02
Apr
11

…Svegliatevi bambine… (è primavera)

Di ritorno dalla due giorni di Lasagna Gardening nei dintorni di Verona.
Una scusa come un’altra per viralizzare cambiamenti.
Percorrere la A4 su un autocarro VW dell’82 può essere eterno, soprattutto in una notte piovosa di fine Marzo.
Matteo fa da copilota mentre scorriamo le immagini più vivide che ci trasciniamo verso Ovest:
Dormire nella casa di paglia di Riccardo e Nico.
La vista sulla valle con i suoi boschi di castagni e noci.
Le frequenti digressioni “fuori tema” sulla microbiologia del suolo, la gestione naturale delle acque, il forest gardening, l’agricoltura urbana…
La festa della semina “selvaggia” che si è innescata alla fine della realizzazione dell’orto.
I bambini.

E’ tardi. Il Carro è monolitico nel suo incedere e il tamburellare della pioggia sulla capote stordirebbe anche un bisonte in benzedrina.
Non è un buon periodo per andare in giro a chiacchierare e a fare corsi, con la casa da costruire e le coltivazioni da impiantare, ma alla fine… siamo ancora nella fase “attesa” e può essere sempre una possibilità per innescare cambiamenti. Visti i tempi…

Intanto i lavori “personali” proseguo nel classico clima primaverile composto da frazioni di sole miste a piogge più o meno torrenziali. L’acqua, combinata con una temperatura media di 12°-15° è il tempo migliore per la prossima esplosione vegetale. Mortale per me che mi faccio nuovamente ospitare, a giorni alterni, dalla biblioteca di Ivrea…

In realtà, se non fosse che non amo trovarmi inzuppato, potrei tranquillamente lavorare nell’orto. L’ho già fatto durante l’inverno.
In effetti, per quest’orto, ho applicato una delle mie massime preferite: “le cose si fanno secondo le regole, a meno che non si possa fare diversamente”.

E quindi, eccolo qui il nuovo orto, simile nel concetto di base a quello realizzato a Badia Calavena.
Un mix di lasagna gardening, hugelkultur, biointensivo, agricoltura sinergica e chi più ne ha più ne metta. Giusto per essere scomunicato da qualsiasi “Scuola” agricola si aggiri nel panorama mondiale…
Già ero un permacultore “abusivo”, ora sarò anche un sinergico “abusivo”.
Etichette… ci si stanca in fretta… e le mie idee sulla differenza tra tecnica, progettazione ed ideologia le ho già espresse.

Ci sono due occasioni in cui non applicherei alla lettera l’agricoltura sinergica ma darei spazio a “Variazioni sul Tema”
Il primo è quando la terra è ridotta veramente troppo male ed io non ho il tempo per ricondurre il tutto ad una situazione ideale (si dovrà pur mangiare durante il cantiere).
Il secondo è quando la terra è talmente sana e brulicante di vita che qualsiasi cosa altra dallo sdraiarmi per terra a fare un po’ di cloudspotting, sarebbe una bestemmia.
San Culino, il protettore degli indolenti, ha fatto sì che io ricadessi nella seconda categoria.
L’orto è quindi così composto:

Leggero passaggio per smuovere lo strato di erba del prato.
Spesso strato di cartoni per fermare le spontanee più aggressive e fornire un substrato per lombrichi e funghi
Tronchi di pioppo*
Cippato (dei rami piccoli del pioppo)
Letame di cavallo stagionato (poco… letame. Non la stagionatura…)**
Carbone***

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La griglia che si può vedere nelle foto è un esperimento che sto facendo quindi, per ora, non fateci caso. Ne tratteremo approfonditamente più avanti o a giugno quando torneremo da Riccardo.
Le dimensioni sono leggermente più grandi del normale 1,70 m per 6 m ma credo che i prossimi saranno larghi 1,50… oppure 1,80… non so… devo ancora decidere…
Quello che so è che adesso devo selezionare i ceppi di microorganismi dalla zona circostante per inoculare le pagnotte.

Ma questa è un’altra storia che coinvolgerà del riso, del malto, qualche asse di legno, l’occhio disgustato di Noemi e la speranza dei marmocchi di riuscire a vedere “mostri mucillagginosi”.

In ogni caso, come al solito, non mi sono inventato nulla.
Mi sono limitato a scopiazzare di qui e di là, a mischiare tutto e a trarne la mia personale interpretazione con ciò che trovavo a portata di mano.
Un ringraziamento va al nostro uomo in terra di Francia (Medo) e “Au Petit Colibrì”
Qui e Qui un paio di schemi illustrativi del principio da cui sono partito.
Sono in francese… così Renato non potrà più dire che sono troppo anglofono per i suoi gusti 😉

*Il fatto è che sulla sinistra della casa c’era quest’enorme pioppo di 35 anni. Una sorta di Moby Dick vegetale. Ora, voi immaginate cosa può essere un pioppo che, durante uno dei numerosi temporali estivi e non che battono il piccolo anfiteatro morenico, pompa linfa a 16 metri di altezza mettendo praticamente in comunicazione la falda sottostante con l’elettricità statica nell’aria… il numero di cicatrici da fulmine era lo stesso del succitato leviatano.
S’è optato per l’abbattimento e il riciclo in loco… per chi avesse letto il capolavoro di Melville, la lavorazione è stata molto simile a quella subita dalle balene subito dopo la cattura nel libro… un gran casino di cui non si butta via nulla, circondati non dagli squali ma da migliaia di insetti e funghi pronti a banchettare… e, in effetti, stanno banchettando… mors sua, vita loro…

**Si, lo so, non si dovrebbe fare. Ma avevamo bisogno di parecchia materia organica sia azotata che a base di carbonio ed il panettiere c’ha sto cavallone infernale a due passi dal campo che ancora un po’ se lo porta a dormire a casa… e poi, devo pur decomporli i tronchi.
Mettiamola così: è come fare il pane. Il principio è quello di creare un impasto ricco ed utilizzare il terreno sottostante come lievito… un po’ come quando si aggiunge una cucchiaiata di malto per rinfrescare la pasta madre nella panificazione. Ci vorranno anche ‘sto miliardo di anni prima che tutto si riallinei e ribilanci in maniera perfetta e sana, ma io non ho fretta.

***Per l’esattezza il famoso e famigerato biochar, fatto in una fornace non particolarmente efficiente ma abbastanza ruspante da poter essere abbandonata in un campo senza che nessuno passi e se la porti via. Il carbone non è stato trattato (nessun compostaggio, nessun bagno in compost tea…) come si sarebbe dovuto fare. Infatti, il carbone non trattato, agisce come una spugna sottraendo acqua e nutrienti al terreno ma, in questo caso, si voleva ottenere proprio quel risultato: assorbire l’umidità ed i composti chimici in eccesso diventando nicchia ambientale a lungo termine per funghi, batteri e compagnia bella e scorta per i tempi duri stabilizzando la situazione e devitando percolazioni e dilavamenti vari… Il carbone è stato fatto sempre con il suddetto pioppo che era – è tutt’ora – bello grosso… il ceppo sta diventando la più grossa coltivazione di funghi che abbia mai realizzato. Attualmente ospita 200 spine in legno inoculate.

No, non è per vendicarmi di quelli che mi sono caduti in testa.

Avessi voluto vendicarmi l’avrei venduto per farne carta per la prima pagina de “Il Giornale”…


42 Risposte to “…Svegliatevi bambine… (è primavera)”


  1. 1 lalica
    aprile 3, 2011 alle 11:19 am

    NON C’E’ PIU’ RELIGIONE!!!
    perfino l’orto a quadretti lasagnato!!!!

    bene, mi piace!
    come ebbi modo di dirti è comodo e contrasta bene la mia scarsa memoria ed il mio disordine!
    (e poi dopo il disastro combinato dal cagnetto nuovo sui bancali vecchi non è che mi resti molta scelta)

    (ohhhh p.s. io mi sono svegliata! ieri era giornata di fiori ed ho seminato fiori, oggi giornata di foglie e seminerò foglie… quest’anno avremo un grande orto… a tal proposito ci sono novità sulla lotta alle limacce che non prevedano l’uso di animali?)

    • aprile 3, 2011 alle 12:11 PM

      Sai com’è… siamo ggiovani 😉
      E nel’orto dovranno gravitare un bel po’ di persone… devo limitare il rischio caos e avere una griglia per un’analisi in dettaglio degli esperimenti vari… il gioco si fà un po’ più serio…

      Limacce… controllo senza animali… tu conti come animale? 😉

      • 3 lalica
        aprile 3, 2011 alle 5:09 PM

        io come animale antilimacce non conto tanto, come ti avevo detto due anni fa a luglio, dopo settimane e settimane di raccolta serale e notturna, avevo smesso di irrigare per vedere chi aveva la testa + dura: loro ovviamente!
        e ieri, rivoltando la compostiera ne ho trovata una enorme di razza leopardata (si lo so, non mi credono in molti ma quando mi chiedono che genere di limacce ho, se le rosse o le nere, e rispondo che ne ho pure a pois si mettono a ridere, ma that’s true! [*]). L’ho salata e abbandonata lì, stamattina il cadavere non c’era, mi sa che nemmeno il sale basta più
        Per quest’anno penso che opterò per le trappole a crusca e poi vedremo.

        p.s. io ho una lasagna da poco più di un metro e 30, in centro arrivo a stento, in più i tuoi sono più alti, sei sicuro di voler passare al metro e 80? (ovvero, ci sono trucchi che non conosco per aumentare la larghezza senza camminarci dentro?)

        [*]Si nota la frequentazione dell’ultimo anno da perito aziendale? ahahah

      • aprile 3, 2011 alle 6:35 PM

        Lascia perdere. Bisogna trovare forme di convivenza con le limacce sennò si rischia l’eaurimento 🙂 In ogni caso quelle scure e/o leopardate sono note per essere “cannibali” (da cui la probabile scomparsa del corpicino disseccato da sale)
        I bancali sono più alti così non ci si deve piegare per raggiungere il centro e si sfrutta meglio l’estensione del braccio. In più, in centro ci saranno quasi esclusivamente perenni o piante a sviluppo verticale.
        I bancali più alti e con sponda permetteranno di lavorare da seduti (sono o non sono un cialtrone) posizionando un’asse tra un bancale e l’altro. In questo modo anche vecchietti e persone con problematiche legate alla mobilità posso giocare nel fango 😉
        I tutori non saranno sul bancale ma tra un bancale e l’altro in modo da facilitare la raccolta delle ortive che necessitano di tutore: tu passi tra i bancali sotto un’arco di verdura…

        ps.- i bancali sono ancora bassi… nel tempo, aggiungendo continuamente pacciamtura, cippato ecc… ecc… dovranno arrivare (nel centro) a circa 60-70 cm. Ma nel tempo…

  2. 5 niki
    aprile 3, 2011 alle 6:46 PM

    Hai un certo modo di raccontare le cose che convertiresti anche un palazzinaro. Parola.

  3. 7 barbara m.
    aprile 3, 2011 alle 8:08 PM

    mi piace tanto come concetto l’idea di usare quel che c’è, come dire prima di tutto flessibilità.
    invece di cercare il tagasaste piuttosto che la paglia di grano antico coltivato con metodo biodinamico :-), avevi ‘sto pioppo e hai cercato di cavarci il meglio.
    e naturalmente da geniaccio chw sei ne stai cavando una cosa grandiosa.

    anch’io nel mio piccolo dopo aver cercato per mari e monti la paglia di grano bio, mi son guardata intorno e armata di falce, ho scovato parecchie infestanti che possono essere usate come pacciame ma soprattuttom essendo in mezzo a mega canneti di arundo donax, sto facendo razzia di terriccio, canne secche e tra un po’ foglie.

    comunque sto persino rivalutanto l’odiata ginestra, perché se non si hanno animali produttori di letame, di biomassa ce ne vuole veramente un’esagerazione, non me n’ero proprio resa conto!

    a proposito Nicola, tu con cosa pacciamerai i tuoi bancali?

    • aprile 3, 2011 alle 10:16 PM

      In effetti, prima ancora di progettare l’orto, mi sono interrogato sulla produzione di biomasse. Perchè, se di sistema autorigenerativo si parla, prima di tutto si devono produrre “erbacce” e “ramaglie”.
      Io sto piantando ovunque paintacce da biomassa e da cibo (per me o per i polli… è uguale)
      ginestra dei carbonai. olivello spinoso, prugnoli, salici… poi ho un paio di strisce di bosco (che detto così fa ridere… in realtà sono veramente 2 strisce di 2m per 50 una e 2m per 100 l’altra) ma sono piene di noccioli e ontani da ceppaia (e quindi un sacco di rami e rametti ed un sacco di foglie) e 8-9 querce.
      Probabilmente pacciamerò con un misto di cippato (ebbene si… mi sono comprato un biotrituratore semi-serio) e foglie.
      Senza contare le piante della fitodepurazione…
      Quindi… cippato, foglie e carbone.
      Che il carbone fatto con le arundo è bellissimo 😉
      Poi sto cambiando n po’ la gestione delle semine in modo che le piantine stesse (più ravvicinate) creino una pacciamatura vivente…
      insomma… il solito casino 🙂

  4. aprile 3, 2011 alle 10:11 PM

    Sono stupito da tutta quella abilità che hai avuto nel procurarti tutte quelle tavole 😉
    Adesso devi essere altrettanto abile nel prucurarti tutta l’acqua che ci vorrà, perché con il bancale così alto e ben drenato te ne occorrerà molta.
    A quando la costruzione del laghetto?

    • aprile 3, 2011 alle 10:21 PM

      ah! Invidia eh!
      Ho un pusher di pallet (un rivenditore di sanitari all’ingrosso). Durano poco e si decompongono in 2 secondi ma posso averne ad oltranza.
      Il laghetto (meglio… i laghetti…) verrà scavato non appena ci danno il via per il cantiere ma considera che io sto sotto Mattia: lui sputa per terra e 10 minuti dopo lo sputo arriva nel mio campo 😉
      La falda è a 2,5 3 metri di profondità… ormai mi sono abituato alle paludi…
      Cazzate a parte… i tronchi grossi di pioppo sepolti nei bancali servono proprio a quello: assorbire più acqua possibile nei periodi di pioggia e rilasciarla lentamente nei periodi secchi.
      Sai quanto era umida la casa di Rondissone… questa è potenzialmente peggio ma esposta a sud e ben ventilata ottimo per le piante un po’ meglio per me 😉

  5. aprile 4, 2011 alle 3:09 PM

    Nicola l’eretico suona bene!! Ma … un ortino tradizionale di riserva caso mai l’eresia si rivelasse un cammino più lungo del previsto??
    Io mi porto lo “sgabello da orto” che le giunture scricchiolano e devo dire che funziona.
    Buona vita.

    • aprile 5, 2011 alle 8:41 PM

      Preferisco “cialtrone incoerente”, agli eretici tendono a dare fuoco prima o poi 🙂
      Anch’io mi ero approntato lo sgabellino!!
      In questo caso l’ho risolta appoggiando un’asse tra le sponde dei bancali… una “panchetta da orto” 🙂

  6. 13 mattia
    aprile 4, 2011 alle 4:53 PM

    Non avrei mai pensato che sputando si potessero risolvere prob. idrici .
    Allora ricapitolando :
    pioppo per carbone , pioppo per il cippato , pioppo per trattenere l’ acqua , pioppo per i funghi e ve lo svelo ….. pioppo per sgabello .
    Dal prossimo anno ci sarà la giornata del Santo Pioppo .

    alla prossima
    ciao .

    • aprile 5, 2011 alle 8:38 PM

      Si, basta che ti limiti a sputare e non fai altro. Sempre al piano di sotto stiamo 😉

      • 15 mattia
        aprile 6, 2011 alle 2:06 PM

        Se ti servisse ancora materia verde da sminuzzare , da me ci sono un bel po di ramaglie degli ultimi tagli fatti , ti porti il trituratore e porti via già sminuzzato , in altrnativa ci possiamo vedere che farò un bel falò con griglia.
        Le ramaglie sono di betulla , rovere , ciliegio e castagno .

        Certo che arrivare ad ivrea per una pisciata è lunga !!!!

        Ciao .

  7. 16 Cristiano
    aprile 5, 2011 alle 3:13 PM

    Mah… i miei bancalini son alti 40 e al centro circa 50 (larghi 160), ma se dovessi rifarli li farei larghi 120, il prossimo lo faccio così e mi sa che ci metto pure i ponticelli per appoggiarci un piede ogni tanto come faceva Emilia… bah sarà la vecchiaia che incipisce?

    Invece l’idea dell’archetto di rampicanti produttive mi piace un sacco, ora provo…

    • aprile 5, 2011 alle 8:36 PM

      E proprio per la vecchiaia che mi insegue che ho deciso di farli più alti… niente più piegamenti 😉
      Comunque, è provato: da in piedi ci si estende molto oltre i 60cm di quando si è in ginocchio o acquattati.
      Poi, vuoi mettere: assetta tra le sponde e semini e trapianti da seduto!!

    • aprile 5, 2011 alle 10:05 PM

      Vedo che Nicola ha citato uno spunto che gli diedi tempo fa (di cui non aveva bisogno, ma l’ha colto lo stesso, si vede che era proprio robba bbuona allora…). Me ne compiaccio.

      Ribadisco, semmai ce ne fosse bisogno, che

      a) le arcate per le rampicanti (spontanee o quelle che fate rampicare voialtri: ovvero tranne le patate, le carote, i cavoli e le insalate, beh praticamente TUTTO) tra un bancale e l’altro sono FONDAMENTALI, soprattutto per coloro che avessero “piccole” superfici da adibire ad orto… Danno risultati incredibili di produzione vegetale per metro quadrato che diventa metro cubo aereo. In troppi sottovalutano lo spazio che hanno a disposizione perchè lo considerano a due dimensioni. In realtà chi ha 100 metri quadrati a disposizione per un orto o un giardino/foresta ha anche un pezzettone sopra alla terra da sfruttare, che se contate l’uccellino edibile che si posa sui rami di un vostro albero da frutto “da orto”, beh… Insieme alla verdura ed alla frutta c’è anche la ciccia (no non sto consigliando di cacciare uccellini melodiosi con la fionda, ma un secondo di fionda vi recupera le proteine di ore di attesa a guardar gli spinaci che penano sotto la pioggia battente; se qualcosa che è bello è anche buono, tanto meglio!)

      b) pensare a posti in cui star seduti, inginocchiati, sdraiati vicinissimo all’orto mentre si fanno le cose nell’orto è come posizionare i cuscini sui divani e direzionare le luci di casa prima che Miss Liceo venga a trovarvi perchè è caduta nella vostra trappola “vieni a vedere tutta la prima serie dei Simpson da me? l’ho scaricata illegalmente proprio ieri, tutta per te”. Sapere dove starete a fare cosa lo potete immaginare voi cosa, con l’orto o Miss Liceo, è importante. Immaginare un punto dove sedersi o stare semi-sdraiati mentre grattate via pianino due o tre erbette o mentre accarezzate quadranti di corpo umano solitamente nascosti da tessuti ingrati, è fondamenale. L’unica cosa che conta nella vita umana è la comodità, ma lo scoprirete solo a 60 anni o dopo aver subito incidenti stradali che vi hanno scombussolato le ossa, in 5 minuti, per sempre. Io faccio parte del secondo caso: il comfort, l’ergonomia, sapersi muovere ed imparare come i nostri arti vorrebbero muoversi e come le cose (e le persone) vorrebbero essere mosse è tutto quel che conta nella vita. Solo chi ha quest’arte non muore di fame. Sto imparando, qui ringrazio la Mercedes 560 e la sua conduttrice che mi hanno spazzato via di alcuni metri nel 1997.

      Ah volevo dire una cosa.
      Che anche se vi conosco poco e se so che in molti di voi “amano i cani e/o le bestie più degli uomini”, che vi voglio bene a tutti anche se l’esperienza umana sulla Terra si sta rivelando, proprio mentre si avvicina alla fine, una Miseria Inutile, come in tanti hanno sospettato da sempre.

      • aprile 5, 2011 alle 10:24 PM

        E’ inutile. Leggo e rileggo il commento e non riesco ad andare oltre all’immagine erotizzante di “Miss Liceo” languidamente adagiata nell’orto…
        Se il mondo andrà in vacca sarà anche perchè mi distraggo troppo facilmente 😉
        Anche vero che se il mondo deve andare in vacca (e io non sono assolutamente in grado di impedirgielo) preferisco che lo faccia mentre mi rotolo in un maelstrom di foglie lussureggianti e frazioni di sensuale nudità.
        Ah! La decadenza dei fricchettoni 🙂
        Troveranno due scheletri ghignanti avvinghiati in un’onda di Kudzu.

      • 20 lalica
        aprile 6, 2011 alle 12:14 am

        sul punto a)
        i miei bancali sono/saranno disposti nord/sud (da est c’è la mia casa che fa ombra, a nord la strada che posso ombreggiare quanto voglio, a sud altra casa ed un ottima pianta di renette del canada, a ovest in parte un garage e in parte niente)
        ora io ho sempre pensato di rifilare i rampicanti verso nord ad ombreggiare la strada (vivo in una valle disposta est/ovest e sul lato “scuro”, quindi il tempo da sfruttare è pochino) però ovviamente sfruttare gli spazi tra i “letti” per tutta la loro lunghezza pare molto interessante. Ovviamente da neofita ciccioneggiante mi sorgono delle domande:
        a) per passarci sotto ho bisogno di almeno 1,65 metri d’altezza e il cielo solo sa quanto di larghezza, facciamo un 70 cm? come spazi tra i letti avevo pensato ad un 50 cm (tanto devo rifare tutto dopo l’intervento del dannato cagnetto nuovo) così non riduco lo spazio? (posso contare su circa 9 metri di estensione esclusi i bordi dedicati uno ai tapinambur e uno a FIORI PACCIAMATISSIMI (il vicino confinante ha la mano pesante con il diserbante e appena un’ortica o un convolvolo sbordano zack, arriva con il suo spray)
        b) se metto rampicanti sulle file esterne dei letti, come faccio a raggiungere l’interno? forse sbaglio io a pensare che intendevi un continuo di rampicanti?
        c) boh… mi ricomincia l’ansia delle scelte e decisioni e questo non mi piace 🙂

        Nicola, sai che stavo meglio durante il mio periodo d’assenza? Cervello a riposo su questioni non ben codificate (ah la matematica che bella! regole, tutto preciso, poco o niente da inventare…. insomma neuroni quasi in vacanza 😉 )
        ora ricominciano i mal di pancia: sarà meglio così? sarà meglio cosà? e per fortuna che ho poca terra e non devo contare solo su quella per vivere (tanto di cappello a chi ne è capace)
        però, quell’orto, anzi, quel giardino, hanno un fascino così sottile, ti chiamano, ti fanno intristire quando vedi che il cagnetto ha fatto danni, ti fanno correre a ricoprire una radice, ti fanno recuperare ogni piccolo scarto di verde domestico (si, sono diventata maniacale su questa cosa, tutto ciò che di sano c’è finisce nella compostiera o nelle scatole dei lombrichi).
        và sono contenta di tornare a parlare di “sesso delle leguminose” eheheheh

  8. 21 mrm
    aprile 6, 2011 alle 9:57 PM

    medo, che dio ti benedica (e tutti quanti qui)
    (non vorrei sembrare credente, è solo che questa espressione mi pare così dolce…)
    è quasi come se solo qui trovassi ristoro, davvero.

    la papera muta (?) (se non ricordo male)

    “…Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e malattie”

  9. 22 mrm
    aprile 7, 2011 alle 11:08 am

    oops….. è che la sera vado di vino rosso e da papera muta divento papera loquace…. :S

  10. 23 Federico Carocci
    aprile 8, 2011 alle 8:06 am

    ragazzi, che branco di matti che siete! 🙂

  11. 24 niki
    aprile 8, 2011 alle 12:51 PM

    Con tutto questo parlare di orti, anche se so che tra pochi mesi me ne vado, sono qui che sto cercando di cavare qualcosa da un terreno che per 20 anni è stato tenuto rigorosamente brullo, sospetto con diserbanti. Neanche un filo d’erba! Che è pieno di sassi, arido da morire eppure, lo so che sembra impossibile, c’è anche l’invasione delle lumache…
    Eppure almeno un cespo di insalata riuscirò a farglielo produrre!;-)

    • 25 curioso
      aprile 11, 2011 alle 10:11 PM

      Eri mica quello che andava in Brasile (“dove vado io c’è tanta acqua dolce e petrolio”)?
      I diserbanti possono essere dosi ripetute di ormoni che aprono tutti gli stomi del vegetale. Dagli una volta, dagli due, dagli tre, tutto muore. Non per sempre ma su usi ripetuti per una decade si assiste a destrutturazione del complesso argillo-umico, uan sterilizzazione a tempo indeterminato. Dovresti far analizzare il tuo terreno se è nelle condizioni di cui sopra.
      Tanti ci han passato giorni, mesi su terreni simili. Per nulla.

  12. 26 curioso
    aprile 11, 2011 alle 10:08 PM

    Come mai “trevi in transizione”, il blog, è sparito?

    • 27 Federico Carocci
      aprile 12, 2011 alle 7:38 am

      perchè per provare a fare la transizione, è necessario essere almeno in tre celebrodotati.
      ho aperto “noielapermacultura” come blog, ma penso che gli cambierò nome: in Italia la permacultura (quella ufficiale) viene solo vista come un sistema per spillare soldi ai cittadini con i corsi…niente di produttivo e di realmente applicato….per lo meno nel centro italia.
      un pò mi dispiace della piega che stanno prendendo questo genere di cose.

  13. aprile 12, 2011 alle 10:25 am

    Se c’è un posticino per due persone, noi verremmo a dare una mano fino alla fine dei nostri giorni. D’altra parte io sono tre quarti di sangue umbro-marchigiano appenninico.

  14. 29 luigi
    aprile 12, 2011 alle 6:52 PM

    sei a caccia di un rifugio Medo?
    Forse la miglior soluzione e’ un 12 mt in ferro, a vela.
    Tipo il joshua…
    Se decidi… ti spiego come si fa.

    • aprile 12, 2011 alle 9:11 PM

      Vivere in/su 12 metri è l’ultima cosa che cerco… Inoltre non ho mai imparato a nuotare (chè non mi è mai servito…). Più che un rifugio, io cerco altri rifugiati che amino più gli esseri umani che gli animali, ma la vedo dura.
      E poi: starsene su un pezzo di ferro, giorno e notte, ed a lunto, mi creerebbe scompensi gravi… Sono molto sensibile alla ferraglia. Non posso dormire con corrente elettrica o ferraglia in mia vicinanza, ne soffro terribilmente.
      Saluti.

      • 31 luigi
        aprile 13, 2011 alle 8:12 am

        beh allora in legno, come i pirati dei libri.
        Scherzi a parte, non sottovaluterei l’idea del mare…
        Ad ogni modo, se ti serve un pezzettino di terra nel monferrato posso aiutarti.

      • aprile 15, 2011 alle 9:01 am

        Ah, il Monferrato… Hai un pezzettino per le mani? Magari con dei vicini col cervello dentro la scatola cranica, chè non guasterebbe?

        Adoro la vallata attorno ad Acqui Terme, ma anche che bei posti ci sono verso San Desiderio ed in generale tutte quelle terre marnose sopra ad Asti…

      • 33 luigi
        aprile 16, 2011 alle 8:16 am

        bah pezzettini in vendita qua attorno ce ne sono, c’e’ pure un bel cascinale completamente da ristrutturare.
        Insomma c’e’ l’imbarazzo della scelta.

      • 34 mrm
        aprile 16, 2011 alle 2:59 PM

        medo, per quanto abbia TERRORE dei vicini (infatti una casa senza vicini non l’ho ancora trovata e intanto il tempo passa) io a te come vicino ti prenderei ad occhi chiusi 🙂
        non so se tu prenderesti me, però, siamo due persone silenziose, ma non abbiamo un cane solo perchè morì nove anni fa lasciandoci inconsolabili.

        ma acqui terme non è val bormida impestata dall’acna di cengio? vabbè che ormai, dove ci si salva più…

        luigi, come sono i prezzi lì con imbarazzo della scelta?

        papera muta

      • aprile 17, 2011 alle 12:23 PM

        Non sapevo dell’ACNA di Cengio. Direi che abitare da Cengio “verso più in basso” verso la valle e verso Alessandria potrebbe portare problemini anche a distanza di anni. Che peccato… Va beh.
        Comunque i vicini muti non vanno bene! 🙂

    • 36 luigi
      aprile 18, 2011 alle 12:42 PM

      bah, per i prezzi dipende, c’e’ chi spara cifre improponibili (degne della miglior toscana) e chi fa prezzi tutto sommato decisamente convenienti. Insomma, come sempre , se sai comprare ti trovi bene.

      • 37 mrm
        aprile 18, 2011 alle 7:09 PM

        uff….. ma perchè fanno tutti così fatica a dire dei numeri?
        vabbè, li dico io: con 150mila cosa si trova? (pare siano pooooooochi…) (a me no, caxxo)
        purchè non sia valbormida 😉
        (sono disperata, non trovo)

        medo, scoprire che IO so una cosa che tu non sai, mi ha lasciata di sasso 😉

      • 38 luigi
        aprile 18, 2011 alle 8:16 PM

        mrm, se ti interessa parliamone in privato. Non mi va di dare cifre in pubblico.
        Per contattarmi mandami una mail (Nicola la ha e puo’ passartela, possibilmente in privato grazie).

      • 39 mrm
        aprile 18, 2011 alle 10:42 PM

        prego! 🙂

        in attesa resto e ringrazio, si sa mai….

      • 40 mrm
        aprile 18, 2011 alle 11:03 PM

        cioè….secondo me lui ce l’ha (la mail) perchè tutte le volte la devo mettere….o no?

      • aprile 19, 2011 alle 6:28 PM

        Sono appena entrato in casa ed ho appena ricollocato il portatile al suo posto sul tavolino nell’angolo buio e disordinato della stanza.
        Magari mi faccio una doccia (5 gg di corso tendono a rendermi un po’ troppo “consistente” come presenza fisica). Mangio qualcosa e poi mi trasformo nel tessitore di trame 😉
        Datemi un secondo per riguadagnare le mie facoltà psichiche.
        A più tardi.

  15. aprile 12, 2011 alle 8:15 PM

    Curioso 😉
    1) sono un’attempata signora. Non sono quindi un maschietto.
    2) non vado in Brasile ma in Colombia… in montagna. Hanno la frutta più buona che ho mai mangiato in vita mia. Credevo che fosse buona quella indonesiana, ma mi sbagliavo. E poi mi piace, collaborerò con della gente carina che sta portando avanti un progetto di riconciliazione nei villaggi. Non un progetto di agricoltura (purtroppo non sono un’esperta), ma sono una designer professionista. E mi diverte rendermi ancora utile.
    3) già mi crescono fave, insalata, salvia, prezzemolo e basilico. Sono testona e non è la prima volta che rimetto in sesto un piccolo pezzo di terra!

    Buon orto a tutti!!!!


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