18
Apr
09

…Nel frattempo…

Mentre io mi destreggio tra semine, trapianti, pollai mobili e fissi, arnie warrè, il vetiver e l’osservazione estatica delle nuvole di passaggio…
Terranauta” pubblica un’altro articolo scritto da me e a Monteveglio si da fuoco alle polveri e si realizzano orti quà e .
Il “viral gardening” prosegue…
sdc10395


23 Risposte to “…Nel frattempo…”


  1. 1 iano
    aprile 19, 2009 alle 1:28 am

    ottimo articolo, conciso e chiaro, e oltretutto la prospettiva da cui parti (pasto gratis) mi piace. finirà prestissimo sul blog. salumi.

  2. aprile 19, 2009 alle 9:31 PM

    Grazie iano…

    C…zo! Renato! Arrivo… mi son fatto prendere dagli eventi… mò arrivo e (se posso) mi faccio la mia “stanzetta” da voi

  3. aprile 19, 2009 alle 10:20 PM

    Scusa me che non mi sono preso la briga di invitarti subito,ma sono alle prese con problemi di sfratto ( per motivi di ristrutturazione della casa ). Grrrr.
    Se cazzeggi e non hai nulla da fare..?!.. qui trovi alcuni doc su biochar e permacultura da tradurre:

    Biochar by Carlo


    e visto la tua vitalità ti passo subito tra gli amministratori con il Carlo.

  4. 5 mauri
    aprile 20, 2009 alle 12:01 am

    Certo se non fosse per la paglia che non ho e dovrei comprare e arriverebbe solo dalle coltivazioni chimiche, e per tutto quello sbattimento di fare i cumuli che mi sembra faticoso, pensare a un disegno che non riesco a ideare, mi farei anch’io un bel orto in stile permacultura perchè sono proprio belli da vedere!

  5. 6 iano
    aprile 20, 2009 alle 12:33 am

    sì infatti è faticoso ma fa bene all’anima (credo).. non avrei mai creduto che zappa-insacca la prima cosa a cedere sarebbero state le mani. io che pensavo alla schiena

  6. 7 mauri
    aprile 20, 2009 alle 9:21 am

    Per Iano, circa l’anima non so cosa dire (farà male farà bene boh), probabilmente i miei vicini d’orto se così fosse sono molto più avanti, si col mal di schiena (vedi il post su http://terraedintorni.blogspot.com/2009/04/orto-no-till-comparazione-3.html) e si spacca la schiena parecchio mi sa anche Nicola (sebbene vuol far credere di essere quasi sempre steso a guardare le nuvole), ma io preferisco pensare prendendo a prestito un pensiero del grande De Andrè (di cui ho visto la mostra a Genova la settimana scorsa e devo dire molto bella ne è valsa la pena) “non mi sento come Gesù nel tempio, non ho buoni consigli da dispensare IO VOGLIO SOLO DARE IL CATTIVO ESEMPIO, ciao.

  7. 8 mauri
    aprile 20, 2009 alle 9:29 am

    Mi sa che ho incollato male scusate o vai all’home del blog oppure se sei pigro clicca su http://terraedintorni.blogspot.com/ i cattivi esempi non finiscono mai.

  8. 9 Salvatore
    aprile 20, 2009 alle 9:55 am

    iano, un paio di guanti e hai risolto il problema 😉
    Per la schiena invece….
    Comunque è una fatica che si fa una volta sola. Dopo no zappa, no concimazioni, no questo/quello 8).

    @ Nicola
    Nell’articolo scrivi che già con 60-70 mq di orto ottenevate gran parte degli alimenti vegetali necessari. In base alle tue esperienze, quanto deve essere grande un orto sinergico per il sostentamento di una famiglia di tre persone. Immagino che bisogna tenere conto di tante variabili (clima, abitudini alimentari e quant’altro), ma… così giusto per avere un’idea. Ho letto da qualche parte (forse Fukuoka) che per una persona che ha una alimentazione molto parca occorrono almeno 1000 mq di orto. Certo, poi bisogna vedere sell’autosufficienza è realmente realizzabile. Io sono un po scettico a riguardo.

    ps
    ma che stai coltivando (e quindi mangiando :)) per avere tutte queste energie??!!

  9. 10 Luigi
    aprile 20, 2009 alle 10:14 am

    bah 1000 mq mi paiono eccessivi, in genere dicono che se ben gestito un orto da 25 mq e’ sufficiente per una personaper cui tre persone, e abbondando unpo’ direi che 100 mq possono essere misura accettabile… Anche perche’ non so se hai mai provato a gestire un orto da 1000 mq, senza macchine una persona non e’ sufficiente 🙂

  10. 11 mauri
    aprile 20, 2009 alle 10:43 am

    Rimane sempre il problema delle patate da risolvere, che se le vuoi raccogliere devi distruggere in buona parte i bancali del tuo orto sinergico, a quanto ne so anche Nicola non le mette nei bancali, perciò questione aperta.

  11. 12 iano
    aprile 20, 2009 alle 12:31 PM

    A Salvatore: no no, c’erano i guanti… non parlo di escoriazioni ma qualcosa di simile a quando giochi una partita a calcetto dopo due mesi di inattività e ti fanno male tutti i muscoli per tre giorni, il tutto però solo sulle mani.
    La schiena sta apposto, ho fatto gioco di gambe, rispermiandola.. eheheh..

  12. 13 elena
    aprile 20, 2009 alle 1:47 PM

    Ciao a tutti,
    le patate meglio nei sacchi.
    i mille mq di Fukuoka credo che comprendano autosufficienza anche in termini di cereali. Secondo la permacultura c’è il metodo delle aiuole rialzate e con tre saresti autosufficiente a livello di verdure (non so d’inverno)
    a me mi ispirano, praticamente fai dei cerchi di 120 cm diametro con una rete per polli, devono uscire dal terreno di 60 cm il restante lo interri nel buco che hai fatto nel terreno precedentemente(sempre di 120 cm diamentro e 20 di profondita), poi li riempi di terra composto et altro fino al bordo e mentre riempi devi mettere paglia tutt’intorno alla rete dall’interno. una volta pronti devi impiantare gli ortaggi sopra e intorno. la spiegazione lascia un po a desiderare comunque è sul libro introduzione alla permacultura di Mollison. li provo questo autunno, così ci metto tutto l’umido dell’inverno.
    e chissa che non riesca anche a gestire le lumache???? (illusion)
    per Nicola
    quanti mq devo avere per fare un corso di orto sinergico a casa mia e così farmi aiutare a fare i bancali? e quanta gente ci deve essere?
    p.s. bello l’articolo!! anch’io miro a mangiare del mio.

  13. aprile 20, 2009 alle 2:05 PM

    …mi candido per ospitare il corso di orto sinergico, tanto di metri ce n’ho anche troppi 🙂

  14. 15 Salvatore
    aprile 20, 2009 alle 6:04 PM

    @ Luigi
    un orto di 1000 mq? ma quando mai! pensa che riesco a seguire a stento le mie due aiuole e le torri delle patate 😀 😀

    Per le patate concordo per i sacchi. Ho già fatto un raccolto dalle torri (o sacchi che dir si voglia) e in questi giorni aiuto mio padre a raccogliere quelle che lui ha seminato in terra. avevamo seminato i tuberi quasi in contemporanea a fine dicembre (siamo un po in competizione :D). La fatica è tanta lavorando in pieno campo, e la resa più o meno uguale. Quindi molto meglio i sacchi 😉

  15. aprile 20, 2009 alle 6:12 PM

    Ottimo articolo quello su Terrenauta, semplice, perfetto, completo e magnifico per la divulgazione. Mi piace molto leggere queste esperienze, portano a chiunque la voglia di mettersi in gioco con le tecniche di coltivazione naturali!!
    (grande Nicola!)

  16. aprile 20, 2009 alle 7:35 PM

    Non so… io (quando mi sveglio bene) riesco a fare due bancali da 4 X 1.20 X 0,70 in una mattinata senza grandi fatiche e mi tengo il pomeriggio libero…
    Ma va detto: io uso solo ed esclusivamente la grelinette (!!!!) una pala ed un rastrello, e il tutto viene fatto su quella che in sardegna sentii chiamare “terra manna” e che da me chiamo limo assolutamente privo di sassi. Non è terra “leggera”… è di più…
    Per il dolore alle mani ho imparato una cosa… si può essere cialtroni quanto si vuole… ma se ad ogni inizio e fine stagione si strofinano bene i manici con olio di lino (o olio di ciò che avete sotto mano… io avevo quello di lino per via delle arnie) è tutta un’altra vita!!

    Sul “quanta terra ci vuole”, come dice Salvatore, ci sono mille variabili ma avevo fatto uno studio ad hoc quando andai a trovare Marco e Daria a Granarolo… magari varrebbe la pena che io lo pubblicassi… mah?!… dovri sistemare due o tre cose…

    Per i corsi… confesso… non me ne occupo minimamente! Bisogna chiedere a G. dell’Associazione Kanbio (kanbio@libero.it) con lui ed Enzo (il biochimico delle stelle) stiamo organizzando un’equipe di lavoro… ma della parte organizzativa se ne occupa lui…

    In ogni caso l’orto di Emilia Hazelip era di circa 5000mq ed era gestito (escludendo i periodi dei trapianti) da due persone. Stando a testimoonianze…

    …oh, grazie ancora per la lettura delle cose che scrivo da altre parti e degli apprezzamenti 🙂

  17. 18 medo matteo
    aprile 21, 2009 alle 1:29 PM

    Volevo puntualizzare che quando uno ha preparato il suo bancale non è che poi chissà che altro lavoro della terra deve fare tanto da farsi male alle mani per la fatica o lo sfregamento dei manici… Cioè. Se si lavora la propria terra (vanghe zappe pale ma anche grelinette) più di 7 giorni in un anno , beh credo che veramente c’è un errore di fondo e di partenza.
    Poi oh , c’è chi vuole autopunirsi arando 4 metri quadri di orto ogni settimana. Peggio per lui , chissà quando potrà lasciare che la terra rifaccia la sua stabile e lenta trama fertile e vitale.

  18. aprile 21, 2009 alle 1:40 PM

    Concordo con Medo. In definitiva il lavoro “grosso” ti tocca proprio solo in casi in cui la situazione sia veramente deteriorata e per ripristinare una qualche forma di “naturalità” si deve intervenire… sennò… tutti a guardar le nuvole! 🙂

  19. aprile 21, 2009 alle 6:15 PM

    Io penso sempre che quando scendo negli orti(sono terrazze) sono fortunato perchè anche la fatica sà di buono, sono fortunato perchè non devo vendere il mio tempo per un salario che servirebbe per comperare le stesse cose ma molto peggiori, non devo fare quello che mi dicono ma quello che sento di fare, posso anche fare una osservazione estatica della coccinella o pensare ad altre meraviglie. Poi torno a casa con cose buone e sane, fresche appena colte e si prepara il cibo che dopo un poco di anni ti dà quasi fastidio mangiarne di altro. Tutto questo senza fare danni, a costo quasi zero, anche per il pianeta. I calli, un poco di sudore?? Meglio dell’ufficio o della fabbrica.

  20. 21 sb
    aprile 21, 2009 alle 9:01 PM

    dipende da cosa fai con la terra che hai. se ne hai mille metri e solo cento di orto magari hai l’erba da tagliare almeno tre volte all’anno a meno che non ti piacciano i rovi. se hai due piante in croce devi magari potarle ogni tanto, poi c’è chi non le pota ma son cazzi suoi. poi se a uno piaccion i fiori deve star dietro pure a quelli e vi assicuro che far fieno con in mezzo al prato i gladioli o la ginestra e rosmarini salvie a destra e manca non ci va mica poco. se uno ce la fa in sette giorni o ci ha solo l’orto oppure ha il terreno della barbi oppure…lasciamo perdere
    ciau ne

  21. aprile 23, 2009 alle 1:54 PM

    Grazie Nicola, (anche) per gli articoli:sono veramente ben fatti ed anche piacevoli, come sempre ;-)! Ho però scoperto solo leggendoli che anche tu sei un saponificatore di oli “esausti”, quindi ne approfitto per chiederti: ma tu come li usi??? I miei mantengono il caratteristico aroma di patatina fritta, motivo per cui i marito mi ha proibito di usarli in lavatrice…e vabbè:-);i piatti vengono bene ma i bicchieri decisamente no; sui pavimenti il sapone da fritto dovrebbe andare bene-così dicono-ma non riesco a trovare la dose adatta (e lo uso comunque, con grande indignazione della mammina che viene a trovarmi e che userebbe solo litri di candeggina)…Insomma, ho una sovrapproduzione che non so bene come smaltire in altro modo che non sia quello di sgrossare il bucato ultra-sporco. Idee?Come trovare qualcuno disposto a scambiare sapone fritto con qualcosa d’altro???

    ciao a tutt*!

  22. aprile 24, 2009 alle 1:34 PM

    Si… bhè… in effetti la sensazione di friggitoria cinese c’è… io ho risolto “tagliandoli” molto. Quest’anno ho usato timo citrodoro e salvia (ma non ha funzionato un granchè) molto più efficace la lavanda o gli agrumi (usarne molta in entrambi i casi).


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