05
Set
09

Finchè se ne può approfittare…

Comunicazione di servizio:

Spesso e volentieri mentre ravano e frugo alla ricerca di nuovi testi da leggere, studiare o approfondire mi imbatto in notiziuole interessanti, link o altre robe che di per sè faticherei non poco ad inserire in un post o che, per cialtroneria rischierebbero di essere perse nei miei archivi (biglietti, scritte sul retro delle cartine, post-it elettronici sul desktop, tatuaggi permanenti sulla fronte) da qui il mio abbandono alle sirene della tecnologia e del social networking (no… facebook proprio no…)
Da questo momento nella colonna qui a fianco potete trovare una cosa chiamata “Prese al volo e Rilanciate“.
E’ il reader dell’account Twitter che, in ipotesi, sapessi cosa diavolo è Twitter, dovrebbe permettermi di inviare Link al volo risparmiando di molto sui tempi di connessione.
Va da sè che mi diverto di più a sproloquiare… ma non sempre c’è il tempo o l’occasione per farlo…
Facendo CLICK sul titolo verrete teletrasportati direttamente alla pagina Twitter dove potrete vedere anche i “post” vecchi…

memento

aggiornamento: vabbè… devo ancora capire un po’ come funziona il giochino… ma voi, intanto, potete già usarlo…


46 Risposte to “Finchè se ne può approfittare…”


  1. settembre 6, 2009 alle 11:30 am

    Eh no eh!!!!
    Twitter non lo reggo proprio!!!!!
    Piuttosto faccialibro…. 😀

    Piuttosto. in rete ci sono un sacco di progetti pronti per entenne wifi direzionali autocostruite:
    http://www.napoliwireless.net/doku/doku.php#antenne_autocostruite
    http://binarywolf.com/249/

    (solo come esempio: se google “antenna wifi diy” ti si aprono orizzonti sconfinati… 😀 )

    Niente che ti permetta di piratare la connessione di qualche ignaro “vicino di casa” non tanto vicino?

  2. settembre 6, 2009 alle 12:55 PM

    Già visti è già provati (almeno un paio di modelli) ma siamo troppo bassi rispetto alle probabili antenne… o una cosa così… non capendo nulla di elettronica s’era scatenato un pool di amici, hanno tentato di spiegarmi perchè non si riusciva ma mi sono distratto…

    Si twitter… finchè non mi metto a messaggiare cose tipo “adesso vado a grattarmi la schiena sulla quercia in fondo al campo” direi che non fa danni 🙂

  3. 3 Medo
    settembre 6, 2009 alle 8:27 PM

    Vedendo Facebook e Twitter come impollinatori , metterci un buon semino non è mai cosi male. Finchè l’energia elettrica non sarà razionata e finchè dureranno le reti elettriche europee (e mondiali dai) , non è peccato mortale e non è negativo usare le varie diavolerie del “social networking”.

    Il problema , se volete e so che non è che volete/vorreste , è che molto probabilmente durante la nostra vita (io ho 30 anni , mi ci metto dentro) vedremo l’impossibilità tecnica , dopo quella economica per alcuni , di accedere alla Rete , semplicemente per incapacità sistemica di fornire energia elettrica sufficiente al crescere della popolazione ed in modo CENTRALIZZATO (un anarco-mondo dove ognuno ha l’eolico e/o il solare e/o l’idroelettrico domestico per tre lampadine non è per nulla garantito che sia un mondo in cui le telecomunicazioni esistono e sono efficaci , tutt’altro : sono assai pessimista sulla affidabilità delle reti ivi compreso il telefono , anche se mi cabli il mondo!).
    Non vorrei spingermi alle Teorie di Olduvai e simili teorie sul declino energetico pro-capite , ma la capacità di fornire (idealmente , è un calcolo medio!) energia al singolo cittadino italiano , ad esempio , è in declino dal 1971 (legna , carbone , petrolio , gas , idroelettrico , solare fotovoltaico e termodinamico tutto compreso ; non compresa l’energia-cibo , ma il massimo di disponibilità pro-capite del duo “energia+cibo” non credo possa superare gli anni ’90). Purtroppo “quando ce n’era” in gran quantità si è sprecata , da circa il 2004 invece il declino sull’anno precedente comincia ad essere geometrico.

    Resta margine per l’ottimismo.
    …Per chi abita fuori città magari di più!
    ( “No energy , no (industrial) society ?” )

  4. 4 lalica
    settembre 6, 2009 alle 9:27 PM

    Medo ma i cb?
    è vero, una chiacchierata tra amici via cb non è come sfogliare il mondo a colori, ma se si riesce, da ora, a mettere su un vero social network dove ci siano molte persone che seguono e sviluppano i propri interessi mettendoli a disposizione degli altri, potrebbe non essere poi così male…

    ripenso ad un vecchio telefilm in bianco e nero (lassie forse?) in cui il bambino protagonista seguiva le lezioni da casa via radio.
    e ripenso a due mie compagne delle medie che erano vicine di casa e la sera non potevano uscire, allora si parlavano con le radioline dei padri…
    il giorno dopo sfoggiavano sigle e parlavano tutto strano e noi… strabuzzavamo gli occhi

  5. settembre 6, 2009 alle 9:55 PM

    E che sui cb (in teoria e per ora) non puoi dire parolacce, insultare i nani… io conto molto su piccioni viaggiatori e la bella calligrafia 😀
    Oltre ad avere molte più scuse per andare a trovare gli amici!!
    (sono un classico esempio di positivista in caduta libera… “fin qui tutto bene!” disse l’uomo che cadeva dal 50° piano)

  6. settembre 6, 2009 alle 10:23 PM

    Direi che se ci saranno problemi non saranno per le telecomunicazioni. Mi preoccupo per il cibo, che gia scarseggia (quello sano).
    Bella idea i piccioni, comunicazioni e cibo inzieme 😀

  7. settembre 6, 2009 alle 11:08 PM

    Nella nuova era sicuramente le migliori vie di comunicazione saranno quelle antiche, quelle della parola, del suo scambio, magari davanti a una buona bottiglia di vino, che non fa mai male se è di quello buono, sempre che nella nuova era esita ancora il vino.
    Qua tutta questa tecnologia ci fa andare fuori di testa, ma è mai possibile che quando viene a trovarmi qualcuno, invece di suonare il campanello mi chiami al cellulare per dirmi “Sono arrivato apri il portone”, ma che ca..o c’è il campanello sulla porta, oppure se dobbiamo trovarci al bar ci manca poco che mi fanno la telecronaca dell’arrivo. No basta non se ne può più. Ricordo che negli anni 70 non avevo manco il telefono in casa eppure riuscivo a incontrarmi con gli amici anche a Bologna o Milano senza Tomtom, telefonino o diavolerie simili, partivo da 200 Km di distanza arrivavo e li trovavo, punto. Ora manca solo che ci si incontra al bar e prendendo l’aperitivo si conversa con degli sms. Basta fermate il mondo voglio scendere, non ne posso più.

  8. settembre 7, 2009 alle 7:29 am

    si, Mauri.. hai perfettamente ragione. Tanti anni fa , dopo innumerevoli stagioni di regate su mostri a vela ipertecnologici, ero stufo all’inverosimile di carbonio, titanio,kevlar e simili. Rilevai da una demolizione navale un vecchio scafo da regata abbandonato,era poco piu lungo di dieci metri. Lo rimisi in sesto alla meglio e me ne andai a zonzo per il mare. Ero per scelta senza motore, senza radio, senza impianto elettrico (tranne le luci di navigazione obbligatorie). Insomma volevo andare per mare solo con vele, bussola, stelle e orologio. Spesso capitava di prendere improbabili appuntamenti..affidando il messaggio ad amici comuni come si usa tra navigatori. Per esempio ricordo un appuntamento preso con un amico la notte prima di Natale… suonava piu o meno cosi.. ” ok..allora.. appuntamento alle isole di Hyeres verso meta Agosto per festeggiare il tuo compleanno”. Non avevamo recapiti telefonici (giravamo per mare), cellulari non erano ancora nati, e le radio non le volevamo a bordo. Beh… ci trovammo sempre ugualmente.. :). E vero pero’ che il mare ti spinge ad abbandonare il “necessario” per conservare solo “l’indispensabile”

  9. 9 medo
    settembre 7, 2009 alle 1:44 PM

    Ebbravo Luigi! Ma come avrai fatto senza una Donna? Mistero grande… Secondo me la Donna è indispensabilmente necessaria. Altrimenti viene ripudiata lontana l’idea oltre che l’azione del piacere intellettuale e fisico che dà la grande spinta alla prosecuzione , sia del singolo che della specie , e quindi insomma s’avvicina la morte. Cioè niente di male nell’andar di corsa contro la morte , in barca o in Ferrari o anche a piedi…
    A me ad esempio l’autunno* dà una grande voglia di salire una montagna e buttarmi sorridente. Mi dà un senso di “ciclo” vitale che si chiude ed io vorrei chiudermi con lui.

    *parlo già di autunno perchè dove abito da due giorni ci sono 8 di minima e 22 di massima…

  10. settembre 7, 2009 alle 2:06 PM

    medo.. e’ facile.Prima di tutto quando in mare aperto corri nel vento su quei mostri ti senti immortale e la morte non e’ contemplata.
    Fu ben scritto gia parecchio tempo fa:
    ….” Oh, Dio! Io potrei viver confinato
    in un guscio di noce, e tuttavia
    ritenermi signore d’uno spazio
    sconfinato, non fossero i miei sogni”…

    e comunque poi, le donne,chissa’ perche’, amano molto i marinai :).

  11. 11 lalica
    settembre 7, 2009 alle 8:36 PM

    Mai incontrato un marinaio!
    un sub si e penso che pur essendo cittadino lo spirito da marinaio lo avesse (sapete quelle vecchie storie su di una donna in ogni porto, no?)

    ehheheh cmq
    @nicola
    io dico un sacco di parolacce ma poi vien fuori l’autodisciplina, è come non fumare al cinema: questione d’abitudine

    @medo
    porca miseria!
    io mi lamento e sono a 14-22

    @luigi
    caro luigi *vocina ruffianella*
    si mormora che chi vive in barca impara a risparmiare acqua ed altre cose.
    sull’acqua ho letto di qualcuno che si vantava di lavare i piatti con una tazza d’acqua.
    forse la tua esperienza può essere utile a molti nell’ipotesi di un ancor più secco futuro…
    scrivicene, per favore.

    • settembre 8, 2009 alle 3:14 PM

      Quindi? Un sub puttaniere? 😉

      • 13 lalica
        settembre 8, 2009 alle 5:03 PM

        direi puttaniere super (con lacrime agli occhi per il dispiacere di dover andare ad un appuntamento di lavoro invece che con te quando invece andava a fare immersioni all’elba con la nuova signorina… and so on)

        eheheh
        ma anche questo è stato buono: si impara di più sull’essere umano da un puttaniere che da un uomo onesto

  12. settembre 7, 2009 alle 10:29 PM

    che nome “napoliwireless” per scroccare internet da standing ovation

  13. 15 Salvatore
    settembre 8, 2009 alle 9:57 am

    Caro Luigi, penso che tu abbia provato il massimo della liberta concessa ad un uomo oggi. No radio, no cellulare, no gente…. in pratica un salto al tempo dei viaggi di Ulisse.
    Penso alle monovre per ormeggiare in banchina una barca di più di 10 mt senza motore. Io neanche in 10 anni d’imbarchi ci riuscirei!Certo con una bella assicurazione forse…. 😀
    Comunque è vero che alle donne piacciono i marinai. Sarà per questo che a volte mi spaccio come tale? ma gratta gratta è il pastorazzo quello che salta fuori 😉

  14. settembre 8, 2009 alle 2:22 PM

    In epoca post-apocalittica il best-best-seller s’intitolerà “Come rimorchiare le pupe in assenza di corrente elettrica”?
    Conventicola di catastrofisti! 😉

    • settembre 8, 2009 alle 3:13 PM

      Bhè… se il rimorchio è a fini riproduttivi… mica tanto catastrofisti 😉
      Sai, vero, che tutti, leggendo il tuo commento, penseranno ai vantaggi del rimorchio in assenza di luce elettrica…
      candele, atmosfera soffusa, tappeto di pelliccione di orso (sigh)… carrellata sul fuoco nel caminetto… Fausto Papetti (bleah) di sottofondo (il giradischi è azionato da un complesso sistma idraulico molto steampunk) 🙂

  15. settembre 8, 2009 alle 5:52 PM

    uh beh Lalica.. devo dire che in barca si vive si’ in penuria d’acqua dolce,ma in genere si vive in penuria di tutto tranne che di felicita’ 🙂
    Vediamo.. puntata uno..ricetta..che dopo qualche giorno in mare d’inverno qualcosa di caldo fa piacere.
    COME CUCINARE GLI SPAGHETTI PRATICAMENTE SENZ’ACQUA e quasi senza fuoco. (e non ridete..)
    Ingredienti:
    per le dosi aggiustatevi voi che noi sul ONE TONNER eravamo in dodici, morti di fame per cui di spaghetti si faceva una montagna, provo a ridurre ma bisognerebbe fare delle prove.
    Dicevo ..ingredienti.. spaghetti , un pomodoro o una scatoletta di pelati,aglio,sale,olio, se c’e’ un pescetto per dare sapore,Ah si un bicchiere o due di acqua di mare (qui acqua di pozzo con sale marino).
    PREPARAZIONE
    prendete una pentola a pressione buttateci dentro il pomodoro o i pelati, l’aglio il sale l’olio.. gli spaghetti crudi e il bicchiere di acqua salata…
    chiudete bene..via sul fuoco fin quando soffia, da quando soffia circa un minuto e poi e’ pronto.
    Il trucco e’ dosare l’acqua e tempo in modo che gli spaghetti siano cotti e praticamente gia scolati e conditi.
    Il grande vantaggio di questo sistema e’ che non hai in giro per la barca semi coricata pentole di acqua bollente..ma la tua pentola a pressione ben imbullonata sul fornello e’ in grado di cuocere anche quando la barca ha le crocette in acqua.

    Sul maxi invece eravamo piu di trenta..al mattino in porto quando si andava a comprare la focaccia dal panettiere riempivamo raso il bagagliaio della panda 🙂

  16. settembre 8, 2009 alle 6:03 PM

    ah , per la cronaca.. come risultato della summenzionata ricetta non aspettatevi un piatto di linguine allo scoglio tipo quelle che servono al ristorante “il pitosforo” di Portofino.
    Giusto qualche morto di fame,zuppo di acqua di mare,ed infreddolito da giorni di navigazione in gennaio puo’ trovarli divini…

  17. 20 medo
    settembre 8, 2009 alle 7:54 PM

    Ottima idea l’uso di pentola a pressione in quel modo! Non avevo mai pensato a usarla contemporaneamente per sughetto più cottura pasta , riso , farro , etc. Il problema è che forse la pasta si agglutina un poco se non la rigiri ? Meglio usare materia senza glutine ?
    Devo fare un esperimento! Devo abbassare il consumo elettrico di altri kwh.

  18. 21 medo
    settembre 8, 2009 alle 8:03 PM

    Ah cavolo ci pensavo l’altro giorno ma poi ho dimenticato di linkare qui. Tempo fa ho scoperto una pentola con coperchio “ad acqua” (a ghiaccioli) in ghisa , pentola che in Italia non ho mai visto e non so se esista e sia conosciuta.
    Ideale per quei piatti che hanno bisogno di essere “innaffiati” durante la cottura ma senza togliere il coperchio… In pratica sfrutta ed incrementa l’effetto naturale di condensazione sotto al coperchio (coperchio gelido + vapori bollenti -> circolazione tramite piccole increspature nel coperchio) , rendendo ad esempio mega-morbidi gli arrosti…

    E’ più che altro una pentola appunto da arrosti o brasati , ma i vegetariani potrebbero comunque farci ottime zuppe di cereali e verdure o altro :

    http://www.lecreuset.co.uk/fr-fr/Les-Gammes1/Fonte/Doufeu/
    Scusate la pubblicità ma si tratta di un consiglio per risparmiare materiali ed energia , usando pentole “eterne” e ben progettate. Funzionano anche bene con i “solar cooker” , le ho viste usare in prima persona!

  19. settembre 8, 2009 alle 8:05 PM

    Io lo faccio già adesso e non trovo nessuna differenza tra la cottura normale e quella in pentola a pressione. Io faccio bollire l’acqua normalmente, butto la pasta, spengo il fuoco e chiudo il coperchio. Dopo 10 min. la pasta è pronta (10 min è indicativo… dipende dal tipo di pasta… se sono farfalle magari anche 14-15…)

  20. settembre 8, 2009 alle 8:16 PM

    Sulla pentola… bellina! Mi ricorda il sistema più scaltro e disgraziato per distillarsi il whiskey in casa (narrato anche dal buon Seymour)

  21. settembre 8, 2009 alle 11:35 PM

    @ Luigi – quà hai sollevato un vespaio, si parlava di abbandono di tecnologia e hai portato la discussione su quante donne ha un marinaio, terrificante, per fortuna io di marinaio avevo solo il fatto che andavo in canoa e non arrivavo mai in nessun porto, l’unica emozione le rapide. Comprendo e capisco il tuo solcare i mari, come al tempo degli antichi greci, quella ricerca che ti porta a confrontarti con te stesso e con gli elementi a sentire il vento che fende la faccia, forse andare in canoa è un misurarsi con se stessi, con il fiume e dimentichi per un momento il mondo e tutta la sua confusione, ma poi scendi metti i piedi a terra e una donna c’è sempre, e a qual punto la tecnologia non serve funziona come 10 – 100 – 1000 anni fa.
    Spero non si riscateni la sindrome del porto, ciao a tutti!

    • settembre 9, 2009 alle 12:11 am

      🙂
      e che qui le discussioni difficilmente seguono un filo logico.
      Si parte da twitter e si finisce alle pentole passando attraverso mari a forza 7 e fedifraghi impenitenti, il tutto… mangiando spaghetti scotti.
      Lo ammetto… il blog mi piace come l’orto, incasinato, confusivo e talmente ricco da non riuscire a trattenere tutto.
      Comunicazione in forma fukuokiana? 😉

  22. 26 Salvatore
    settembre 9, 2009 alle 8:38 am

    Vero Nicola!
    Ah ho ritrovato il commento in cui parlavi dei passaggi in semenzaio all’inglese:
    – semenzaio 3 parti sabbia 1 parte compost
    – ripicchettatura 2 parti sabbia 1 parte compost
    – trapianto nell’orto.

    é molto semplice, visto che posso mettere poche piante. Inserirò la variante del biochar.

  23. settembre 9, 2009 alle 11:49 am

    nicò ma che ne pensa di questa pasta alternativa (scotta?) il flying spaghetti monster?? 😀

  24. settembre 9, 2009 alle 12:01 PM

    Ieri leggevo della possibilità di installare una piccola centrale nucleare in giardino per l’autoproduzione dell’energia per la famiglia, una cosa pulita, ma mi chiedevo? non è che Nicola scartabellando trova il progetto per autocostruirla, magari usando qualche vecchio elettrodomestico, visto che in una discarica quà vicino ne ho visti alcuni e poi magari iano può postarci qualche link in merito, sarebbe una figata, ma non è che poi visto che ho l’uranio per le mani l’america mi manda gli ispettori ONU a vedere il mio giardino? cosa rischio il raid aereo sul giardino? perchè se è così dopo il bombardamento avviene la ricostruzione e organizzo un bel corso per la ricostruzione del giardino e vi invito tutti!
    Lo so che non ci avete ancora pensato ma qua siamo avanti, forse troppo avanti.

  25. 29 elena2
    settembre 10, 2009 alle 1:26 PM

    primo o poi cambio il nome ma vi avviso (visto che aboliamo le gerarchie il numero 2 non mi piace)
    ordine inverso:
    @ salvatore:
    grazie!
    @ Medo
    ma dove stai che magari siamo vicini! se non ti vuoi esporre di almeno la regione. (anche qui 8 -22 a volte 23)
    io i soldi per le pentole non li spendo più! adotto il sistema di Nicola e quello di Luigi ci provo. anzi ripensandoci mi rifaro ad un libro di dieta cruda 🙂
    poi:
    ma ragazzi siete usciti da qualche romanzo? c’è da morire di invidia (non troppo, soffro il mal di mare)
    va beh torno alla normale vita piatta da terra ferma
    arrileggervi!

  26. 30 medo
    settembre 10, 2009 alle 1:44 PM

    @ Elena
    Io abito a Saint-Etienne , nella Loire , in Francia.
    Dopo Madrid , è il capoluogo di provincia/dipartimento più in altitudine d’Europa (600 m). Qualche milione di anni fa , al posto di queste basse collinette , di una piana alluvionale e di un piccolo massiccio montano (1350m alt. massima) , c’era una catena di monti simile a quella Caucasica e tutto attorno una vegetazione tipo Uganda , tagliamo corto : tipo falde del Kilimangiaro (astenersi ritornelli canori italioti , grazie).
    Stamattina al risveglio 11°C assolati , toccheremo tra qualche minuto una massima di 23°C ed in serata rinforzi di aria fredda da Nord (vento moderato fino a 35 kmh) con cielo poco nuvoloso.
    Le rondini sono praticamente tutte partite dopo giorni di cruenti battaglie per eliminare “le deboli” e non fiaccare i gruppi durante la migrazione.
    Ah , per mercoledi’ 16/9 è prevista la prima spruzzatina di neve sulle “cime” qua attorno , a 1350 m , il giorno dopo pero’ io parto per la Sicilia e Favignana , dove la fuga a sud dell’anticiclone delle Azzorre purtroppo porterà una specie di tempesta di 12-18h proprio mentre da Trapani passero’ a Favignana.

    Ma morire in mare e tornare alla Grande Madre non mi fa più paura.

  27. 31 elena2
    settembre 11, 2009 alle 2:24 PM

    @ Medo
    Alla faccia se sei informato! alla faccia se sei lontano altro che vicini!
    e che sto cercando disperatamente geni a portata di mano. sai… dimmi con chi vai ti diro chi sei.. cosi miglioro :-)!
    Putroppo io è solo un anno che sto imparando (sapevo che qualcosa non andava, per lo più ero votata all’aspetto psicologico e mi sembravan tutti matti. oggi ne ho la conferma! ovviamente tranne qualche eccezione, speriamo sian più di qualche :-)) e mi sento veramente ebete, ma se son qui qualcosa da salvare ci sarà!
    Comunque la Ellen di Transition sta facendo un buon lavoro in zona. …. si avvicina….
    Lomazzo (co) è in transizione e dopodomani a Veniano, che dista solo 18 km da casa mia, fa una conferenza. Nutro grandi speranze :-D!
    io faccio “propaganda” (che brutto termine!) come posso. mi sento un po come quei testimoni…
    ti auguro una buona traversata (in anticipo se ci leggiamo ancora) e non ti invidio (v.sopra)!
    ciao

  28. 32 medo
    settembre 11, 2009 alle 5:29 PM

    Ho conosciuto qualche mese fa uno dei “transisionists” francesi , professore delle medie , parigino , che non sa la differenza fra una bistecca ed una pera. Ottima la sua attività in tema con altri. Traducono testi e notizie dal network anglofono , fanno incontri , si spostano in Inghilterra per incontrare quelli di Totnes e le altre città in transizione , etc. Pero’ boh.
    Cioé , non so.
    Ho da subito avuto quel sesto senso della enorme perdita di tempo ed energia , quando invece io credo che mai come oggi il TEMPO e l’ENERGIA sono i Beni Sacri che l’individuo deve proteggere da tutto e tutti , anche da se stesso.

    Nel senso che la transizione sarebbe meglio pensarla insieme , tutti quanti , perchè sia dolce il più possibile. Ma siccome andava fatto trent’anni fa , ora è più sano coltivarsela nel proprio piccolo e infettare i vicini , piuttosto che sposare subito la teoria e dal proprio appartamentino di città dire a tutto il mondo che da domani tutto deve cambiare.
    Cioè tipo come fa Nicola è la Vera Transizione. Da romanzo. Quella che fa la Storia (senza nomi) dell’Uomo. Quella che rivedi quando sali una montagna e trovi i ruderi di un bivacco di pastori , abbandonato , ma costruito in giorni sotto la sferza dei venti d’alpeggio… Bivacco costruito senza riunioni , traduzioni , newsletter , ma con la continuità della scelta del singolo uomo e del più piccolo nucleo umano.

    Va beh.

    Solo nelle religioni che servono ad opprimere e comandare è beato colui che crede alla parola (d’altri o degli altri , venga fuori anche da una riunione).
    Se si deve esser liberi , l’unica via è credere alla casualità di se stessi come singolo animale slegato e tagliato dagli altri anche se più o meno “tra” li altri.

    Mi fermo qui per oggi va’.

    Ma ho dimenticato cosa in realtà volevo risponderti.
    E poi non mi hai fatto domande…

  29. 33 elena2
    settembre 11, 2009 alle 5:50 PM

    come non eri tu quello del combattiamo dall’interno? o ci sono due Medo e non mettono il numero? 😀
    in realta nel mio giardino per ora ci sono patate sotto la paglia, poi leguminose anarchiche (nel senso ficco i semi col dito dove capita ma rende) e vari insucessi in vaso, ah! anche dei topinambur e del compost, un pero un melo cotogno kiwi, un fico in talea. vado molto piano. comunque i vicini non li contagio. due esposti per il compost (ma la legge stranamente è dalla mia), più ho offerto di cogliere i fagioli che vanno nell’altro giardino, ma non osano! piu che biologico gratis ! boh!
    ah si faccio il pane, merito di nicola e della sua pasta madre.
    prossimi appuntamenti: formaggi, yogurt, recupero acque, essiccatore solare, mirtilli.
    Sinceramente spero nel paese in transizione per vedere se riesco poi a mettere qualche gallina. Egoista che non sono altro ;-)!
    e vedro per le api che qui si puo, miele di castagne a iosa!
    ah a proposito le castagne qui manca il metato! vuoi una domanda? eccola! non hai altre idee su come seccarle per fare la farina? non trovo niente su internet e sono penalizzata dalle lingue.
    alcune sensazioni “religiose” le ho anch’io, ma sono un don chishotte che fa tutto il possibile.
    non mi fa fatica rompere le p…. e connaturato quindi! In più sogno di slegarmi da tutto, su una montagna con pochi buoni amici e un bel po di allegria.
    Grazie Medo
    p.s. scusa la punteggiatura, nel frattempo mio figlio cerco di annegarsi nella vasca da bagno!

  30. 34 elena2
    settembre 11, 2009 alle 6:31 PM

    @ Medo
    mi viene in mente e voglio dire… alla conferenza di domenica vado soprattutto per curiosità.
    Sarà presente insieme ad Ellen il dr G Vanzulli del parco pineta di appiano e tradate etc…
    io vivo li, voglio vedere che cavolo dice!
    Da noi si tagliano gli alberi che è un piacere (ma non dovrebbe essere protetto) i privati abbisgonano di luce e sole (cazzo sei venuto a vivere in un bosco?) si dovrebbe ripiantumare.. nessun controllo. unica soddisfazione: foto aerea e realtiva multa a tutti gli abusivi che guardacaso coincidono con gli amanti del tutto raso!! :-D!
    gli spartifuoco sono tutti ingombri di ramglie di giardini privati boh
    etc. ma non mi viene in mente.
    Poi non posso tenere galline! fai te? da qui quel senso di religioso che mi ha sconcertato come a te. ti do il link per il volantino cosi ridi un po

    nel frattempo il figlio è salvo
    vado a cibarlo ciao di nuovo

  31. 35 medo
    settembre 11, 2009 alle 7:28 PM

    Legna , galline , figli che gridano “fame!”… Alla fine i problemi dell’uomo sono gli stessi da quando è umano. Che ci si debba ritrovare su siti internet a tradurre testi sul biochar o ad una riunione per ritrovare i transizionisti di Tradate o che debba studiare il picco del petrolio per capire che in fondo con tre galline e il taglio di un albero ogni anno è a posto…
    Questo è davvero geniale , nel senso del giro diabolico che ci riporta indietro per andare avanti.

    Oggi per la cronaca pranzavo da solo , di solito è con la mia fidanzata , ebbene ho mangiato un pollo intero dopo averlo passato 40 minuti nel forno a palla con timo , alloro , sale grosso , spicchietti di burro , innaffiata di olio di oliva e ricoperto da tre belle cucchiaiate di miele millefiori. Alla seconda ala di questo pollo pensavo a quel qualcuno che ha tempo da perdere , ma il cui lavoro iostimo grandemente ! , ha calcolato in 100 miliardi gli animali che saranno macellati nel corso dell’anno 2020 , al ritmo attuale. Ma anche se io mangio rarissimamente carne , mentre pensavo a tutto questo non riuscivo a sentirmi in colpa per la mia specie.
    E poi il pollo che ho comprato è “certificato” (ma non è ridicolo che s’è arrivati a certificarli come non-industriali? non si sarebbe mai dovuto iniziare a far quello che oggi ci porta alla sua negazione!) ed ha vissuto “en plein air” senza pigliare la minima medicina.

    Comunque chiudiamo qui la parentesi , siamo sempre in casa d’altri!
    E tanto ognuno di noi in cuor suo ha già capito “come gira” il suo mondo e cosa deve e puo fare.

  32. 36 sb
    settembre 12, 2009 alle 7:38 PM

    leggendo in diagonale sono daccordo con chi dice che le donne nell’intimo sanno di merluzzo, e quando c’e il torrente forza nove è meglio fare della polenta anche se fuori fa venti oppure menoventi basta che in casa non sia umido.
    ciau ne
    poi, secondo me, la carne è una prelibatezza. basta sapere cosa farne.

  33. settembre 12, 2009 alle 7:54 PM

    Scusate se mi intrometto e se sono decisamente fuori tema; stavo girando qua e là (già penso all’orto dell’anno prossimo) per siti che vendono semi (preferisco lo scambio, ma mi guardo sempre molto attorno e, se non trovo a scrocco, alla fine ordino) e quando ho visto questo non ho potuto ripensare al vecchio discorso fatto qui sui vari fallimenti delle nostre “tre sorelle”. Qualcuno puntava il dito sulle varietà di mais moderne, e allora io vi segnalo questa:

    http://rareseeds.com/seeds/Corn/Longfellow-Flint

    Tre metri vi bastano?

    Andrea scripsit.

    • settembre 12, 2009 alle 9:47 PM

      Ganzo. E pensare che il mio vicino m’ha sorpreso quest’anno con i suoi 276 cm di mais (ma il suo è solo perchè è all’ombra dei pioppi)… ed il mio orto… tra i due… sigh… annata sfigata.
      Condivido la frenesia per i progetti del prossimo anno anche se conto di non essere più qua (inteso come località fisica… non digitale…)

  34. settembre 13, 2009 alle 8:41 PM

    Oh bhè… in realtà non abbiamo ancora una meta definitiva… stiamo trattando e guardando in giro prendendoci il nostro tempo.
    Si, è vero che un po’ spiace dopo quel che si è investito ma… in realtà gli investimenti maggiori li ho fattio su di me come esperienza. Qui, essendo in affitto e squattando il terreno per l’orto non si può creare nulla di stabile e siamo un po’ stufi…
    Forse è ora di diventare “grandi” e smettere i pantaloncini corti. 4 anni di esperimenti, fiaschi, successi, costruzioni, spostamenti ecc… ecc… sono un bel bagaglio esperienziale per provare a fare le cose sul serio.
    (ho detto che voglio fare sul serio? ops. Intendevo “seriamente cialtroni”…)
    😉

  35. settembre 14, 2009 alle 9:01 am

    Per doveri famigliari si cercherà di restare in zona… ma non è detto.
    Per il resto non abbiamo definizioni certe e stiamo tenendo i piedi in 4 o 5 scarpe… comunque, in linea generale, colline, quali che siano… a nord, a sud, a est, a ovest…
    Siamo, come al solito, poco definitivi in tutto 🙂
    Comunque nulla si muoverà prima dell’inverno e (forse addirittura) prima della prossima primavera…

  36. settembre 14, 2009 alle 11:35 am

    nicola..sei piu di qua’ o piu di la’? 😉

  37. settembre 14, 2009 alle 11:45 am

    Se dovessi sciegliere per la qualità del suolo direi di là, per il panorama, di quà (con “quà” intendendo la tua geolocalizzazione… ho visto degli argilloni ammazzati a botte di vigna che facevano impressione, e le vigne neanche particolarmente belle) 🙂

  38. settembre 14, 2009 alle 7:04 PM

    di qua e’ zona povera e troppo frazionata.
    di la’ non so..


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L’ orto di carta

Diario di bordo ad aggiornamento casuale e saltuario di un cialtrone nell'orto... giocando con il fango, la permacultura, l'agricoltura sinergica in compagnia di William Cobbett, John Seymour, Fukuoka e Kropotkin.

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