(…fino a tre giorni fa…)
Freddo con sottile pioggerellina.
Fresco a brevi scrosci.
Sole caldo e bruciante.
Ombra da nuvolone accompagnata da refoli gelati (pare abbia nevicato a 2000m)
Sole.
Pioggia.
Sole.
E’ il giorno del mio 38°(*) compleanno e sto facendo le due cose che meglio mi riescono in questo periodo: parlare e sporcarmi di fango (spesso, azioni contemporanee).
Siamo con Enzo e G. a Torre Pellice. Stiamo realizzando un orto sinergico di un centinaio di mq.
Fango, paglia, semi ed un sacco di chiacchere.
Il tempo è assolutamente incostante. A turno qualcuno si trova a torso nudo per poi rivestirsi velocemente ma le lavorazioni procedono spedite ed in breve tempo il più del lavoro è fatto… un altri “semi” sono stati scambiati.
(…oggi, a casa…)
Sole.
Fresco e, immancabilmente, umido.
Le api stanno bene. Nonostante i grossi sbalzi di temperatura le sorelline vanno e vengono con scorte di vario tipo. Gli assalti delle vespe si sono fatti più serrati con l’avvicinarsi del freddo ma le piccole si difendono egregiamente.
L’orto va verso la definitiva “fukuokizzazione”. In vista dell’ipotetico trasferimento, molti dei nostri sforzi sono evidentemente diretti verso l’esterno del sistema che, pian pianino si contrae su un “fazzoletto” di sussistenza. Qualcuno, tra le altre cose, diceva che “piccolo è bello”
Durante la creazione dell’orto a Torre, oltre ai nostri sproloqui, abbiamo avuto l’occasione di ospitare Massimo del CRAB, unico “ente” che, a mio sapere, abbia fatto una ricerca sull’agricoltura sinergica.
Purtroppo, per ammissione del CRAB stesso, la ricerca non è assolutamente esaustiva e non appaiono dati particolarmente rilevanti. Per questioni legate a fondi e tempi gli appezzamenti presi in esame ed il periodo di sperimentazione (3 anni) sono stati troppo limitati. Ma, come dire… almeno qualcosa di istituzionale si muove!
Dalla ricerca, che abbinava un appezzamento sinergico pacciamato a paglia, uno pacciamato a lana, uno pacciamato esclusivamente con gli scarti prodotti dall’orto stesso ed uno “tradizionale”-bio, sono risultati dei valori variabili (e quindi non determinanti) sulle produzioni, un notevole risparmio di tempo=energie del sistema sinergico in cui, però, si rileva un progressivo compattamento del suolo e una sensibile acidificazione del suolo…
Il lavoro fatto dal CRAB è interessante.
Quantomeno come primo tentativo da parte dell’agricoltura ufficiale di analizzare un sistema ritenuto “improprio” o “non convenzionale”.
Il limite maggiore è, a mio parere, il fatto che non ci sia stata la possibilità di un’analisi biochimica più approfondita. Per dire: nulla si sa di micorrize, batteri e cariche microbiche in grado di creare ricircoli gassosi anche in presenza di parziali compattamenti. Così come, non avendo un’analisi dei compound di nutrienti chimici non si hanno dati rilevanti sulla reale capacità di ricreare le proprie scorte da parte di un terreno “non perturbato” attraverso processi di autofertilità.
Qualcuno all’ascolto è interessato a portare avanti il lavoro del CRAB?
Noi siamo disponibili a prestare gli orti e le competenze!
(*)Mi associo a Ste nella non sopportazione di quelli che postano solo per sentirsi fare gli auguri 😀
(**)Altro incontro interessante: quelli della Banca del Tempo di San Salvario a Torino che m’hanno fatto venir voglia di sviluppare un’idea sul territorio della tentacolare metropoli che fu dei Savoia e degli Agnelli (che bel posto eh?!)
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Chiacchere al bancone