Posts Tagged ‘orto urbano

10
Mag
11

Una Notte al Museo 2

La prima puntata era stata un tale successo di domande e confronti sui vari si stemi di compostaggio urbano che non eravamo neanche riusciti a finire la presentazione delle slides, dove avevo raccolto una serie di suggestioni “tecniche” per la coltivazione e sul problema degli inquinanti nell’agricoltura urbana.
I malevoli hanno insinuato che parte del successo sia da attribuirsi proprio al fatto che io non abbia finito la presentazione… ma Noemi non era presente e quindi non fa testo… malevola!
In ogni caso

Giovedì 12 Maggio alle 17.30
al Museo di Scienze Naturali di Torino – via Giolitti 36 (To)

La Fattoria Urbana: Tecniche innovative ed economiche per coltivare ortaggi e fiori con materiali di recupero a cura di Nicola Savio, autore dell’orto di carta ed ortolano di ventura.

2° Puntata (la vendetta del rapanello)

Organizzato da Garden Club Floritalia, questo il programma completo delle serate.
L’ingresso è libero.
A presto.

18
Gen
11

Una Notte al Museo

Nebbia.
Freddo.
Nebbia.
Fango.
Nulla di nulla lasciava presagire che l’anno dovesse iniziare ma, segretamente nascosti tra le ombre, resi fantasmi vaghi dalle brume uggiose del Po, gli ortolani ed i giardinieri del Torinese stanno affilando le palette da trapianto e contando i semi.
Per ovvi motivi la mia mente scissa tra il posto dove mangio e dormo ed il posto dove stiamo per costruire casa e stiamo realizzando l’impianto per 1 ettaro di roba seminata, piantata, cresciuta per i fatti suoi, si è fatta cogliere nuovamente impreparata.
Quantomeno sul tempismo delle comunicazioni all’universo mondo…

Giovedì 20 Gennaio 2011 alle 17.30
c/o Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino – via Giolitti 36

Orto sul balcone: dal Compost al Pomodoro.
Tecniche innovative ed economiche per coltivare ortaggi e fiori con materiali di recupero a cura di Nicola Savio, autore dell’orto di carta ed ortolano di ventura.

Organizzato da Garden Club Floritalia, questo il programma completo delle serate.
L’ingresso è libero.
A presto.

26
Mag
10

Peperoni sulla Torre Velasca

Quando andammo con Rizomi a Venezia assemblammo una piccola Guida-Fai-da-Te che raccogliesse un po’ delle tecniche e degli esperimenti che abbiamo portato avanti…
Questo piccolo prodotto del nostro ingegno (altrettanto piccolo) è stato portato in giro più e più volte. Approfittando della visita a Milano abbiamo deciso di fare che metterlo on line…
Lo trovate dall’altra parte facendo click sull’immagine.

e ‘sta volta il titolo è rubato a meristemi… mi veniva più facile con i numeri

24
Mag
10

Melanzane sul Pirellone

Medo è un buon amico. Mi perdonerà se ho usato un suo “incubo” come titolo… spero… 🙂

Io ci sarò… la vera domanda è:
“e chi sarebbe l’esperto?”
Cialtroni allo sbaraglio! 🙂

06
Mag
10

Mollemente umidi arriveremo a Giugno

Quattro giorni di pioggia e vento mi stanno quasi facendo fare pace con il non essere alle prese con semine e trapianti.
L’orto che abbiamo aiutato a nascere a Casa Ubaga mi ha permesso di rimettere le mani nella terra (anche se va detto: con una marea di sassi… i tondini sono stati piazzati esaurendo in breve tempo tutto il repertorio di bestemmie del piemonte, della liguria, della campania, dell’umbria e della toscana…).
Che poi uno dice: “mi faccio l’orto sinergico così poi non lavoro più la terra… le piante si riseminano da sole. Creo un bell’ecosistema che minimizzi la necessità degli input…”
E poi si trova ad aver voglia di farne un’altro. E un’altro. E un’altro.

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Intanto, adesso, sono a casa a guardare la pioggia dalla finestra.
Mi coccolo con un caffè caldo assumendo la classica postura del dandy decadente di campagna: mollemente appoggiato allo stipite della porta mentre guardo, attraverso il vapore del tazzone, la campagna appena rasa al suolo assieme ad una 50 di fuchi dell’arnia da un’energica spazzata di RoundUp data dal vicino… Questo incrina un po’ il delicato gusto melanconico che stavo cercando di creare con rivoli di bile inacidita.
Mi consolo pensando che ci stiamo organizzando per il trasloco e riassumo la postura melanconica.

Guardo verso il pollaio. L’immagine filtrata da una sottile e persistente cortina di acqua degna del Devonshire mi rimanda un paio di palle nere che rimbalzano su e giù in una nuvola di penne nere. Definitivamente non c’è nessun rispetto per la mia postura da annoiato gentleman di campagna.
Mi lancio sotto la pioggia a dividere la gallina nera dalla faraona (ipoteticamente maschio… quindi un faraone). Sto carognone ha scoperto un paio di settimane fa che quella che lui pensava essere una sua sorella è invece una grassa pollastra… lo shock è stato troppo e lui si è trasformato in un serial killer. A poco valgono le rimostranze del gallo che, grosso la metà del maniaco omicida, scappa subito a gambe levate… Li separo ed isolo le faraone in un’altra zona del giardino. Appunto per me stesso: nella prossima casa recintare l’orto, costruire un pollaio ad arca per le galline e nidi sugli alberi per le faraone invece di recintare le galline e le faraone… che se la smazzino libere per i campi…

Torno in casa avendo definitivamente perso “l’attimo”… più che un annoiato Oblomov sembro Rambo appena sorto dal fango della palude (non si capisce perchè Rambo abbia una giacca da camera in questa mia personale versione, ma tant’è…)
Torno al computer a cercare di preparare un po’ di materiale per il proseguo dell’ “OrtodiCarta Summer Tour” che sta entrando nella fase calda (poi ci si darà una calmata visto che saremo alle prese con il nuovo campo di gioco).

Il programma prevede:
9 maggio
“Università del Saper Fare” – Laboratorio di Agricoltura Urbana (Rizomi)
15 maggio mattina
“Food Express” – Programma di Elena Pugliese su RadioFlash
15 maggio alle ore 15.00
“Centro Studi Sereno Regis” – Conferenza sull’Agricoltura Sinergica (Kanbio) a seguire aperitivo “degli orti”
20 maggio
“Casa del Bosco in Collina” – Intervento all’interno del corso di Permacultura di 72h (Saviana Parodi – Stefano Soldati)
21 maggio
Carpi in Transizione – passo da quelle parti a trovare degli amici sulla strada per Monteveglio e s’approfitta per confrontarsi un po’
22 – 23 maggio
Monteveglio in Transizione – Laboratorio “Facciamo un orto”
28 – 29 – 30 maggio
Carimate in Transizione – Laboratorio “Facciamo un orto”

…a giugno ci sono ancora paio di appuntamenti Torinesi e poi basta…
Nel frattempo avrò lavato e stirato la giacca da camera ma temo che sarà già ora della canotta e le infradito…

PS. – per chi si chiedesse perché infesto il mondo con la mia presenza:

Coltivare
/kolti’vare/ o cultivare v. tr. 1 Lavorare il terreno affinchè produca piante, frutti. 3 Esercitare, educare, formare. 4 Nutrire un pensiero, fomentare una passione.
(il Nuovo Zingarelli)

…a me basta.

18
Feb
10

Rassegna Stampa

Se tanto mi da tanto i casi sono due.
O Rizomi sta esagerando o il mondo si sta spaccando in due:
quelli che ci provano e quelli che no

Rizomi su DOMUS di febbraio 2010

Un ringraziamento a Pia Pera e alla redazione di Domus
p.s.- i badili badola sono fratelli non mamma, ma sempre di amici di verdura si parla 😉

21
Gen
10

It’s all about food, baby!

DISCLAIMER: Questo post è stato scritto da “lui”, uno dei miei fratelli gemelli segreti che tengo nell’armadio. Ringrazio anche madame per la sua opera di doppelgänger-sitter 😉

Ti siedi a tavola. Piatto, forchetta, coltello, il bicchiere già pieno di birra o vino o, se come me sei nel cono d’ombra dell’intolleranza all’alcol, acqua. Il pane, un paio di grissini.
Si mangia. Finito di mangiare si ripongono i piatti nel lavello o nella lavastoviglie e via! Pronto per un altro giro di danza. Passa qualche ora e sei di nuovo li con la bocca piena.
Vai a dormire, ti svegli. Bocca piena.
Evidentemente, come tutte quelle azioni che svolgiamo in maniera ripetitiva, il mangiare è diventato un riflesso incondizionato, non fosse che lascia i piatti sporchi e spesso si deve cucinare. Ma d’altronde, anche il risultato finale della nostra attività alimentare richiede un certo decoro ed una certa igiene.
Ora. Noi facciamo finta di non saperlo. Siamo in grado di comprendere solo fino ad un certo punto la complessità dei sistemi: ho li riduciamo chiudendoli nelle alte sponde della Scienza (una a caso) o tendiamo a farne un mischione buttandola in campo teologico (filosofico se siete atei). Se stai nel mezzo, fai chiacchiere da bar.
E che chiacchiere da bar siano! Da buon ex-barman o visto nascere cose grandiose davanti ad un bancone.
Dicevamo: “facciamo finta di non saperlo” perché in realtà, scandalizzarsi per i fatti di Rosarno, può essere limitante nel paese che ha fatto del pomodoro il suo emblema nel mondo. Il pomodoro. Il pomodoro è costato la vita a centinaia di migliaia di Indios e costa, tutt’ora, la vita a centinaia di migliaia di persone costrette tutti gli anni a raccoglierne quintali su quintali al suono del mantra del precario “fin qui tutto bene”. Ma cosa vuoi, non mangiare la pasta di Gragnano© con il pomodoro di S. Marzano? Sarebbe stupido.
Ho deciso: mi coltivo i pomodori, così ho sulla coscienza solo gli Indios che tanto è andato in prescrizione e Colombo m’è sempre stato un po’ sul culo. Già, bravo, e la pasta? Cosa faccio, faccio finta di non saper che arriva dalle coltivazioni igegnerate da Norman Borlaug? Coltivazioni che richiedono quintali di concimazioni e migliaia di litri d’acqua?
Gli OGM, mi dicono, possono essere una soluzione. Grandi concentrazioni di nutrienti e vitamine in quantità inferiori di alimenti, nessun problema o quasi di parassiti, poche necessità di concimazioni, volendo anche un uso minore di combustibili fossili. Si, gli OGM. Però non è che diano tutta questa affidabilità. In molti casi hanno fallito miseramente e poi non è prevedibile l’effetto che possono avere in generale sia sulla biologia umana che sulla biosfera. Poi, tra qualche anno, scopro che sono un “pacco” come la Green Revolution e mi rimane di nuovo il boccone di traverso. No, niente OGM. E cosa mangio allora…
McCandless. Mi trasferisco a vivere sul “lato selvatico” e inizio a brucare tutta la verdura che trovo in giro, se proprio sono messo male magari posso anche provare a cacciare una mini lepre o a pescare un pesce, anche se non credo che ne sarei realmente in grado. Ma poi, a me piace la pasta con il pomodoro. Mi piace la cioccolata con l’olio di palma che sta devastando la foresta del Borneo. No. Alla cioccolata posso rinunciare. Si, va bene, ma a me sta venendo di nuovo fame. Cerco una mediazione: compro solo prodotti certificati. Bio. Equo. Eco. Demeter. Stavo giusto pensando di accettare quel posto al distributore di benzina, a quel punto avrei i soldi per fare la spesa… ma poi, chi controlla il controllore?

Non mi stupisco che vi siano così tanti disturbi alimentari.
Mangiare è un lavoro incoerentemente di merda. Un po’ come vivere.

28
Dic
09

Strenne

Il dinamico duo composto da me stesso e da colei che gestisce le matite colorate di casa ha sfornato, in collaborazione con l’ONG Mais, il calendario per l’anno 2010.
Appunti e spunti per la resilienza e l’orticoltura urbana (molti spunti e pochi appunti… ma questa era la parte che competeva al sottoscritto, quindi…) per sostenere i progetti di Mais nei paesi in via di sviluppo con soli 10 euri (ma se volete offrirne di più nessuno ne avrà a male…)
Per maggiori info:
info@mais.to.it

03
Dic
09

Permablitz n°1

Ok, ci siamo…

PERMABLITZ n°1

questo week-end (12 e 13 dicembre) ed il prossimo (19 e 20 dicembre) l’appuntamento per il 1° Permablitz è a casa di Luca (da qualche parte sulla collina di Torino).
Il programma prevede:
– realizzazione di un’impianto completo di vasi autoirriganti (cisterna e meccanismo di gestione dell’approvvigionamento dell’acqua compresi)
– realizzazione di un’orto verticale (windowfarm)
– escursus sui sistemi di compostaggio domestico
Come al solito (?) la partecipazione è aperta, i permablitz non sono “corsi” nel senso stretto del termine.
Nessun docente che racconta e nessuno studente che registra… si passa, si fanno delle cose insieme, si spiegano e discutono delle tecniche… probabilmente sono molto di più di un “corso” 🙂
Per maggiori info ed adesioni:
Potete contattare direttamente me

ps.- Se qualcuno avesse un vecchio sciacquone da gabinetto con valvola e galleggiante funzionanti di cui si deve disfare ve ne saremmo veramente grati! (No, non ci serve per i germogli ma per altro… venite a scoprirlo!!)

27
Nov
09

Sprout!

Inglese – Sprout [spra℧t] s.germoglio, tallo
Italiano – Sprout [sprout] suono onomatopeico di incerta origine

Lo ammetto. Sono negato a dare ricette, istruzioni e a scrivere manuali.
Una forma di relativismo cosmico mi impedisce di dare informazioni puntuali e “fisse” o, quantomeno, riproducibili.
Sono un cialtrone.
Ma due o tre mi hanno chiesto delucidazioni sul “Cesso di Fattoria” attualmente ribattezzato “Sprout!” (che, ad onor di marketing, suona molto meglio!).

Allora.
E’ fondamentalmente una deviazione del sistema di caricamento della vaschetta.
Se aprite la vaschetta del vostro gabinetto (che sarà sicuramente diversa dalla mia e quindi l’accrocchio che ho fatto non ha un senso “generale” e andrà modificato in base a ciò che vi trovate tra le mani…) vedrete il galleggiante ancorato ad un tubo. Lì è da dove l’acqua entra nella vaschetta dopo che l’avete scaricata in seguito all’espletazione delle vostre necessità fisiologiche (impellenti o meno che siano).
Quello che io ho fatto è stato intercettare quell’ingresso con un tubo da irrigazione.
La pressione dell’impianto fa si che l’acqua venga così dirottata in alto lungo il tubo nero che si vede nella foto.
Da qui l’acqua viene fatta cadere nei bicchieri attraverso i tubicini. I bicchieri, avendo il fondo completamente forato, fanno percolare l’acqua nel grosso tubo di raccolta che riporta il liquido nella vaschetta pronto per un’altra vostra impellenza fisiologica.
In questo modo, l’acqua presente nella vaschetta, il cui unico scopo sarebbe quello di far sparire le vostre “porcherie”, prima partecipa a mantenere l’umidità dei semi da germogliare collocati nei bicchieri.

Nella foto si possono vedere delle cose senza apperente motivo che possono confondere:
i beccucci metallizzati sopra i bicchieri sono pura “estetica”… non hanno nessuna funzione pratica (anzi… rompono pure un po’)
Il tubo flessibile di metallo sul retro della cassetta è il carico dell’acqua adattato lo scorso anno quando il vecchio sciacquone si ruppe (non a causa mia). Quindi, non c’entra nulla…
E neanche la maniglia di legno verso il mobiletto… quello è un porta asciugamani… il che spiega anche com’è che non ci si faccia tanti problemi a costruire cose assurde… quella era una maniglia recuperata da una macchina per fare i pesi in una vecchia palestra.

Tutto il materiale è di recupero. Quindi la struttura, la forma, i carichi e gli scarichi sono assolutamente casuali.

Per utilizzare lo “Sprout!” sarà sufficiente lasciare i semi desiderati a mollo per una notte ed il giorno dopo piazzarli in uno dei bicchieri. Tutte le volte che andrete in bagno l’acqua che scorre si occuperà di mantenerli al tasso di umidità giusto facendoli germogliare.




L’ orto di carta

Diario di bordo ad aggiornamento casuale e saltuario di un cialtrone nell'orto... giocando con il fango, la permacultura, l'agricoltura sinergica in compagnia di William Cobbett, John Seymour, Fukuoka e Kropotkin.

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