TERRA PRETA E ACETO DI LEGNA
GIORNATA DA SEGNARE sul calendario. Sono comparsi i primi temporali quasi estivi.
Detto questo, essendo io più ferrato sulle predizioni del mago Otelma che non sulle previsioni meteo, non pioverà più per mesi… Poi, detto sinceramente, li si è visti solo passare. Uno a destra ed uno a sinistra, da noi, niente. Giusto due gocce tanto per vivacizzare la colonia di lumaconi mutanti che vive sulle sponde del canale. Ne sono stati deportati due barattoli fino alla pozza “da lettura” a 300 metri da casa, ambiente umido, erbetta fresca, qualche predatore. Credo che gli piacerà.
A parte questa botta di vita, la giornata è stata un simpatico weekend di svacco e pranzo con gli amici.
Cosa che mi ha dato il tempo di riflettere e lavorare su un articolo inviatomi da un amico non presente al pranzo.
L’ARGOMENTO E’ affascinante e apparentemente complesso. Un po’ come i belli e tenebrosi, dal viso vissuto e dall’occhio glauco che poi sono dei periti geometra e guardano “Amici” di Maria de Filippi. (questa lo messa solo per fare tag e vedere cosa succede… sono stronzo? si, un po’)
Comunque sono coinvolte tecniche di distillazione thailandesi, fornaci, gli indios pre-conquistadores, tecniche di coltivazione rigenerative, il CO2 ed i gusci di tartaruga. C’è di che farne un romanzo di Jules Verne o Salgari (che a mia sorella ci piace di più).
In realtà e tutto molto più semplice.
QUESTO MIO AMICO, agricoltore sinergico di lunga ed affermata esperienza (tiene corsi, laboratori e quant’altro) mi ha inviato un ‘articolo in inglese su un sistema di distillazione per “l’aceto di legna”. Passatemi il termine poiché in italiano non ho trovato nessuna informazione e quindi l’ho tradotto letteralmente, anzi se qualcuno ne sa di più…
L’aceto di legna si ottiene attraverso la condensazione dei fumi nella produzione per pirolisi (in assenza di ossigeno) di carbone (qui l’articolo tradotto da me) e pare che sia una meraviglia per il trattamento delle piante e non solo, essendo anche un potente antisettico, funziona benissimo come disinfettante cutaneo e facilita la cicatrizzazione dei tessuti. La cosa, a mio parere più interessante, è che non necessita di chissà quali complessi macchinari per realizzarlo (sottointeso: per orti e frutteti di una certa dimensione, se conduco un ottimo progetto di orto sul terrazzo, non ha molto senso) e pare essere un vero toccasana per moltissime infezioni ed infestazioni (oidio, cocciniglie, ruggine ecc…).
(qui il link a un blog di un tipo interessante che ne ha fatto l’esperienza, con belle foto… anche lui non è malaccio).
BENE; E QUESTA e la parte Thailandese, e tutto il resto?
Se per fare l’aceto di legna a me basta un fusto in metallo sepolto nella sabbia con un tubo di stufa montato sopra in cui butto un po’ di ramaglie recuperate in giro, sterpaglie, potature dei rami ecc… ecc… è anche vero che come mole di lavoro è un po’ tanta per un solo “prodotto”, per quanto se ne decantino meraviglie.
In realtà il prodotto principale della pirolisi è la carbonella, ma non quella che normalmente si compra per il barbecue con le salamelle. La carbonella che si ottiene in questo caso è più simile a “legno cotto al forno”, ossia mantiene ancora molti degli aspetti organolettici del vegetale (per dire: all’interno mantiene uno strato di oli che hanno lo stesso effetto del glucosio per lo sviluppo dei microrganismi) ed è la componente principale della Terra Preta, ossia la terra lavorata e coltivata dagli Indios prima che dei buzzurroni con i pidocchi andassero a proporgli “vantaggiosi scambi economico-culturali”.
Perché interessarsi della Terra Preta? Perchè è un’ammendante per il terreno eccezzionalmente stabile, in grado di sequestrare ed immagazzinare anidride carbonica agendo direttamente sul ciclo del carbonio ciclo del carbonio (che viene sequestrato nel sottosuolo) e da uno dei terreni naturalmente più fertili del mondo, nonché, probabilmente, anche quello del mio prossimo orto!
NON SONO STATO troppo chiaro? E che vi aspettate da un cialtrone! Io ho solo scelto di non pasticciare con l’Iphone nuovo ma con il fango! 🙂
Comunque qua ci son on po’ di link per fare chiarezza… a chi sa l’inglese (sigh!)
Se nel frattempo capitasse qualcuno da queste parti che ne sa di più (microbiologi, chimici ecc…) li prego da subito di contattarmi attraverso i commenti (così tutti possono leggere… siamo democratici, mica pippe!)
Saluti.
Terra Preta Home – La pagina di Johannes Lehmann, il primo che si è preso la briga di studiare il tutto, alla Cornell University
Un post interessante sul forum EnviroTalk Australia
Un articolo con numerosi link su WorldChanging
Uno da Energy Bulletin
Ed uno di Wired (ma tu pensa un po sti geek!)
Chiacchere al bancone