Posts Tagged ‘Sardegna

20
Ott
08

diario di campagna n°199

Vivo.
Sono ancora vivo.

Se uno pensa alla mia carenza di afflato mistico verso il concetto di “duro lavoro” e alla mia innata incapacità ad abbandonare la comoda poltrona in soggiorno, si renderà facilmente conto di cosa possano essere stati gli ultimi 20 giorni…

Abbiamo appena finito di salutare i numerosi partecipanti all’incontro di Agricoltura Sinergica dopo il turn over della Sardegna ed eccoci a riprogettare i nostri possibili sviluppi esistenziali… (con me c’erano, ovviamente, la mai abbastanza ringraziata moglie ed il mai abbastanza inselvatichito infante)

Riassumendo brevemente gli eventi degli ultimi giorni:

Sardegna
Un’esperienza impagabile.
Come già detto in precedenza, sull’isola, e specialmente nella zona di San Vito, gli schemi naturali e le problematiche (naturali ed antropogeniche) sono talmente evidenti da risultare abbaglianti scatenando una ridda di congetture, possibilità, analisi… è come se il cervello reagisse, concentrando le idee in una densa resina altamente infiammabile.
In più per la prima volta mi è stata data l’occasione di confrontarmi realmente con l’irreversibilità di alcune progettazioni agronomiche dettate dall’ignoranza e da basse beghe di potere interne ai consorzi agrari per l’ottenimento dei fondi europei…
Quando penso alla Sardegna penso ad un posto bellissimo dove le risorse sono finite secoli fa “grazie” ai Fenici, ai Romani, agli Spagnoli, ai Savoia (ok… il turismo è una nuova risorsa ma non credo sia definibile sempre come “sostenibile”) ed agli agronomi incompetenti che progettano impianti a favore di erosione spingendo ogni anno quintali di suolo fertile in mare, ma ciò nonostante le possibilità di progettazione “diversa” sono infinite.
Dulcis in fundo, durante l’incontro di Agricoltura Sinergica scopro che a Nuoro si sta allestendo un orto sinergico di 1000 mq!

Incontro Agricoltura Sinergica
Nonostante il mio contributo picaresco, è stato un momento bellissimo.
L’informalità e l’orizzontalità dell’incontro hanno permesso un intenso scambio di idee, semi e documenti (adesso possiedo i semi di un “cetriolo esplosivo” e di un “melone ananas” nonché alcuni preziosissimi files, grazie!).
C’era di tutto e tutti hanno portato il loro pezzo di conoscenze e pratiche.
E faccio che chiedere subito scusa se non sarò così attento all’ “orto di carta” per un po’… vorremo continuare a mantenere aperta la comunicazione ed estenderla e il blog è uno strumento troppo soggettivo…

Fine delle divagazioni autunnali, si torna a lavorare. La poltrona mi aspetta.

16
Ott
08

Diario di campagna n°197

Ok. Siamo tornati a casa. I racconti, le traduzioni, i manuali alla prossima settimana: ho appena scoperto che nel week-end ospiteremo l’incontro della libera Scuola di Agricoltura Sinergica
Se volete leggere qualcosa di cui avrei parlato volentieri ma lui lo fa meglio andate qui.
E visto che volevate delle immagini… eccole.
Vi prego di apprezzare il colore… lo stesso delle foto primi anni ’80 di mio padre, scattate durante le trasferte lavorative in Africa (ma in questo caso si tratta solo di cellulare maltrattato…)

05
Ott
08

diario di campagna n°184

Giorno di libera… i wwoofers Neo zelandesi vanno a caccia di onde con lo sgangherato furgone comprato in Inghilterra. Noi andiamo semplicemente “al mare”.
Finalmente: castelli di sabbia invece di buchi nella polvere!!

Per un “culetto batuffolino da ranocchietta morbida” come il mio, la Sardegna rimane un posto “limite”, un confine. Qui ogni limite, ogni forma, ogni odore è più leggibile.
Forse solo perché sono agli “antipodi” del mio conosciuto quotidiano…

Sono in spiaggia e mi guardo intorno, i pattern naturali sembrano marcati con un evidenziatore.

In permacoltura i pattern sono gli “schemi” entro cui incasellare i componenti di una progettazione. Sono la struttura portante, la griglia, di una progettazione.
I pattern sono immediatamente riconoscibili e ciclici… come le canzonette o… gli spot pubblicitari.

Superando gli schemi razionali e rigorosi della geometria euclidea si trovano gli schemi naturali, imperfettamente rotondi, mai lineari se non per porzioni infinitesimali… testardamente anormali.

I pattern sono riscontrabili dall’osservazione delle forme naturali… sono in spiaggia:

Onde – questa è semplice… c’è il mare e la forma “congelata” delle dune.
Flussi – l’acqua che scroscia sulle rocce, la schiuma creata dalle onde.
Lobi – il crinale della scogliera, lo sviluppo dei licheni sulle rocce di granito.
Ramificazioni – i rami contorti degli alberi, le tracce dell’erosione sul terreno.
Macchie – i gruppi di canne, i gruppi di corbezzoli spontanei.
Reti – l’argilla che spacca sotto il sole, i favi delle api nel campo accanto.
Nembi – la chioma dei cespugli della macchia e, ovvio, le nuvole di passaggio.

La visualizzazione e comprensione di un pattern generalmente applicabile è equivalente all’apprendere un principio che si potrà riprodurre o generare in una progettazione.

Ma domani si torna al lavoro… questa volta 5000 piante di rosmarino… rigorosamente in linee rette a favore di erosione… Avrebbero potuto, probabilmente, starcene 7000 mantenendo il passaggio per il trattore ed i mezzi meccanizzati se si fosse seguito uno schema a linee curve ma non rientrava negli schemi euclidei del tecnico agrario che ha presentato il progetto…

La parte sui pattern è liberamente “ricordata” dalle svariate letture di A Designers’ Manual di Bill Mollison…

04
Ott
08

diario di campagna n°180

Chiedo venia… mi sto divertendo, sto lavorando e tengo corsi di sardo-neo zelandese per i wwoofers ed Angiolino (100 e passa kili di pastore…).
Appena mi sistemo mentalmente, e con i pannelli solari che continuano a mollare sul più bello concedendoci stupende cenette a lume di candela, torno a postare delle robe con un senso.
Magari sul più grande giardino di erbe aromatiche ed officinali che mi si a mai toccatto montare…

27
Ago
08

diario di campagna n°160

Diario dalla Sardegna (in 2 puntate… sul serio)
Seconda Puntata – Un pugno di terra

14 Agosto 2008.
E’ notte.
L’architetto ha deciso di spegnere il navigatore nell’unico momento in cui forse ne avrei compresa l’utilità. (Oltre a quella di imparare le indicazioni stradali in russo)
Siamo a Tuerra I.
La Smart è la macchina più scomoda del mondo se sei un passeggero che sfiora il metro e ottanta, e la musica chill out a tutto volume, a dispetto del nome, non migliora la sensazione di semiparalisi agli arti inferiori.

Qui entriamo nel territorio di Monica.

Lei ci dice che è a casa di amici.
Lei ci dice come raggiungerla a Tuerra II.
Lei ci viene a prendere prima che ci si perda definitivamente nella notte.

Le sensazioni e le immagini sono confuse… non dormo da 48 ore.
La casa degli amici è un capanno di arelle intonacate in argilla nel mezzo del buio. (Scoprirò in seguito essere solo un domicilio provvisorio, sul retro, nascosta dalla notte, c’è la bellissima casa che si stanno autocostruendo in mattoni di terra cruda)
Il resto è una prolungata dormita.

La mattina mi sveglio.
Pensate ad una rana, di quelle verde smeraldo, posata sul muschio di un laghetto coperto di salici dove la luce del sole filtra creando un mosaico verde-bianco.
Bene.
Prendete quella rana. Posatela delicatamente in una scatola senza aperture. Mentre dorme portatela nel deserto. Aspettate che faccia giorno e fatela uscire all’aperto.
Riuscite a sentire lo sfrigolare degli occhi?

Mi torna in mente una frase di Marco: “Qui i contadini dicono che la terra la devi domare”.
Adesso capisco perché Monica ha chiamato la sua azienda agricola “Un pugno di terra” (calcando l’accento sulla parola pugno)…

Monica è una cugina di secondo grado di mia moglie e si vede. Tutto il loro “Clan” ha una chiara impronta genetica. Sembra di essere alla fiera dei cloni. Gli era venuta bene la prima, perché buttare lo stampo?
Nella vita ha fatto un centinaio di cose diverse, poi ha comprato il terreno su cui vive tuttora. Ci ha piazzato su una roulotte e, un pezzo alla volta, ha costruito una casa, un magazzino per gli attrezzi, un pozzo, un impianto fotovoltaico, degli spazi per l’accoglienza, un’azienda agricola ed un uliveto di 100 piante.
Intorno non c’è nulla.
Da sola.
Sono tosti in famiglia.

Ci sarebbero numerose valutazioni che dovrei fare come pedologo della domenica, come permacultore sfaccendato e come ortolano sinergico sflanellante… ma ho un ritegno.
Nel terreno di Monica non c’è traccia di materiale umico, di micorrize, di materiale organico di qualsiasi tipo, solo uno strato di 30 cm di graniglia di granito… per ora mi sono limitato a darle una mano con l’impianto di irrigazione per gli ulivi, qualsiasi constatazione, valutazione ed ipotesi sarebbe stata due passi sotto la discussione da bar sulle partite di calcio domenicali…

Adesso studio.

Tanto ad ottobre sarò nuovamente sull’isola per la messa a dimora di 36.000 piante officinali.
Mi porterò dietro un po’ di materiale in vista di un paio di cene con amici…

12
Ago
08

diario di campagna n°149

Non sono qui.

Non so esattamente dove sono in questo momento.

So solo che sono salito su un traghetto che mi porta in Sardegna. Lo so, dovevo essere da un’altra parte… ma torno comunque il 18, dovrei fare in tempo a salire in valle.

Porterò i vostri saluti alle piantine di Vetiver!

Per i commenti so che ormai siete autonomi e posso lasciarvi ciappettare al “bancone bar” anche in mia assenza, vedete di lasciare tutto in ordine quando uscite.
Per i post, come insegna ste, i blog sono dotati di vita propria… qualcosa qua e là comparirà…

P.S. – aggiornamento dell’ultim’ora – l’architetto con cui viaggerò clandestinamente è dotato di pc portatile… se qualche sardo “all’ascolto” vuole organizzare un “Fukuoka Party” basta postare qui.
Appena posso vi contatto. (miracoli della tecnologia)




L’ orto di carta

Diario di bordo ad aggiornamento casuale e saltuario di un cialtrone nell'orto... giocando con il fango, la permacultura, l'agricoltura sinergica in compagnia di William Cobbett, John Seymour, Fukuoka e Kropotkin.

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