Posts Tagged ‘lumache

16
Apr
09

Guinea Fowl Gardening

E’ giunta l’ora.
Le potete sentire, la sera o dopo una giornata molto umida. Si spostano silenziose e furtive tra i vostri germogli di insalata, tra i piantini di zucchine.
Potete sentire le loro mandibole serrarsi sui morbidi cotiledoni dei vostri meloni.
E voi… le avete già provate tutte. Messi alle strette dalle loro scie di vischiosità traslucida, avete più volte vacillato pensando a quali mirabili prodotti la chimica avrebbe potuto offrirvi per sterminare una genia di esseri che, ignari dell’evoluzione della vita sul pianeta terra, non si sono resi conto che le terre sono emerse e loro avrebbero dovuto rimanere in acqua…
Avete anche provato a consolarvi con il “non avete un problema per l’eccesso di lumache, avete un problema di mancanza di anatre” (Bill Mollison) ma se avete mai avuto un’anatra… non serve… piedoni enormi a parte, dopo un po’ l’insalata ve la assaggeranno. E la troveranno eccezionale per mandare giù il maritozzo bavoso appena deglutito.

Lumache.

Arrendetevi. (Voi, non le lumache… anche se sarebbe bello…)
Come dicono alcuni dottori quando non sanno più che pesci pigliare: sono “endemiche”.
L’AEA (Agenzia Europea per l’Ambiente) le ha catalogate tra i 10 principali ricercati per “attentato alla biodiversità” nell’edizione 2009 di “Segnali Ambientali”.

Da par mio, quest’anno sto riducendo al minimo le trappole a crusca e birra, ho smesso di spargere cenere, gusci di uova tritati, caffé e fili di rame sul terreno. Tanto meno m’è mai passato per il cervello di applicarmi in pratiche antroposofiche tipo dinamizzazione delle ceneri delle lumache stesse…

No. Quest’anno ho deciso di rispondere con biodiversità all’attacco alla biodiversità.
Faraone.
Da manuale: non razzolano, non mangiano le verdure, hanno i piedi piccoli e si cibano al 90% di insetti (arrivano anche a dare la caccia ai topi…).
Hanno persino scritto dei manuali su come coltivare un orto con loro.

Per l’occasione e per permettergli di vivere in uno stato semi-brado (tutto il giorno libere nel campo, la sera al sicuro a casetta ho ripescato (grazie allo stimolo di questo post di Marco e Daria) un vecchio progetto di chicken tractor.

Il tutto è stato realizzato a costo zero (il materiale è di recupero, ruote e rete comprese).

Per chi ancora non lo conoscesse, qui trovate tante immagini ed idee da farvi venire la nausea.
Qui i miei vecchi post sulle lumache. (sigh!)
In ogni caso… arrendetevi e lasciate in giro le foglie brutte della lattuga così che si mangino quella e non i piantini…

21
Giu
08

diario di campagna n°110

SAIGON, MERDA, SONO ANCORA A SAIGON…

Il passaggio repentino da 15° a 28° gradi nel giro di 24 ore si è fatto sentire. La prima immagine che mi viene in mente è quella di un’enorme asciugamano inzuppato d’acqua calda che ti piomba in testa dal terzo piano di un palazzo.
Questo, ed un ritorno alla pratica orticola[1] dopo parecchia teoria ha innescato immediatamente una serie di riferimenti circolari.

Riferimento n° 1 – “Saigon, merda sono ancora a Saigon…
Riferimento n° 2 – Bad Boy Bubby
Riferimento n°3 – “Ho visto una lumaca strisciare lungo la lama di un coltello…

Sebbene il riferimento n°1 e n°3 abbiano la stessa origine la lumaca citata era più simile a queste.

Il primo riferimento è facilmente spiegabile abbinando questo mio commento alle condizioni climatico-ambientali. Per continuare con citazioni molto alte: “Ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare: zanzare grosse come maialini vietnamiti incrociare sulle foschie del canale, rane inseguire i gatti nell’orto e i gatti dormire nella vasca da bagno…”
L’estate nella piana. Come da copione.

Il secondo è dato dall’impatto visivo dell’orto (forse domenica mi capita tra le mani una digitale per rinnovare il parco foto…). Per chi non avesse visto il film è una favola punk a happy ending. L’orto, data anche l’instabilità della situazione, è così: felice, incasinato, fatto con pezzi che altrimenti sarebbero andati ad ingrassare la discarica.
Un calcio nel culo all’entropia.
Ovviamente non è l’immagine migliore per promuovere l’agricoltura naturale, e si avvicina solo velatamente a ciò che il mio senso estetico potrebbe apprezzare, ma vista la situazione ho preferito abbattere i costi (siamo prossimi ai 100€, semi ed irrigazione) e utilizzare gli scarti che il geometra “capannoni e villette” ha abbandonato due anni fa in cortile. In ogni caso, ai bimbi piace, i vecchietti della zona si divertono e le ronde notturne anti-lumaca (una becera scusa per mollare a Noemi i bimbi da mettere a letto mentre io mi godo una sigaretta lontano da mocciosi e gatti anarchici[2]) dimostrano un’intensissima attività notturna. Tra le piacevoli sorprese un deciso recupero di biodiversità.

Tra gli ospiti più o meno stabili:
io
2 rane (una verde pistacchio l’altra verde petrolio)
1 orbettino (non lo stesso di qualche tempo fa)
Qualche mammifero dai piedi piccoli (quindi non è la volpe, la quale pare scomparsa, vista la quantità di minilepri che gironzolano vicino al pollaio)
1 Gufo o civetta. Insomma, uno di quegli uccelli che mentre ti fumi una sigaretta al chiar di luna fanno improvvisamente un fischio assurdo facendoti prendere un colpo.
Nebbia (ma non conta… Nebbia è la mia gatta n°1 che viene a controllare che io non faccia danni nel suo dominio)

Le trappole per le lumache sono state definitivamente abbandonate quando ho scoperto che scatenavano delle risse tra le cornacchie che ne andavano ghiotte. Ora. Due o tre cornacchie che si azzuffano tra le fave, i pomodori e l’insalata, si staranno anche mangiando le lumache ma fanno dei bei danni…

Giusto per non essere troppo personalistico e perdere il filo della logorrea tecnica posso dire che:
I letti rialzati hanno tenuto benissimo anche nel periodo in cui si è temuta l’esondazione della Dora. Il vivaio di pioppi del “vicino” è annegato, i miei pomodori hanno rallentato ma stanno benissimo. (1 a 0 per me!)

La pacciamatura con paglia, che può aver inizialmente rallentato lo sviluppo (anche se dubito che sia questo il caso, in una prima fase può bloccare la produzione batterica di azoto che, comunque, dovrebbe poi riprendere e più intensamente di prima) sta dando ottimi risultati limitando, inoltre, il diserbo ad un’operazione di pura facciata per dare l’idea che si stia facendo qualcosa nell’orto.

Le micorrize si stanno sviluppando bene (spostando leggermente alcuni blocchi di terra si vede una sottilissima rete… dovrebbero essere loro…)

I nematodi, sia buoni che cattivi, danno segno di se. I buoni con morti misteriose di lumache. I cattivi con segni sulle foglie di un paio di cavoli ma qui sta funzionando l’aver mischiato le piante e l’aver posizionato “trappole” in giro. (nasturzi, tagete ecc…)

Tra i memorandum “cose da ripensare”:
stupidamente non ho tenuto conto della velocità di sviluppo nelle aiuole delle “tre sorelle”. Il mais dolce sta crescendo ora… sommerso da una giungla di fagioli. Le zucche sono un po’ indietro, la prima generazione è caduta sotto i colpi delle limacce.

[1] su questo punto sarebbe bene specificare che ad oggi mi sto occupando di tre orti circolari per un totale di circa 200 m2 con un impegno che tocca si e no 30 – 40 mn al giorno, i più spesi a fumarmi una sigaretta guardando i “braccini” dei cetrioli ed interrogandomi su da che parte girano (questo per colpa di questa signora qui e di questo fotografo-ortolano qui)
[2] onde sedare qualsiasi polemica sessista ci tengo ad informare che la “mamma casalinga” a casa nostra sono io, mentre Noemi fa il “muratore”. Il virgolettato è d’obbligo perche la mamma biologica ci tiene a mantenere il titolo.

02
Giu
08

diario di campagna n°102

FINE DEGLI ALLARMI. La Dora si sta abbassando. Ad alterni acquazzoni si succedono squarci di cielo bianco latte con temperature sub tropicali. L’effetto generale sa un po’ di delta del Mekong, tanto più che il rachitico bambù, incastrato in un angolino del giardino, si è risvegliato a nuova vita buttando getti cresciuti più di un metro in 10 giorni. Questo mi fa sperare bene per la postazione per torture “Pol Pot”. (Colgo l’occasione per salutare il Ciamporcero che mi insegna queste cose)

FINALMENTE, IN QUESTO fine settimana, sono riuscito a tornare nell’orto a controllare i danni. Con mia somma sorpresa molto limitati. I letti rialzati hanno fatto si che le piantine si salvassero dall’affogamento e la pacciamatura ha evitato il compattamento del terreno. Solo in alcuni punti la paglia è leggermente scivolata scoprendo la terra e permettendo la creazione di alghe e muschi di cui, comunque, ho deciso di non preoccuparmi eccessivamente (il compito ecologico delle lumache è proprio quello di predare funghi, muffe, licheni e quant’altro… magari se ne occuperanno loro lasciando stare le mie lattughine…). Unica preoccupazione: un eccessivo dilavamento dei nutrienti.
Difatti uno dei problemi per l’avvio di un orto in agricoltura naturale è un’iniziale carenza di azoto, utilizzato dai batteri per innescare i processi di decomposizione della pacciamatura. Il mio timore era quindi di trovarmi in una situazione di “stallo” ma in realtà sembra tutto tranquillo e anzi che abbia beneficiato della mia assenza vista la proliferazione di animaletti di ogni forma e misura, dai centopiedi ai rospi, dagli orbettini ai tordi. Nota a me stesso: al prossimo giro fare uno stagno al centro degli orti. Prossimo giro che si spera non sia neanche troppo lontano… ci stiamo lavorando.
Il che rende un po’ assurda la mia continua applicazione dei sistemi di agricoltura naturale visto che hanno tempi di “riequilibratura” molto lunghi. Ma ormai c’ho fatto il callo ad investimenti a perdere…
Tant’è che il progetto “Bietola” è attualmente sospeso a due orti (per un totale di circa 180 mq) mentre si sta valutando un’ipotesi alternativa che dia più stabilità e possibilità di programmazione al progetto stesso… insomma, per chi ha seguito il tutto, più simile al “Combal” (mi rendo conto che questa è una comunicazione interna… mi scuso con tutti gli altri…)

E ADESSO piove di nuovo… con l’arcobaleno…

Ps. Tutti i predatori delle lumache (in inglese… non oso immaginare cosa possa fare babelfish ma ci potete provare…)

29
Apr
08

diario di campagna n°74

LUMACHE 2 – la vendetta

SONO ARRIVATO AD UNA CONCLUSIONE. Deve esserci qualcosa di atavico nell’evidente ludibrio che l’uomo a provato in milioni di anni a dare la caccia alle lumache. Sofisticatissime trappole mortali, deterrenti fisici e non, complessi sistemi di delocalizzazione, deportazioni di massa…
Forse c’è una forma di avversione nei confronti di una “inner essence”, un fastidio legato ad una fase ancestrale del nostro sviluppo… bhé, neanche troppo ancestrale se si guarda alcuni responsabili del marketing .

OLTRE ALLE TRAPPOLE A BIRRA già citate ecco una veloce panoramica su alcuni altri sistemi da sperimentare (alcuni degni di un culto esoterico, tipo: “confonderle”):

Polvere di gusci di uova sminuzzati intorno alle piantine
Divertente se uno possiede una batteria da 120 ovaiole debeccate ed alimentate ad ormoni ma poi vuole fare il naturale nell’orto, o se si possiede una sola piantina di pomodoro.
Fondi di caffè intorno alle piantine
Questo lo proverò… tenuto conto che ho un serio problema di dipendenza dalla caffeina
Innaffiare le piante con acqua e caffè solubile
Una soluzione sempre a base di caffè (3 cucchiaini per 5l)
Innaffiare con acqua ed un “battutino” di aglio
Se non avete nessuna intenzione di comprare il caffè solubile (e vi capisco)
Confondergli le idee
Pare che le lumache siano terribilmente abitudinarie e seguano sempre lo stesso tragitto, se scoprite da dove arrivano potete cercare di disturbargli la traccia per confonderle… o magari travestirvi da attraente lumacona ed attirarle lontano…
Battute di caccia notturna
L’effetto migliore si ottiene dopo un giorno di pioggia verso la mezzanotte, armati di secchiello e torcia se ne possono recuperare a quintali… questo è l’unico sistema con certezza di riuscita, ed ottima probabilità di raffreddore.
Nematodi
Ok. Come evidenziava un mio amico qualche tempo fa, la soluzione ottimale sarebbe un ecosistema bilanciato in cui siano presenti predatori quali rospi, tordi ecc… ecc… ma il predatore più pericoloso per le lumache sono i nematodi. L’agricoltura sinergica, e comunque i sistemi che non movimentino il suolo e sfruttino un sistema di pacciamatura permanente, hanno il preciso scopo di creare l’ambiente ideale per microorganismi come i nematodi. Se il terreno è molto impoverito si può tentare una colonizzazione preventiva attraverso un’irrigazione con Compost Tea.
Il rame
Quando le lumache entrano in contatto con il rame subiscono una piccola scossa che le allontana. Pare che aiuti anche utilizzare solo attrezzi in rame. Le lumache sarebbero infatti disturbate dalle tracce magnetiche lasciate nel terreno da attrezzi di metallo essendo animali sensibili ai flussi magnetici terrestri (non hanno ferro nel sangue ma emocianina, una sostanza basata sul rame che è privo di campo magnetico ma un’ottimo conduttore ). Quando si imbattono nel campo magnetico lasciato della vostra palettina da trapianto si bloccano confuse, gli viene fame e già che ci sono si sgobbano l’insalatina lì vicina.
Lo studio è serio e si basa sulle teorie diamagnetiche di Viktor Schauberger (area antroposofica o qualcosa di simile).

E POI ESISTE la mia tecnica preferita: la bestemmia, seguita da una tazza di caffè ed un paio di capitoli di un buon libro.

ESTRATTO DELLA giornata.

Contadino – Sono tornato a seminare un filare di mais, che me l’hanno mangiato le cornacchie.

Nicola – Bhè, se vuoi io ho una betoniera di quelle piccole. L’anno passato avevo ottenuto dei buoni risultati mischiando semi, argilla e torba nella betoniera. Ne vengono fuori delle palline di terra in cui il seme rimane nascosto ai predatori fino a che non germoglia…

Contadino – Ah, si! Anca mi l’hai falu… ho preso la betoniera di mio fratello e c’ho messo il mais con il catrame, guarda che roba, son neri e puzzano! Adesso mica li mangiano!

Nicola – ………………

23
Apr
08

diario di campagna n°68

SPACE INVADERS

LA SOLIDA STRUTTURA delle loro mandibole cade come una ghigliottina su tutto ciò che incontrano. La loro bocca ricolma di circa 27.000 affilatissimi denti ricurvi è uno strumento biologicamente strutturato per maciullare e distruggere. Così come gli squali, sono in grado di perdere e far ricrescere la propria dentatura… le lumache sono calate sull’orto…
E quando dico calate, non è in senso figurato, sono proprio scese dalla collinetta di pioppi che fa da argine al canale!
Slug

LA SCENA CHE si presentava, ieri nell’orto, era una sorta di assurdo di Space Invaders (quello originale ATARI) solo che al posto degli invaders c’erano le lumache e la linea di gioco era lunga circa 80 m, cosa che le avvantaggiava notevolmente nonostante la proverbiale lentezza. Dopo 45 mn di catch and release, in cui i disgustosi fagottini limacciosi venivano traslocati nel pioppeto successivo facendogli così compiere un tragitto di 12 m a quella che per loro doveva essere più o meno una velocità warp6, il gioco ha incominciato a risultare un po’ noioso, e poi avevo altro da fare…

AVENDO GIA’ LASCIATO sul campo un paio di piantine di zucchini e numerosi germogli di spinaci sono dovuto correre ai ripari. Per ciò che avevo in mente, mi sono tornati utili 7 litri di birra sperimentale che avevo fatto a settembre dell’anno scorso (uno schifo) e 20 cartocci del latte (è un po’ che quelli della differenziata non si fanno vedere fin quaggiù).
slugtrap

OGGI, LE GALLINE e l’anatra hanno potuto godere di una colazione ad alto contenuto proteico (e basso tasso alcolico… la birra era veramente uno schifo).
In ogni caso ho scoperto che le simpatiche bestiole sono attratte dall’odore del malto e del lievito quindi una ricetta alternativa alla birra (che se è buona è un peccato regalargliela…) è composta da:
2 cucchiai di farina
1 cucchiaino di lievito di birra
1 cucchiaino di zucchero
Il tutto sciolto in due tazze di acqua calda.

“Le prime lumache abitavano gli abissi dell’oceano, ma pian piano si spostarono sulla terra ferma. Non essendo state avvertite del contrario da nessuno, loro si aspettano che la terra ferma sia bagnata come l’acqua. Tutti commettiamo degli errori.”
Will Cuppy: How to Attract the Wombat, citato in “Field Guide to the Slug” di David George Gordon (Sasquatch Books)




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