Immagine recuperata dagli archivi della casa natale da parte del padre dell’autore che, di tanto in tanto, ci tiene a segnalare attraverso comunicazioni private, che il figliolo dava segni di instabilità (oltre che di scarsa conoscenza della lingua) già in giovine età.
(Grazie Babbo!! 😉 )
8 Risposte to “L’educazione del Cialtrone: gli anni verdi dell’infanzia”
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L’ orto di carta
Diario di bordo ad aggiornamento casuale e saltuario di un cialtrone nell'orto... giocando con il fango, la permacultura, l'agricoltura sinergica in compagnia di William Cobbett, John Seymour, Fukuoka e Kropotkin.
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Segnalerei al Babbo la forte propensione all’ordine oltre che alla chiarezza d’idee dell’ex infante 🙂
(ciao Nicola! e ciao a tutti!)
uh e’ tornata lalica..
ciao.. come si sta nel paese del vento?
muahahahaha! 😀
ciao luigi. si sta bene (insomma… piove da tre giorni…)
e voi come state?
ahaha bello! molto “clash”.
sott’acqua. Ho una stangata di finocchi da raccogliere.. ma oramai crescono in palude 🙂
finocchi… un sogno 🙂
sarà ora che mi riprendo dal torpore contadinesco…
quest’anno ho fatto pena, ho un nuovo cagnetto e non vi dico…
ma sarà l’ultimo anno sabbatico…
Visto il meteo degli ultimi giorni, due parole sulla pioggia. Ogni anno piovono 500 000 kilometri cubi di pioggia sul Pianeta Terra, di cui 400 000 piovono sopra gli oceani.
La presenza in un’area verde di una area densamente urbanizzata porta ad aumenti anche del 50% della piovosità (effetto “urban heat island”), combinando il dato con quello della temperatura “urbana” sempre maggiore alle zone rurali, ecco qua l’aumento del tasso di crescita dei vegetali in tutto l’hinterland; esistono studi sulle metropoli statunitensi con dati incredibili, doe le masse d’aria in movimento si mescolano ed ingrossano grazie anche alla dimensione verticale delle città.
A dimostrare ancora una volta che semmai ci saranno luoghi di salvezza dell’orticultura, saranno proprio nelle cinture urbane… A patto che ‘sta cazzo di industria e di automobilizzazione la smettano di acidificare la pioggia da un lato e di creare ozono dall’altro, fatti che annullano il beneficio ai vegetali urbani e peri-urbani.
Interessante articolo con immagini, in inglese :
NASA; “Urban heat islands make cities greener” … http://www.nasa.gov/centers/goddard/news/topstory/2004/0801uhigreen.html