Oggi, Luigi di agrobiodiver.se, riportava la notizia del ritrovamento di tracce di sostanze allucinogene in alcune mummie dei deserti Cileni. Pare che le popolazioni Tiwanaku facessero abbondante uso di una sostanza chiamata harmine (in inglese) estratta dalla Banisteriopsis caapi.
Il ché di per sé potrebbe essere una semplice nota di colore. Sinceramente… cosa mi sto a preoccupare se gli antichi cileni si stonavano come biglie?! Buon per loro!
Ma Luigi porta il concetto più avanti citando una tesi, secondo la quale, l’uso di sostanze stupefacenti si sviluppò notevolmente nelle prime società dedite all’agricoltura, prevalentemente come sistema di “dopaggio” per sopportare il duro lavoro nei campi…
Che la teoria sia valida o meno (cosa di cui anche Luigi dubita…), a me, torna prepotentemente in mente il bellissimo articolo di Jared Diamond the worst mistake in the history of the human race in cui viene esposta la teoria secondo la quale il passaggio dallo stato di cacciatori-raccoglitori a quello di agricoltori sarebbe alla base del lento e progressivo incasinamento del mondo così come lo conosciamo… sono sempre più d’accordo con Toby Hemenwey sulla necessità di evolverci verso società orticole complesse…
AGGIORNAMENTO: Non è assolutamente inerente… ma per chi fosse interessato G. ha postato il resoconto dell’incontro di Agricoltura Sinergica che abbiamo organizzato il week end scorso… per poterlo leggere bisogna iscriversi alla mailing list
Nicola… bisogna avere un account yahoo o ci si può iscrivere alla mailing list anche senza?
baci grazie a presto!!!!
(ma Daria lo sa che iscrivendosi alla m/l le tocca poi d’ufficio ospitare il prossimo raduno di permacoltori?)
L’articolo di J. Diamond sarà senz’altro bellissimo ma non si vede (mistake 404, maybe not the worst)
“Eden was a Garden not a Farm” vado subito a metterla nelle frasi “para el bronce”! 🙂
magari… vi ospito tutti!!!!
@ Daria – bisogna crearsi un account yahoo, soprattutto se si vuole dare un’occhiata ai vari messaggi.
@ equipaje – adesso il link dovrebbe funzionare… credo… grazie della segnalazione!
Facendo un po’ di gossip “naturale” Emilia Hazelip non amava particolarmente il lavoro di Mollison e lo contestò duramente. Ci sono ancora persone che si attengono a questa diatriba. Ma sempre meno… le buone pratiche sono buone pratiche da qualsiasi parte arrivino…
Ecco, adesso ho di che leggere per il weekend. Devo solo decidere quale weekend, dannazione. Esiste anche un movimento sulla permacultura, oltre che sulla permacoltura?
Ok… annosa questione di lana caprina la “U” o la “O” in permac*ltura…
inizialmente era permacoltura dalla traduzione letterale di permanent agriculture, poi venne inserito il doppio concetto permanent agriculture – permanent culture… incasinando la vita ai permacultori italiani… cultura o agricoltura? a me mi piace l’agricultura!!!
Un’interpretazione estrema della permacultura denuncia i danni irreversibili provocati ai libri dalle troppe frenetiche compulsazioni. Anche senza arrivare ad aberrazioni quali orecchie agli angoli, sottolineature non a matita o -che il Grande Torchio ce ne scampi- pagine strappate, si danno costantemente casi di lettere sbiadite sino all’inintelligibilità e pagine che vanno via via sbriciolandosi, per la gioia delle Lepisma. Per mantenere ed incrementare la fertilità culturale, dunque, l’ovvia conclusione è: i libri vanno lasciati chiusi. Meglio immaginarseli, ecco.
Ops… che il Grande Torchio mi abbia in gloria… mi sono reso colpevole di tutti i suddetti peccati!!!
io se cerco tra due o tre libri riesco a rollarmi una sigaretta, se cerco tra quelli che ho letto anni fa mi faccio anche pane e nutella. ciau ne
E io che pensavo che la permacultura fosse una roba tipo i crediti ECM.
La cosa divertente è che in alcuni posti (inghilterra, australia…) è così… il corso in permacultura vale dei crediti sui piani di studio.
In italia è vista più come una cosa da club di giardinaggio per fricchettoni…
Da noi la cultura ha la data di scadenza. di default, non può essere permanente.
Resisterò alla retorica del “e questo è probabilmente uno dei problemi”.
Ops! Non ho resistito! 🙂