglese? Non importa! Bastano le immagini)

[1] Scusate… a furia di leggere roba in inglese mi mancano i termini in italiano. Gli swales sono una specie di fossi che corrono parallelamente alle linee orografiche in modo da trattenere l’acqua e permetterne l’infiltrazione, il che li differenzia dai canali che servono per trasferirla…


Lascia un commento


L’ orto di carta

Diario di bordo ad aggiornamento casuale e saltuario di un cialtrone nell'orto... giocando con il fango, la permacultura, l'agricoltura sinergica in compagnia di William Cobbett, John Seymour, Fukuoka e Kropotkin.

Per Contattarmi:

Aggiornamenti via mail?

Parte della libreria di OrtodiCarta

how to be free manifesto

Pastafarian Blog

Accessi dal 8 aprile 2008:

  • 824.889 hits
Add to Technorati Favorites

Troverò altri sistemi di finanziamento occulto…

Foto di Carta