Posts Tagged ‘incubatrice

07
Mag
08

lezioni di avicoltura motivazionale n°17

Essendo nato il primo pulcino “autarchico” dell’orto di carta posso, a ragion veduta, approfondire l’argomento forte del recente successo (più suo che mio a dire il vero).

COME AUTOCOSTRUIRSI UN’INCUBATRICE
(lezioni pratiche di cialtronaggio funzionale)

Si è partiti da un presupposto… così come i bambini, i polli nascono! Si, lo so, può sembrare assurdo ma lo fanno, e tendenzialmente non hanno bisogno di nulla di particolare.
Nel nostro caso non ce la siamo sentita di lasciare la cova alla sola gallina presente in zona (è un’esperienza sufficientemente faticosa soprattutto la prima volta) quindi si è dovuto creare un ambiente che ricreasse il microclima presente sotto il culo di una chioccia.
Per farlo si è utilizzata una vecchia borsa termica, di quelle di plastica rigida.
schema
Ribaltata su un fianco gli è stata piazzata all’interno una lampadina da 30 watt ed una ventola da pc. Nel coperchio, che adesso è in posizione frontale, è stata tagliata una finestra (non possedendo da diversi anni una televisione… si è ricreato un surrogato… e per 21 giorni non succede niente, proprio come in televisione) mentre sopra e su un lato sono stati praticati dei fori che possono essere aperti all’occorrenza per regolare la temperatura e l’umidità.
Il tutto è stato controllato in modo da preservarne l’isolamento termico.
All’interno è stata posizionata una centralina meteorologica di fabbricazione coreana (5 € al mercato, gli strumenti di precisione sono fondamentali per la riuscita dell’esperimento) e un paio di barattolini dove mettere l’acqua per mantenere alto il tasso di umidità.
Fronte
Mantenete la temperatura tra i 37° ed i 38° con un tasso di umidità del 75% per 21 giorni girando l’uovo tre o quattro volte al giorno ed è fatta! Al resto ci pensa il pennuto (qui, in versione pornostar).

Link ispiratori:
Il pollaio del re

06
Mag
08

lezioni di avicoltura motivazionale n°16

NOTIZIE FLASH.

Dopo 21 giorni di sballottamenti, sperature davanti a faretto alogeno schermato con tubo in cartone da carta igienica, temperature flottanti tra i 36° e i 39° con tasso d’umidità gestito da un motore a propulsione di improbabilità infinita (rubato alla Cuore d’Oro di Zaphod Beeblebrox) e rotolamenti a destra e manca dell’incubatrice “Ovolund” … L’uovo n° 1, incubato il 15 Aprile si è incrinato!
La tensione è alle stelle… quanto meno la mia… devo dire, non senza un certo disappunto, che quando è nato il piccolo alieno rossiccio di cui mi occupo a tempo pieno, io fui molto più partecipe al parto di quanto non sia Noemi in questo frangente…

Squillo di telefono
Noemi – …si?!…
Nicola – …si sta schiudendo!
Noemi – …cosa?
Nicola – Il n°1, s’è incrinato il guscio! Oddio! Si sono rotte le acque!…
Noemi – …ti chiamo un ginecologo?
Nicola – No, non lo so. Devo ancora fare la nursery!
Noemi – …si, stai tranquillo. Ora però sto montando un bagno. Rilassati e respira profondamente.
Nicola – …quella cosa, tipo respiro di cane che si faceva al corso pre-parto? ANF! ANF! ANF!…
Noemi – …………..si fai così và… ciao, adesso riattacca, ciao!

Seguiranno approfondimenti…

26
Apr
08

Diario di campagna n°70

UN NUOVO EROE NELL’ ORTO

HA INCOMINCIATO A fare caldo nella piana alluvionale della Dora Baltea. Da qualche giorno sto lavorando intorno ad un impianto di irrigazione a goccia a basso costo (saccheggiando, come al solito, il know-how delle ONG del terzo mondo… questa volta è toccato al Nepal…).
Farei altro, ma tra un po’ il caldo riuscirà a far evaporare anche l’acqua accumulata sotto la pacciamatura. Da buon cialtrone stavo montando il tutto con pezzi di pompa di recupero, secchi di plastica per alimenti recuperati da un ristorante dove lavoravo (e dove ho ancora contatti con “talpe” interne) e vecchi pallets , costo dell’opera zero ed un inizio di tintarella. Poi Noemi ha deciso di investire in 50 metri di tubo da irrigazione e qualche gadget serio, così il costo è salito a 30 euro circa… rendendo il lavoro sicuramente più facile ed efficace ma perdendo un po’ dell’allure da suburbia boliviana…

L’INCUBATRICE PARE funzionare! Oltre ad essere, quindi, un oggetto esteticamente apprezzabile, risulta anche utile. Il mondo è pieno di sorprese.
Abbiamo fatto la “speratura” (dicesi speratura il far attraversare l’uovo da una luce molto intensa sì da mostrarne il contenuto), su tre uova due sono sicuramente in fase “embrionale”.
Di primo acchito non si capiva un granché ma dopo pochi istanti, facendo ruotare l’uovo, si è distinta chiaramente la forma bacelliforme di un “coso” non ben definito. Non è vero, in realtà è andata così:
Nicola – guarda ho fatto la lampada per la speratura
Noemi – la cosa?
Nicola – si, quella cosa con la luce per guardare le uova
Noemi – ….
Nicola – così vediamo se si sviluppano, sai per avere altre galline per le uova
Noemi – ….
Nicola – (mettendo l’uovo davanti ad un tubo di cartone incastrato sul faretto della cucina) mmmh.
Noemi – Si vede qualcosa?
Nicola – boh?! Non saprei… secondo te è normale che ci sia una roba che si muove?
Noemi – Dovrebbe essere il pulcino
Nicola – Ah! Che schifo!
Noemi – …. Sei un’idiota…
Ho sempre avuto un pessimo rapporto anche con le ecografie… deve essere un effetto collaterale delle troppe visioni di Alien a notte fonda.

IN COMPENSO OGGI ho trovato un articoletto sulla mia nuova eroina da orticultura Ruth Stout. Famosa per aver scritto numerosi libri sul giardinaggio per chi non ama i lavori pesanti e guru per i primi teorici dell’agricoltura naturale (Emilia Hazelip la cita spesso come suo primo approccio per la strutturazione del sistema sinergico). Un donnino eccezionale.
Sorella di Rex Stout, autore di Nero Wolfe, e giacobina della lotta contro l’alcool, se ne scorrazzò per un po’ di anni con Carrie A. Nation, famosa per utilizzare un sistema di dissuasione antialcoolica chiamato vandalismo, distruzione e saccheggio (come ex-barman non posso condividerne l’obbiettivo, ma i modi avevano il loro fascino…).
Ruth Stout fu una brillante ed eccentrica signora di origine quacchera, si dice che lavorasse nel suo orto nuda e una delle citazioni attribuitele suona più o meno così: “ Un orto senza pacciamatura mi da l’impressione di qualcosa di nudo che per un motivo o per l’altro starebbe meglio con qualcosa addosso”. Rex Stout, anche lui amante del giardinaggio, definiva l’orto della sorella “una discarica”, ma avete presente la paranoia per le orchidee che istillò nel personaggio di Nero Wolf?!
Comunque questo è il link ad un bell’articoletto sulla mia nuova eroina, da sottolineare nell’articolo anche il divertente scontro tra il sistema “Stout” (non-lavoro) e quello “Biodinamico” di Steiner (mai-abbastanza-lavoro). Scontato, aderisco al primo.

15
Apr
08

Lezioni di avicoltura motivazionale n°11

ARREDAMENTO SVEDESE, HAPPY-HOUR E SESSO REGOLARE

CI SONO DELLE LEZIONI apprese nei lunghi anni di resistenza dietro un bancone da lounge bar che risultano fondamentali nel corretto allevamento di una felice ovaiola.
Nella società urbana attuale la maggior soddisfazione dei propri sottoposti si ottiene quando a questi si permette di godere di una serie di benefit indispensabili, così da motivarli e calarli nella predisposizione di spirito più efficace per il raggiungimento delle missions aziendali.
Lo stesso ragionamento è stato adottato con la nostra gallina.

DA UNA SITUAZIONE “allo stato brado”, in compagnia di un paio di esuberanti galli e una spaesata anatra, in cui l’unico risultato apprezzabile era un cazzeggio diffuso per il cortile e l’impossibilità per qualsiasi essere strisciante di penetrare entro i confini del regno; si è deciso di applicare, alla pollastra, le regole basilari del social management più sofisticato.
Attualmente la signorina gode di un suo appartamentino dotato di tutti gli optional: mangiatoia Gorfuld, abbeveratoio Fijord, rigorosamente in accesi colori pastello (anche perché assemblati con sottovasi verde bottiglia e tubi in PVC da 20 cm arancione), dove può godere di una sua meritata privacy.
La sera, verso le 17 – 17.30, esce per incontrare gli amici e dedicarsi a un simpatico aperitivo a base di stuzzichini e prelibatezze (il sushi di bacarozzo non rientra nel suo menù casalingo). Trascorre, quindi, l’happy-hour tra amenità e chiacchiere scaricando le tensioni accumulate nella lunga giornata di ovulazione… qui viene tendenzialmente abbordata e, se di luna buona, si apparta con uno dei galli a sua scelta per del sano e regolare sesso. Soddisfatta e ripagata della giornata torna al suo “nido” postmodernamente accogliente pronta ad affrontare la successiva giornata con spirito rinnovato e produttivo.

QUESTA TECNICA CI ha già fruttato sei uova di medie dimensioni e di ottima qualità, il che vuol dire: quasi un uovo al giorno rispetto allo zero totale dello “stato brado”. In questo momento sto collaudando l’incubatrice Ovolund (di un giovane designer in bianco e nero appoggiato indolentemente a una balaustra in campagna con un morbido golfino ma prodotta in un sobborgo di qualche città vietnamita) per evitare di doverle pagare la maternità.

DISCLAIMER: Ogni similitudine tra il mio personale sistema di avicoltura e il mondo reale è dovuto da un’esposizione troppo prolungata ai cartoons della Walt Disney. Il fatto che il soggetto dell’esperimento fosse una gallina e dovuto esclusivamente all’impossibilità attuale di far fare le uova ai galli e in nessun caso è riconducibile a forme di sessismo.




L’ orto di carta

Diario di bordo ad aggiornamento casuale e saltuario di un cialtrone nell'orto... giocando con il fango, la permacultura, l'agricoltura sinergica in compagnia di William Cobbett, John Seymour, Fukuoka e Kropotkin.

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